Palermo, il comunicato del presidente Giammarva: “Nessun debito, gli stipendi sono pagati e la squadra è già iscritta”

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Attraverso una nota ufficiale apparsa sul sito del club, il presidente del Palermo

Attraverso una nota ufficiale apparsa sul sito del club, il presidente del Palermo, Giovanni Giammarva, parla anche del sequestro che ha visto il suo nome comparire nel registro degli indagati per l’inchiesta che riguarda i rosanero e del sequestro di un milione di euro ai danni di Zamparini. Questo il testo completo del comunicato e gli argomenti trattati:

“Nella giornata di ieri è stato notificato il provvedimento del Gip di Palermo con il quale è stata rigettata l’ennesima richiesta di applicazione di misure cautelari personali per il management del Palermo Calcio e disposto il sequestro preventivo per equivalente di circa € 1.100.000,00.

Questo è l’ulteriore capitolo della medesima immutata vicenda che ormai da più di un anno vede impegnata la Procura di Palermo nelle indagini legate alla vendita del marchio del Palermo Calcio, avvenuta tra il 2014 ed il 2015. Tale vicenda giudiziaria è stata attraversata anche dalla richiesta di fallimento presentata dalla stessa Procura, in relazione alla quale il Tribunale fallimentare, in base alle risultanze della perizia dei propri consulenti, ha confermato il buono stato di salute dei conti della società rigettando l’istanza. In data 21 marzo 2018 i pubblici ministeri, spostando il tiro, hanno chiesto l’applicazione di misure cautelari nei confronti di Maurizio Zamparini.

Il 3 maggio 2018 il Gip ha rigettato le richieste della Procura che non ha impugnato il provvedimento ma, dopo appena 25 giorni, ha ripresentato richiesta di applicazione delle medesime misure cautelari e quella di sequestro preventivo per equivalente di oltre 50 milioni di euro, nonché l’applicazione di misure interdittive nei miei confronti, per la gestione della società, con conseguente rischio di “commissariamento” del Palermo Calcio. L’unico elemento di novità della predetta richiesta è rappresentato dal trasferimento (in data 3 maggio 2018) dei pieni poteri di gestione della Società da Maurizio Zamparini alla mia persona.  Tuttavia, il Gip ha rigettato l’impostazione accusatoria secondo cui il mio ruolo sarebbe stato puramente formale, evidenziando che nonostante “l’esuberanza caratteriale” del patron del Palermo Calcio, ho gestito la Società con pienezza di poteri, indipendenza ed autorevolezza, ed ha quindi respinto la richiesta dei pubblici ministeri. Per sostenere il suo impianto accusatorio, la Procura mi ha iscritto nel registro degli indagati sempre in relazione alla nota vicenda del marchio, già vagliata dall’Autorità Giudiziaria e da numerosi consulenti, omettendo di considerare la notevole riduzione del credito vantato nei confronti di Alyssa rispetto a quello originariamente iscritto nei bilanci societari del 2016 e di rappresentare che, nel frattempo, Alyssa ha provveduto a versare parte della somme originariamente dovute alla società di € 40.000.000, che oggi sono ridotte ad € 28.500.000.

La Procura contesta che tale credito, al quale il Palermo Calcio non ha mai rinunciato e che sta riscuotendo, sarebbe stato riportato nei prospetti e nelle comunicazioni inoltrate periodicamente all’organismo di vigilanza Covisoc, che – a conoscenza della intera vicenda giudiziale pendente – ha verificato tali documenti con le rituali visite ispettive presso la nostra sede non rilevando alcuna anomalia. Sul merito naturalmente non ho altro da aggiungere e confido nel sereno giudizio dei Giudici. Ulteriore novità è la richiesta di sequestro per oltre 50 milioni di euro che il Gip ha accolto nella misura di soli euro 1.100.000,00: non entro nel merito del provvedimento per rispetto al giudizio del Tribunale del riesame che sarà chiamato a pronunciarsi a breve; mi preme solo sottolineare che come indicato nel provvedimento stesso, tale sequestro è essenzialmente posto a garanzia del pagamento della rateizzazione delle imposte e delle eventuali sanzioni in caso di mancato rispetto delle rate, ad oggi tutte puntualmente pagate. Ad oggi, quindi, la Società non ha alcun debito erariale scaduto e non onorato e il provvedimento di sequestro di € 1.100.000 – avvenuto il giorno in cui sono stati pagati anche gli stipendi e l’iscrizione al campionato, che scadeva fatalmente proprio oggi – è riuscito solo a confermare – qualora ve ne fosse ancora bisogno – che la Società non si trova in stato di insolvenza.

Questa la successione degli eventi e delle richieste della Procura. Tali richieste, se accolte, avrebbero comportato la scomparsa della nostra squadra dai campionati nazionali, squadra che oggi, invece, è iscritta in serie B e che continua a lottare per raggiungere la massima serie, dove credo meriti di stare.  Come ho recentemente osservato, ognuna di queste vicende è coincisa temporalmente sempre con i momenti più topici dell’attività sportiva ed amministrativa della società, come quest’ultima che irrompe nel momento della iscrizione al campionato, del pagamento degli stipendi, delle azioni davanti alla Giustizia sportiva. Fin quando mi sarà consentito continuerò a svolgere il mio ruolo rivendicando la necessità che nel calcio siano sempre garantite sportività, legalità e trasparenza, soprattutto quando una squadra diviene proprietà morale e valore aggiunto di un’intera città, come il Palermo.

La città di Palermo ha necessità di rivendicare oggi il ruolo ed il prestigio che le compete per importanza, per tradizioni, per qualità anche nel calcio, e il mio impegno personale e lo sforzo di tutto lo staff della Società è a tal fine proiettato. Non nascondo il mio dolore ed imbarazzo a trovarmi per la prima volta dall’altra parte di una barricata che ho tentato di difendere in trent’anni di professione, trovandomi oggi di fronte agli stessi Uffici con cui ho condiviso il mio percorso professionale. Resta ferma la mia fiducia nella Giustizia e l’invito a collaborare anche preventivamente con la magistratura per prevenire il verificarsi di situazioni che non giovano alla squadra del Palermo Calcio e, quindi, a tutta la città”.

Il Presidente Giovanni Giammarva