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Sant’Agata al capolinea? Amata: “Non ci sono condizioni per andare avanti. Tra chi si è tirato indietro e l'ambiente...”

Sant’Agata al capolinea? Amata: “Non ci sono condizioni per andare avanti. Tra chi si è tirato indietro e l'ambiente...”


Conferenza stampa del direttore generale biancazzurro. Nuovo progetto o il 1° luglio sarà formalizzata la rinuncia alla Serie D.

Attraverso una dura conferenza stampa, il direttore generale del Sant’Agata, Gianluca Amata, ha spiegato per filo e per segno la situazione relativa al club biancazzurro e ha parlato di un futuro tutt’altro che roseo per la società. Serviranno novità entro il 30 giugno, altrimenti il club formalizzerà la rinuncia all’iscrizione al campionato di Serie D. queste le parole del dirigente:

“Una conferenza stampa un po’ atipica, con l’obiettivo di fare chiarezza sulle determinazioni assunte dalla società a fine stagione”.

“C’è un po’ di chiaroscuro nella stagione del Sant’Agata. L’aspetto sportivo e tecnico, quello più visibile ha portato a risultati lusinghieri, che dànno seguito a quelli del recente passato. Un campionato per noi davvero incredibile, con la rosa tra le più giovani a livello nazionale. Abbiamo rifatto la squadra quasi per intero, abbiamo cambiato il tecnico, lo staff, il modo di giocare, c’è stato un reset reso necessario dal fatto che abbiamo dovuto ratificare scelte di altri piuttosto che assecondare le nostre”.

“Mister Facciolo, lo staff e il ds Meli hanno messo su un gruppo eccezionale, ragazzi giovanissimi che hanno dimostrato di essere dei grandi uomini, dei grandi ragazzi. Di conseguenza anche dei grandi calciatori, degli ottimi atleti che hanno dato emozione e soddisfazione a questa società. L’aspetto tecnico ci ha soddisfatti a pieno. Il bilancio tecnico è estremamente positivo”.

“Quello che non è positivo è la gestione societaria. Chi in questi anni ha avuto modo di conoscerci, sa che abbiamo garantito sempre standard di organizzazione, competenza, solvibilità e comfort. Alle spalle c’è un lavoro enorme che la società ha dovuto fare. parlare di società è veramente paradossale quando invece questo lavoro è stato fatto da pochissimi. Di fatto è stata più una ditta individuale che una società”.

“Nell’arco dell’anno è venuto meno quel supporto umano, economico, organizzativo, che chi aveva assunto impegni nei confronti dei suoi pari e dei colleghi dirigenti aveva delegato la gestione della società, comunque con una presenza e un impegno assunto, economico e umano. Tutte le figure operative che hanno sempre garantito la gestione ordinaria della società sono tutti appassionati dirigenti, dopolavoristi che non fanno questo lavoro per professione. Quando viene meno quel vincolo solidaristico all’interno di un sodalizio che porta a supportare chi naturalmente tutti i giorni deve fare qualcosa, diventa tutto difficile. Noi abbiamo garantito fino all’ultimo giorno la credibilità, la solvibilità, il supporto organizzativo e logistico ai nostri ospiti, i calciatori e lo staff, l’organizzazione dell’attività agonistica, ma non possiamo non registrare con grande amarezza e disappunto che siamo stati lasciati soli”.

“C’erano già state delle avvisaglie lo scorso anno, da metà campionato in poi il carico era sempre stato il nostro. Quest’anno più che mai si è deciso di continuare e andare avanti pensando di riuscire a ricompattare questa società e siamo arrivati alla fine. Alla fine facciamo il bilancio e questo è negativo, da un punto di vista proprio di rapporti personali. Questa società, così com’è stata concepita ed è andata avanti negli anni, non esiste più. Dunque è doveroso mettere un punto e capire se ci sono stati degli errori da parte nostra, piuttosto che il nostro operato non è stato apprezzato. Dobbiamo capire se il supporto che non abbiamo avuto, è venuto meno per quello”.

“C’è la necessità di fermare tutto, liberare e svincolare tutti i giocatori e il tecnico che avrebbero meritato, tutti quanti, la riconferma. Questo naturalmente non è possibile, non ci sentiamo di farlo responsabilmente perché non ci sono le condizioni minime per poter programmare quest’attività”.

“Posso tranquillamente comunicare che il Città di Sant’Agata fino al 30 giugno è a disposizione di coloro che vogliono rilevare il titolo sportivo, che vogliono programmare la stagione sportiva e vogliono rilanciare o continuare ciò che finora abbiamo fatto noi. Faccio questo con grande amarezza, con grande dispiacere. La realtà che abbiamo creato, gestito e che naturalmente è a disposizione di tutti ha le carte in regola per continuare per decenni a fare il campionato di Serie D perché è riuscita a costruire credibilità, ad avere un’organizzazione e a generare fiducia nel panorama calcistico nazionale che guarda a questa società come un modello. Non posso che, con grande piacere, registrare tutti gli apprezzamenti che ci sono stati rivolti e che ci continuano a rivolgere tutti. Siamo riusciti con idee, con entusiasmo, con voglia, ad accreditarci lì, dove eravamo arrivati quasi per caso”.

“Siamo arrivati in D dopo quasi trent’anni in punta di piedi, costruendo quello che avete visto. Purtroppo dove c’è l’uomo ci sono anche le delusioni e la delusione è stata tanta. Anno dopo anno c’è stato un gioco a tirarsi fuori. Non ho capito perché, ma posso anche immaginarlo. Chi è stato sempre presente oggi paga una situazione in cui per scelte di altri è obbligato a fare questo tipo di dichiarazioni e portare con amarezza questo risultato alla conoscenza di tutti”.

“Io ho sentito il dovere, delegato dalle poche persone con i quali abbiamo approfondito qualche ragionamento, di comunicarlo in maniera ufficiale. È stato formalizzato in un documento che sarà portato a conoscenza di tutti e comunico ufficialmente che le attività del Città di Sant’Agata si sono fermate a domenica scorsa, alla partita di Trapani”.

“Non so cosa accadrà in futuro, mi farebbe piacere che qualcuno, in maniera più strutturata, in maniera più organizzata e con presupposti diversi, possa a continuare l’attività che con tanta fatica, dedizione e tanto amore, siamo riusciti a portare avanti. Questa è la situazione attuale. Io resto a disposizione, mi hanno delegato a gestire la comunicazione, le attività operative”.

“Se al 30 giugno non ci sarà nessuna manifestazione d’interesse a svolgere quest’attività, il 1° luglio comunicheremo la rinuncia a svolgere il campionato di Serie D perché come ho spiegato non ci sono le condizioni, non c’è una società che può programmare nulla. Questo è quello che sentivo di dire”.

“Prematuro fare qualsiasi tipo di dichiarazione sul futuro. A nome di tutti c’è l’assoluto disimpegno delle figure operative. Chi non era operativo, quest’anno lo ha già dimostrato con il comportamento. Personalmente ritengo di aver fatto il dg e il vicepresidente di questa società perché c’erano degli amici con cui andavo d’accordo, di cui mi fidavo e naturalmente in funzione di quello sono andato avanti. Qualche amico mi ha tradito, ma questo non mi ha scoraggiato nell’andare fino in fondo con chi invece è rimasto presente e ha perorato questa causa e quindi per loro ho, in maniera responsabile, continuato a gestire il conto economico di questa società, a garantire il pagamento dei fornitori e di tutte le spettanze che derivavano dalle obbligazioni assunte da questa società. Di conseguenza io sono qui a valutare le proposte di altri, non posso mettere dei paletti se non so chi può essere l’interlocutore”.

“Tante e grandi cose si possono fare e noi siamo riusciti anche a farle per tanti aspetti. È anche giusto che viste le difficoltà che abbiamo noi apriamo la strada a chi può organizzare meglio la società, rilanciarla e riportare quell’entusiasmo che evidentemente noi non siamo riusciti a trasmettere. Se quell’assunzione di impegni disattesi ha fatto venire meno il senso di appartenenza, possiamo tranquillamente fare autocritica anche noi ma fino a quando nessuno ci contesta nulla e tutti ci dicono che siamo bravi, diventa imbarazzante fare questo tipo di discorso…”.

“L’eventuale impegno è libero, previo confronto, perché anche noi abbiamo le nostre idee e abbiamo qualcosa da dire a chi vorrà continuare il nostro lavoro. Vorremmo andare in continuità, ci piacerebbe che continuasse nello stile e nei modi che abbiamo fatto. Non valuteremo minimamente offerte o proposte poco credibili. Non siamo degli stupidi. Conosciamo l’ambiente sportivo e le figure del territorio. Non inizierà nessun teatrino, nessuna telenovela. In maniera riservata valuteremo tutto quello che arriverà e naturalmente di conseguenza comunicheremo quando trasferire il know how che noi abbiamo creato, quindi il titolo di Serie D e tutto quello che c’è nella società a eventuali nuovi gestori”.

“Un ambiente che partecipa in modo numeroso e appassionato sicuramente aiuta. Sicuramente dà grande soddisfazione e piacere nel fare le cose. Noi le cose ce le siamo fatte piacere. La motivazione è arrivata tra di noi e da dentro noi stessi, non è mai arrivata dall’ambiente esterno. Potrei parlare per ore e raccontare di personaggi impegnati in politica piuttosto che visibili in paese e sul territorio che magari ti negano il pagamento di un abbonamento quando magari ti hanno dato disponibilità e lo hanno anche preso. Avevamo fatto delle tessere sostenitori da 300 euro. Abbiamo fatto una campagna abbonamenti con circa 40 abbonati e poi probabilmente devi ringraziare qualche pensionato che te lo paga anche a rate e lì ti commuovi anche per attaccamento e per piacere. Piuttosto che fare delle iniziative tutto l’anno a Sant’Agata, gli istituti del comprensorio non hanno pagato. Tutti i ragazzi under 14 non hanno mai pagato, fino ai 18 anni pagavano 6 euro. Col Ragusa abbiamo fatto 48 paganti, questo è certificato perché abbiamo avuto anche un controllo della SIAE. Durante l’anno abbiamo sempre avuto una media di 120-150 persone tra abbonati, ragazzi che venivano gratuitamente e ticket staccati. Su questo stenderei un velo pietoso, perché già lo scorso anno non abbiamo avuto grandi presenze se non con la partita del Catania. Quest’anno abbiamo veramente toccato il fondo. Probabilmente siamo antipatici, non abbiamo suscitato alcun interesse. Questo è un altro dato negativo che mettiamo nel chiaroscuro di questa stagione”.

“Le iniziative sono state tante, abbiamo cercato in tutti i modi di stimolare l’ambiente e non ci siamo riusciti, quindi probabilmente chi verrà dopo di noi riuscirà a fare meglio, me lo auguro. La nota positiva è che gli amici che ho sempre coinvolto, gli sponsor ci hanno dato la forza per andare avanti. Penso di aver rappresentato un po’ la situazione. Potrei entrare nel merito e fare nomi e cognomi, chi mi conosce sa che non ho peli sulla lingua. Non lo faccio solo per eleganza. A tutte quelle persone che hanno assunto degli impegni e hanno disatteso gli impegni io consegno l’eleganza del silenzio”.

Daniele Scarbaci
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