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Eccellenza A
Guida a GS.it: ‘’Ad Alcamo ero diventato capro espiatorio. Via perché dignità vale più di un accordo economico’’

Guida a GS.it: ‘’Ad Alcamo ero diventato capro espiatorio. Via perché dignità vale più di un accordo economico’’


Le esclusive di Goalsicilia.it-L’ex tecnico bianconero.

Tra molti alti e qualche basso ha guidato l’Alcamo nelle prime 10 giornate di Eccellenza A. Dopo la sconfitta contro il Pro Favara ha deciso di rassegnare le dimissioni. Ci riferiamo a Peppe Guida, ormai ex tecnico bianconero, con cui abbiamo fatto il punto della situazione. Queste le sue parole a Goalsicilia.it.

Mister, che giudizio dai all’esperienza ad Alcamo?

“Sicuramente più che positivo. Qui non c’era più nulla dopo la scorsa stagione, siamo ripartiti di fatto dalle ceneri e abbiamo fatto buone cose”.

Ti sei dimesso però...

“Non c’erano più le condizioni per fare il calcio che ho sempre desiderato. Alcune situazioni non mi facevano vivere in tranquillità. Ho preferito farmi da parte per il quieto vivere, per ridare serenità alla squadra e alla società. Purtroppo tra me ed il presidente non c’è mai stato feeling, fin dal primo giorno, tutto questo per forza di cosa si è ripercosso sui ragazzi. Anche se ero forte del mio accordo economico, ho preferito rinunciare per ridare quella tranquillità che non c’era più”.

Ti riferisci a qualcosa in particolare?

“Non ero più sereno, come accennavo prima. Con il presidente non ci salutavamo più da almeno un mese, i ragazzi notavano questo staccamento e magari a livello anche inconscio ne risentivano. Dopo il tonfo di Favara ho deciso di farmi da parte per il bene della società”.

Hai anche solo un piccolo rimpianto?

“L’unico rimpianto che ho è di essermi fidato delle persone sbagliate”.

Ora che farei?

“Vedrò crescere mio figlio”.

Questa esperienza ha fatto crescere te professionalmente no?

“Sinceramente non mi rimprovero nulla, credo di aver fatto un ottimo lavoro. Ripeto che abbiamo iniziato con un foglio che era totalmente bianco. A detta di molti addetti ai lavori giocavamo il miglior calcio del girone, ma quando subentrano fatti extra calcio e ti rendi conto che ogni cosa che dici viene ingigantita in negativo, allora non ha senso continuare. Per me la dignità di un uomo vale molto più di un accordo economico, di uno stipendio”.

Per fare un parallelismo, sei un po’ diverso da Ventura...

“Beh sì, non sono una persona che vive di rendita o è ricca. Mi alzo la mattina alle 6 per andare a lavorare, ma ripeto che la dignità vale più dei soldi. Ero diventato il capro espiatorio di tutti i problemi, ho fatto da parafulmine per quattro mesi, ora era giusto mettersi da parte per far tornare a sorridere la squadra”.  

C’è qualcuno da ringraziare?

“Voglio ringraziare Salvatore, vero tifoso alcamese, nel corso della partita contro il Caccamo mi ha incitato gridando il mio nome e ti dico sinceramente che mi ha emozionato. Poi dico un grande grazie al vicepresidente Tilotta, a Leonardo Duca, ma anche a Paolo Lucchese, Pietro Manno, Fabrizio Cusumano e Francesco Mulè. Un grazie di cuore lo dico anche al mio preparatore Gianvito Testa e a tutto lo staff tecnico”.   

Dario Li Vigni
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