Morgia a GS.it: “Vorrei lasciare la panchina per seguire nuovo progetto. Marsala? Se ci fosse la possibilità…”

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Ha allenato in Sicilia alla fine del millennio scorso, tra Marsala e Pal

Ha allenato in Sicilia alla fine del millennio scorso, tra Marsala e Palermo, ma continua ad essere amatissimo. Nella stagione appena conclusa ha guidato la Nocerina ottenendo un discreto terzo posto, ci riferiamo ovviamente a Massimo Morgia, tecnico classe 1951, con cui abbiamo fatto il punto della situazione sul passato recente e sul futuro prossimo. Queste le sue parole a Goalsicilia.it.

Mister, partiamo da una valutazione di questa stagione…

“Non si è chiusa benissimo. A sette giornate dalla fine credevamo di potercela fare, tuttavia abbiamo avuto tanti problemi. Dalle assenze dei due giocatori più rappresentativi, Russo e Cavallaro, ai due rigori decisivi sbagliati, poi purtroppo sono venuti a galla i problemi societari ed è andata così”.

Quando le cose vanno bene si riesce a tenere fuori i problemi extra campo, quando non gira riaffiorano…

“Esatto, cinque o sei mesi senza stipendi almeno un pizzico ti condizionano. È stata comunque per me un’annata molto bella, l’affetto della città a tutti noi è stato emozionante fino alla fine. Questo è il calcio che io amo, al di là del risultato in sé”.

Da tanto tempo non tornavi a lavorare al Sud, 10 anni fa la Juve Stabia…

“Io al Sud sto bene, mi sento un uomo di queste parti. Ho deciso di accettare la Nocerina nonostante mi fossi imposto di non allontanarmi più molto da dove abito, in Toscana. A Nocera però avevo giocato e non avevo mai allenato una squadra in cui ero anche stato calciatore, quindi mi ha attirato l’idea”.

Adesso vacanza, poi…?

“Si aspetta e vedremo quello che viene fuori (ride, ndr)”.

La tua aspirazione qual è?

“Io non guardo la categoria, vado solo dove percepisco ci sia un progetto valido. Da anni spero ci sia una possibilità che vada oltre alla panchina”.

A cosa ti riferisci?

“Un progetto a lungo termine sul Settore giovanile. Una sorta di Responsabile tecnico, metterei la mia esperienza a disposizione sì dei ragazzini ma anche dei giovani tecnici che li guidano”.

Si potrebbe aprire qualche porta in Sicilia per questo?

“Non lo so, sono qua e aspetto. Chiunque mi contatta sa che dopo tanti anni di panchina mi piacerebbe fare questo tipo di esperienza”.

Il Marsala giocherà in D, i tifosi sui social scrivono che ti vorrebbero lì…

“Arrivano anche a me tanti messaggi e ne approfitto per ringraziare tutti”.

Che ne pensi di questa possibilità? Hai avuto qualche contatto?

“No, nessun contatto. A Marsala ho tanti amici veri, sia miei che della mia famiglia. È una piazza dove, se dovessi tornare un giorno, lo farei credo per stabilirmici in pianta stabile. Ci dovrebbero essere basi davvero solide per fare una scelta del genere. Dove c’è tanto affetto reciproco, come in questo caso, ci si sente ancora più obbligati a fare bene. Per fare bene non conta solo chi sta nella parte operativa, ma soprattutto chi gestisce la parte economica/gestionale…”.

Se oggi il Marsala ti chiamasse e ti proponesse questo ruolo di Responsabile, la tua figura potrebbe essere ‘un peso’ per il tecnico della prima squadra?

“No, credo proprio che non esistano persone pesanti se si segue un programma serio. Nella mia vita ho dimostrato che se c’è una cosa che mi contraddistingue è la lealtà. Se sposo un progetto, un ruolo, vado fino in fondo, non cambierei strada facendo”.   

Un ruolo del genere a Marsala quindi ti piacerebbe…

“Ti ripeto ciò che ti ho detto prima. Con un progetto serio, che mi permetta di sviluppare ciò che ho in testa, che tra l’altro ho già applicato a Siena e Pistoia, beh perché no?”.

Ultima curiosità, che ricordo hai del Marsala che allenavi oltre 20 anni fa?

“Un gruppo rimasto intatto anche oggi, a distanza di anni. Da Sorce a Barraco, passando per Semplice, Coppola, Ingrosso, Direnzo, Fabiani, Tommaso Napoli, Leto, giusto per citare qualcuno. Con tutti loro ci sentiamo spesso, un gruppo che si vuole bene anche oggi a distanza di tanti anni”.