Palermo, Gardini: “Ogni stagione lascia rimpianti e rammarichi, ma il nostro campionato non è stato fallimentare”

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L’ad del Palermo, Giovanni Gardini, ha tracciato un bilancio della stagione appen

L’ad del Palermo, Giovanni Gardini, ha tracciato un bilancio della stagione appena conclusa:

“Abbiamo iniziato la stagione con l’obiettivo di essere competitivi per la Serie A e ci siamo andati vicini perché abbiamo giocato una semifinale contro la squadra che poi è andata in A meritando ampiamente la promozione. Certamente durante la stagione ci sono stati troppi alti e bassi, siamo stati poco continui e questo ci ha penalizzati. Ogni stagione lascia rimpianti e rammarichi, ma abbiamo fatto un passo in avanti rispetto alla stagione precedente, quando avevamo sfiorato i play off. Quest’anno abbiamo fatto un buon risultato, ma siamo anche amareggiati, si doveva e si poteva fare di più. Questo non vuol dire che la stagione sia fallimentare, ma si poteva ottenere un risultato migliore”.

“Abbiamo sempre detto che il cambio di allenatore non è la soluzione ai problemi, deve succedere quando sei arrivato a un punto di non ritorno. Noi a un certo punto della stagione siamo andati in difficoltà, il perdurare di risultati negativi e le performance sotto lo standard ci hanno indotto a cambiare. Non era il nostro obiettivo, abbiamo la necessità di trovare maggiore forza, volontà, coesione e ricerca di un risultato tutti assieme. Solo così si può pensare di ottenere l’obiettivo prefissato. Questo club vuole mettere tutti nelle migliori condizioni di svolgere le proprie mansioni. Da me in giù tutti sanno quello che possono trovare. Il cambio di allenatore è una sconfitta per tutti noi. Da quel momento la squadra ha avuto la possibilità di ottenere un sesto posto che non era auspicato, ma siamo sempre stati dentro ai play off per tutta la stagione. Dobbiamo migliorare”.

“L’obiettivo della prossima stagione è quello di migliorarci, essere ancora più competitivi per la Serie A. Questo non vuol dire avere l’assillo. Non si va in Serie A perché ci si chiama Palermo o perché abbiamo un gruppo di tifosi meraviglioso, unico al mondo. Ci si va con il lavoro, con il sacrificio, con la dedizione, la voglia di raggiungere qualcosa di importante. Per fare questo bisogna partire dalla coesione, tutte le componenti, da me alla parte sportiva, alla parte business, ai tifosi devono avere un obiettivo comune, sostenere la squadra e pensare che c’è chi lavora quotidianamente, cerca di meritarsi di vestire una maglia gloriosa come quella del Palermo e deve per forza riuscire a farlo. Le difficoltà ci sono, vanno superate. Noi riusciremo ad andare in Serie A nel momento in cui riusciremo a gestire il momento negativo. Se invece non siamo in grado di gestirlo o ci facciamo travolgere dalla pressione, dalla negatività, non andiamo da nessuna parte. Essere costanti è fondamentale in Serie B. Non possiamo pensare di vincere tutte le partite 3-0, ma di contro non possiamo uscire dal campo senza aver dato il 100%. Quando dopo Venezia Brunori ha detto che ci è mancato l’equilibrio, intendeva dire che noi dobbiamo essere un gruppo unito, che vuole. Il gruppo è il Palermo, quello che rappresenta nel mondo. Non dobbiamo individuare un colpevole o un responsabile. Dobbiamo trasformare quella pressione in fattore positivo, in energia, per ottenere un traguardo che tutti vogliamo raggiungere, dall’azionista all’ultimo dei tifosi. Per far questo bisogna essere coesi, lavorare in un’unica direzione. Questo non vuol dire non essere critici o non vedere le cose, ma capire che ci sono molte persone che lavorano per questo obiettivo che sarà raggiunto”.

“Ci sono delle novità, prima di tutto però vorrei ringraziare Leandro Rinaudo che per due stagioni è stato il nostro ds, al quale abbiamo comunicato di non voler rinnovare il contratto. Ha fatto un ottimo lavoro, ma siamo chiamati a fare delle scelte e quindi riteniamo di cambiare. Al contempo vogliamo ringraziare anche Michele Mignani e il suo staff perché in poche settimane è riuscito a farsi apprezzare come allenatore e come persona. Abbiamo affidato la guida tecnica a Morgan De Sanctis, un giovane direttore sportivo che ha una vastissima esperienza da calciatore in ambito internazionale, che ha una conoscenza del calcio e che si adatta alle nostre caratteristiche. Dopo la scelta del ds, la seconda figura importante era quella dell’allenatore e abbiamo individuato in Alessio Dionisi la persona che ci dovrà condurre in questo viaggio che riteniamo possa essere molto speciale e particolare. È uno dei tecnici giovani emergenti che ha riscosso maggior successo negli ultimi anni. Ha fatto un viaggio sportivo significativo perché ha fatto un po’ tutte le categorie del calcio. Ha già vinto la B, è stato protagonista in A ma conosce il calcio dalla base, dalla gavetta, questo per noi è sinonimo di determinazione, attenzione, cose che per noi sono molto importanti. Il calcio oggi è un’azienda, all’interno bisogna lavorare in tutte le aree, perché ci vengono chiesti dei risultati da ottenere, target da raggiungere. È fondamentale avere un gruppo di lavoro che in termini di qualità e quantità sia presente e sposi la nostra idea di calcio. Cosa vuol dire questo? Serve gente che venga a Palermo con entusiasmo, determinazione, voglia e cattiveria agonistica di poter contribuire a entrare nella storia della società. In questi due soggetti abbiamo visto gli occhi della tigre pronti per far questo”.