Questa Igea Virtus farebbe fatica a salvarsi anche in Eccellenza. Società in balia degli eventi-L’editoriale
Il senso di impotenza che sfocia in frustrazione. Un’altra disfatta per l’Igea
Il senso di impotenza che sfocia in frustrazione. Un’altra disfatta per l’Igea Virtus, ora ultima in classifica. In pratica, non c’è stata partita a Roccella. Non è mai iniziata, perché i giallorossi erano impreparati mentalmente, prim’ancora che fisicamente e tecnicamente. Va in scena la resa di un gruppo logoro. Che non ne ha più, in particolare perché è assolutamente inadatto alla categoria. Che fallisce l’appuntamento con l’ennesima partita della verità sul piano caratteriale. Che non oppone alcuna resistenza a un Roccella mediocre. E, infatti, i calabresi si sono limitati al minimo sindacale, tanto è bastato per vedere crollare i giallorossi subito dopo aver subito il goal. Partita finita, il senso di impotenza prende il sopravvento e inizia la contestazione dei tifosi.
Tifosi neri nel dopo partita.
Era una partita da giocare con la testa e con gli attributi. E, invece, ecco materializzarsi un pomeriggio da incubo come quello che sta caratterizzando la società del presidente Grillo, sempre più in balia degli eventi e incapace fino a questo momento di raddrizzare la situazione.
Se fosse un incontro di pugilato da tempo il presidente, a bordoring, avrebbe già gettato la spugna per manifesta inferiorità e incapacità. Invece, si tratta di calcio. E il campionato finirà a maggio. Se in 11 gare i giallorossi ne hanno vinta solo una, quale può essere il futuro di una squadra e di una società che non ha la forza nemmeno per competere?
E non ci sono più alibi che tengano. Non è una questione di infortuni o di sfortuna, ma semplicemente di errori strategici nella programmazione societaria. Stanno emergendo quei problemi che solo l’entusiasmo e la spensieratezza iniziale avevano in parte nascosto. Come pensare di fare la Serie D con un gruppo che farebbe fatica a salvarsi anche in Eccellenza? E’ talmente palese la manifesta inferiorità che non è possibile fare una scala dei demeriti in mezzo al campo. Perché sono figli delle scelte estive della società, denunciate a più riprese dal sottoscritto. Errori di valutazione madornali. Non è più tempo di fioretto, probabilmente non ce n’è mai stato uno. Serve la sciabola per tentare di arrivare a una salvezza che avrebbe del miracoloso. Serve un cambio di marcia a tutti i livelli, imprescindibilmente legato a un mercato importante. Della partita poco o nulla da dire. Non c’è analisi di fronte a uno spettacolo indecente. Poco più di un allenamento per il Roccella. La zona salvezza è a sette punti, sulla carta ancora alla portata per una squadra che abbia un’anima e uno spessore. Ma i giallorossi sono schienati a terra. E dire che questo è un campionato mediocre e che la salvezza potrebbe essere raggiunta a 30 punti. Ecco perché la sensazione di un’occasione irripetibile che sta sfumando. I giallorossi non vincono una partita dalla seconda giornata. Da quel giorno solo qualche pareggio risicato e umiliazioni. Troppo poco per un pubblico che sta dimostrando profondo amore ai colori giallorossi, ma che ha perso seriamente la pazienza per una stagione che sta portando l’Igea Virtus a diventare la brutta versione della Longobarda (li almeno si salvò) del celebre film di Oronzo Canà.
di Carmelo Amato