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Anastasi a GS.it: ­“­Vi spiego il mio esonero a Giarre. Sulle scintille con Cutrufo...“

Anastasi a GS.it: ­“­Vi spiego il mio esonero a Giarre. Sulle scintille con Cutrufo...“


Le esclusive di Goalsicilia.it-L'ex tecnico del Giarre

A mente fredda ma a cuore caldo. Mister Peppe Anastasi, per la prima volta e ai microfoni di Goalsicilia.it, parla dell'esonero di Giarre

Mister, a distanza di qualche mese, qual è la tua posizione di fronte all'esonero di dicembre?

"Sono del parere che bisogna accettare e condividere le posizioni di una società; naturalmente però, agli occhi di tanti e anche mio, è stato un esonero discutibile..."

Anche le tempistiche sono discutibili a nostro avviso: sei stato sollevato dall'incarico praticamente a Natale...

"Mi hanno fatto il regalo (ride ndr)".

Qual è la motivazione che ti hanno dato?

"Il dirigente Anastasi, attenzione non direttore, dirigente, mi ha detto che la squadra non esprimeva il gioco che la società si aspettava e che, anche se si vinceva, si vinceva per fortuna. Io gli ho risposto che un dirigente, alle prime armi, che parla così, è privo di contenuti. E poi...".

Poi?

"Avevo lasciato una squadra a sei punti dal primo posto, adesso si ritrova a -16...Come mai non sono primi nonostante una campagna acquisti faraonica? La spiegazione è semplice, serve programmazione e organizzazione fin dall'inizio di una stagione: non ci scordiamo che tra Coppa e campionato, abbiamo giocato tutte le settimane ogni tre giorni e abbiamo fatto 23 vittorie, 3 pareggi e 4 sconfitte su 30 partite, di cosa parliamo? Abbiamo affrontato le prime dieci gare della stagione con il dramma della morte del padre di Simone Abate, senza coppia difensiva, con centrocampisti che oggi non rientrano più nelle scelte tecniche...C'è da sottolineare anche che mister Anastasi, grazie ad Aldo Aiello, ha lanciato il portierino Barbagallo, mandato in campo contro Paternò, Sant'Agata, non contro le squadrette e mettendo fuori Colonna, portiere fortissimo che spero abbia capito che era solo una scelta per avere un over in più in mezzo al campo. Diciamo che i programmi, da loro, tanto decantati, sono preclusi".

In che rapporti vi siete lasciati?

"Voglio sottolineare che abbiamo avuto un confronto intelligente e da persone mature, non ho nè rabbia nè rammarico...Poi con i presidenti La Rosa e Nirelli non ho mai avuto problemi o discussioni, sembra sia stata una scelta di un solo dirigente. Mi è dispiaciuto soltanto per i ragazzi che mi chiamano spesso e a cui sono vicini e per la tifoseria con cui c'è un grande rapporto".


Senti un po' tua la Coppa vinta?

"(ride ndr). La mia fortuna è che ho tanti ragazzi che mi hanno chiamato e mandato messaggi, anche chi è lì da tanto tempo, dicendomi che la vittoria era anche frutto del mio sacco. Poi alla prima partita di fase Nazionale, la verità dei fatti dice che sono usciti e non per colpa dei ragazzi...".

Mister, cambiando argomento. Nella finestra di mercato di dicembre, Graziano Cutrufo non ti ha risparmiato qualche frecciatina. Vogliamo spiegare e chiudere la vicenda tendendo una mano al presidente?

"Abbiamo due caratteri forti e siccome lui mi reputa uno di famiglia, si è offeso per dei contatti che io avrei avuto con un suo giocatore: io gli ho spiegato che non l'ho chiamato io e che, nonostante lo stimo tantissimo come calciatore, non mi serviva per la mia squadra. Ci siamo chiariti e ci sentiamo ogni giorno, non ho nulla contro Graziano e la famiglia Cutrufo mi ha sempre dato tanto e la ringrazierò sempre"

Per chiudere, sembra difficile che possano riprendere i campionati. In Eccellenza, come potrebbero risolvere ciò che riguarda promozioni e retrocessioni?

"Secondo me, sicuramente non riprenderanno, inutile rischiare con la salute dopo tutti i sacrifici che una popolazione intera sta facendo. Potrebbero decidere di decretare due promozioni se, le prime due, dovessero avere almeno cinque punti sulla terza: a squadre come Paternò, Sant'Agata, Dattilo, che hanno speso tanto e fatto un gran campionato, non gli puoi dire di ripartire da zero. Stessa cosa con le retrocessioni, chi è ultimo, distaccato dalle altre, deve scendere di categoria".

Vittorio Damiani
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