Partite di serie A in chiaro: causa da 10 miliardi di euro | Il calcio torna gratis in tv

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Telecamera (LaPresse) www.goalsicilia.it

Scoperchiato il vaso di Pandora, può partire un processo che porterà a sanzioni pesantissime.

La storia della pay Tv in Italia legata al calcio ha avuto inizio negli anni ’90 con l’arrivo di Tele+ e Stream, le prime emittenti a proporre abbonamenti per seguire in esclusiva le partite della Serie A e B. Queste piattaforme hanno introdotto una nuova modalità di fruizione del calcio, che fino ad allora era accessibile prevalentemente tramite la televisione pubblica. Nel 2003, la fusione tra Tele+ e Stream ha dato vita a Sky Italia, che per oltre un decennio è stata il principale attore del mercato, offrendo pacchetti sempre più articolati e contenuti in alta definizione.

Negli ultimi 20 anni, i costi degli abbonamenti per seguire il calcio in pay Tv sono aumentati in modo significativo, complici i diritti televisivi sempre più onerosi. Se negli anni 2000 un abbonamento mensile per vedere la Serie A costava intorno ai 30-40 euro, l’avvento delle trasmissioni in HD e l’aumento della concorrenza hanno fatto lievitare i prezzi. Negli anni 2010, Sky e Mediaset Premium si sono contese i diritti, portando spesso i tifosi a dover sottoscrivere più di un abbonamento per seguire tutte le partite, con costi mensili complessivi che superavano i 70-80 euro.

L’arrivo di DAZN nel 2018 ha segnato un cambiamento importante, introducendo la fruizione del calcio in streaming. Sebbene DAZN abbia cercato di proporre prezzi più competitivi, la qualità del servizio, specie nei primi anni, è stata spesso criticata. Dal 2021, con l’acquisizione dei diritti esclusivi della Serie A, DAZN ha incrementato i costi, passando da circa 9,99 euro mensili iniziali fino a 40-50 euro, a seconda del piano scelto.

Questo percorso evidenzia come il calcio in pay Tv sia diventato progressivamente più costoso, ponendo interrogativi sulla sostenibilità economica per i tifosi e sulla necessità di modelli più accessibili per il futuro. Come ad esempio accade per l’NBA americana, considerando che gli spettatori hanno la possibilità di sottoscrivere un abbonamento per tutte le partite a circa 100/120 dollari annuali o addirittura un abbonamento per una singola squadra a prezzi più che competitivi.

La guerra al pezzotto

Nei giorni scorsi, con un’inchiesta partita da Catania ma che coinvolgeva mezza Europa, è stato azzerato il più grande organismo di trasmissione illegale del nostro continente. Secondo quanto riportato da “La Repubblica” esisteva un vero e proprio cartello che abbracciava Italia, Croazia, Olanda, Romania e Inghilterra che permetteva di avere un cosiddetto pezzotto a 10 euro al mese per ricevere illegalmente oltre 400 canali a pagamento.

Sono stati bloccati oltre 22 milioni di utenti tra Italia e altri paesi, sono 102 le persone indagate per un giro d’affari che si aggirava attorno ai 3 miliardi di euro all’anno. Mentre il danno procurato alle pay tv è stato quantificato in circa 10 miliardi di euro.

Dazn (Wiki) www.goalsicilia.it

Il pugno duro di DAZN

Secondo quanto riportato ancora dal quotidiano DAZN si costituirà parte lesa nel processo di Catania ma ha anche chiesto ai magistrati i nominativi di chiunque abbia usufruito dei propri servizi senza sottoscrivere un abbonamento. L’obiettivo è prendere di mira per vie legali i singoli fruitori.

Si chiederà alla Guardia di Finanza di punire gli abbonati illeciti, come previsto dalla legge, con sanzioni che vanno dai 150 ai 5000 euro. L’obiettivo della piattaforme è fare perdere quel senso di impunità ai singoli possessori dei pezzotti.