“Ho iniziato alle superiori”, dalla Nazionale alla strada | Rivela la dipendenza in diretta
Le dipendenze sono un problema che può colpire anche i calciatori, nonostante la loro posizione privilegiata e il successo. Tra le più comuni, la ludopatia e la dipendenza dalle scommesse rappresentano un fenomeno in crescita nel mondo del calcio. La pressione costante di dover performare, unita a disponibilità economiche elevate e tempo libero, può spingere alcuni giocatori verso comportamenti rischiosi, tra cui il gioco d’azzardo.
Negli ultimi anni, diversi casi di calciatori coinvolti in scandali legati alle scommesse sportive hanno fatto scalpore. Uno degli esempi più noti è stato quello di Joey Barton, ex giocatore inglese, sospeso per aver effettuato centinaia di scommesse su partite, alcune delle quali riguardavano le proprie squadre. Questo tipo di comportamento non solo viola i regolamenti sportivi, ma può anche compromettere l’integrità delle competizioni, oltre a mettere in pericolo la carriera del giocatore.
La ludopatia non è solo una questione di violazione delle regole, ma un problema personale e psicologico. Molti calciatori affermano di iniziare a scommettere per noia o per scaricare lo stress, ma presto questa abitudine può trasformarsi in una dipendenza difficile da controllare. Per esempio, Paul Merson, ex giocatore dell’Arsenal, ha raccontato pubblicamente la sua lotta contro il gioco d’azzardo, che gli ha causato gravi perdite economiche e problemi familiari.
Affrontare la ludopatia richiede supporto professionale e una maggiore sensibilizzazione. I club e le federazioni stanno iniziando a offrire programmi di educazione e sostegno ai giocatori, ma il problema rimane diffuso. Per i calciatori, riconoscere i segnali di dipendenza è il primo passo per evitare che questa piaga rovini non solo le loro carriere, ma anche le loro vite personali
“Ho iniziato per passare il tempo, poi giocavo 12 ore al giorno”
Nicolò Fagioli, centrocampista della Juventus e della Nazionale, è stato protagonista di un documentario trasmesso da “Amazon Prime” intitolato “Fragile”. Queste le parole del calciatore, squalificato l’anno scorso per 7 mesi a causa delle scommesse: “Ho iniziato ai tempi della scuola superiore, con gli amici, solo per passare il tempo. Ma più passavano gli anni, più diventavano pesanti le scommesse. Non lo facevo per vincere o per i soldi, ma per l’adrenalina che mi dava giocare“.
Il calciatore confessa: “Nel momento più brutto stavo anche 12/13 ore al telefono, senza rendermene conto, non capivo che era trascorso tutto questo tempo. In determinati periodi rimanevo sveglio anche la notte per scommettere, poi di giorno stavo in stanza da solo per non farlo capire a nessuno“.
“Puntavo anche 10.000 in una vola sola, ho ricevuto minacce”
Il calciatore dei bianconeri prosegue nel racconto: “La puntata più alta che ho fatto era di 10.000 euro, ma non era la puntata in sé solo che lo facevo frequentemente, spendendo centinaia di migliaia di euro. Mi sono reso conto che stavo continuando a giocare a calcio solo per pagare i debiti”.
Fagioli parla anche di minacce ricevute: “So di avere sbagliato e di avere buttato quasi tre anni di vita, ma ho capito che bisogna ascoltare i consigli. Un giorno mi scrissero che mi avrebbero spezzato le gambe, non sapevo neanche chi potesse essere. Mi allenavo male durante la settimana, giocavo poco, il centro della mia vita era il gioco“.