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Eccellenza A
Folgore Selinunte, Migliore a GS.it: «Siamo giovani, prima la salvezza, poi…»

Folgore Selinunte, Migliore a GS.it: «Siamo giovani, prima la salvezza, poi…»


Il capitano della squadra rossonera racconta gli obiettivi della squadra in vista dell’esordio in Coppa contro la Dattilo Noir: «Gara difficile, ma siamo fiduciosi».

Dalla Folgore Selinunte alla Folgore Selinunte. Il centrocampista classe ’95 Vito Migliore ha mosso i primi passi nella squadra rossonera ha mosso i primi passi da calciatore proprio nella squadra rossonera per poi tornare e vestire, quest’anno, la fascia di capitano. Cresciuto nel settore giovanile del Palermo, il giocatore ha poi vestito le maglie di Nissa e Milazzo per poi essere prelevato dal Torino, dove collezionò una breve esperienza sempre nelle giovanili. In seguito, ritorno in Sicilia per lui.

Vito, quest'anno alla Folgore ricopri il ruolo di capitano. Cosa è cambiato in campo per te e cosa rappresenta portare al braccio la fascia?

«Sicuramente è una grande emozione, anche perché da piccolo sono cresciuto qui. È stato qualcosa di inaspettato, quindi mi rende orgoglioso e sono molto contento di questo. Spero quindi di contribuire sempre al massimo per la squadra».

In questo periodo ti abbiamo visto impegnato anche a giocare in una posizione più arretrata a causa di una rosa ancora non completa. Come ti sei trovato?

«Assolutamente bene, il mister mi ha aiutato tanto dandomi anche la possibilità di capire i movimenti. Io sono sempre disponibile al 100% in qualsiasi ruolo e parte del campo. Basta che si gioca e si può dare il proprio contributo alla squadra, starei anche in porta…».

Domenica comincia ufficialmente la stagione agonistica e sarete impegnati in Coppa contro il Dattilo Noir. Che partita vi aspettate?

«Incontreremo una squadra molto esperta, mentre noi siamo giovani, ma questo non ci deve buttare assolutamente giù. Ci aspetta una partita molto importante e noi ci stiamo preparando nel migliore dei modi. Siamo consapevoli dei nostri mezzi e del nostro gioco, quindi siamo molto fiduciosi. L’importante è giocare da squadra per potercela giocare alla pari, poi vedremo quale sarà il risultato».

In squadra quest'anno sono arrivati diversi stranieri. Come è stato il loro inserimento nel gruppo?

«Piano piano anche loro si vanno inserendo, anche se la lingua naturalmente non li aiuta. Loro sono dei ragazzi molto intelligenti e sicuramente non avranno difficoltà a inserirsi, anche perché la squadra è molto giovane e formata da ragazzi molto intelligenti e quindi noi li aiuteremo a inserirli».

Che giudizio dai al precampionato della Folgore?

«Non mi voglio sbilanciare più di tanto, sicuramente stiamo facendo bene e sappiamo seguire il mister e questa è la cosa fondamentale. Noi dobbiamo essere bravi e intelligenti a capire quello che ci trasmette e a sfruttare i momenti determinanti. L’obiettivo è sempre quello di vincere, la squadra sta rispondendo bene e c’è uno spirito positivo. Adesso cominciano le partite che contano e lì dovremo fare di tutto per portare a casa i risultati».

Qual è l'obiettivo della Folgore Selinunte per questo campionato?

«L’obiettivo principale all’inizio sarà sempre la salvezza. Una volta raggiunta, se ci saranno altri obiettivi ben vengano, ma innanzitutto pensiamo alla salvezza. Siamo la squadra più giovane del campionato, sicuramente ci troveremo di fronte tante squadre esperte e campi difficili. Cercheremo di dare battaglia a chiunque, ma pensiamo un passo alla volta».

Quali sono, secondo te, le squadre che si sono mosse meglio e che possono ambire al salto di categoria?

«Noi abbiamo già incontrato l’Alcamo e penso abbiano una squadra molto attrezzata in ogni reparto. Fino alla chiusura del mercato ci saranno molti movimenti. Tra le squadre che possono puntare in alto metto anche Marsala, Mazara e, da quello che sento, anche il Troina che ha un ottimo organico. Saranno queste tre o quattro squadre a giocarsela, anche se l’esperienza non è l’unica componente che conta. Sarà comunque il campo a decidere».

In carriera hai girato tanto e dopo la stagione al Milazzo sei andato a far parte del settore giovanile del Torino. Che ricordi hai di quell'esperienza?

«È stata una bellissima esperienza che mi ha fatto maturare tantissimo. Lì ho conosciuto molte persone e sono contento e anche molto rammaricato di non aver avuto la possibilità di dare un contributo quotidiano, quell’anno a Torino. È comunque un’esperienza positiva che porterò sempre con me e cercherò di trasmetterla anche ai ragazzi meno esperti in questa categoria: cerco di fargli capire sempre che bisogna puntare in alto».

Che differenze ci sono nel modo di vivere il calcio qui al sud e lì al nord?

«Quello che ho notato è che al nord c’è più professionismo a livello di settore giovanile. Ci sono molti allenatori preparati, senza nulla togliere a quelli del sud. C’è tutto un altro clima e un’altra mentalità, lì si punta a costruire prima l’uomo e poi il calciatore, mentre qua si tende a crescere il calciatore e solo dopo l’uomo. In questo c’è tanta differenza».

C'è un aneddoto particolare della tua carriera che vorresti raccontarci?

«Io sono un ragazzo molto umile e ho vissuto delle bellissime esperienze in carriera, ovviamente con lati positivi e lati negativi. Sicuramente l’esperienza più bella è quella di aver conosciuto gente importante, anche quando poi ti confronti con gli stessi compagni di squadra. Ad esempio con Bentivegna a Palermo abbiamo giocato assieme, come a Torino con Aramu e Barreca e tanti altri che adesso si sono lanciati ad alti livelli. Quando a un tuo ex compagno di squadra viene lanciato nel calcio che conta, è la cosa più bella che ti rimane».

Luca Di Noto
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