Gela, Zeman a GS.it: “La politica non può avere la meglio sul calcio. Sul campo mi sto divertendo“

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Il Gela vince e convince. Alla guida dei biancazurri c’è Karel Zeman

Il Gela vince e convince. Alla guida dei biancazurri c’è Karel Zeman con tutto il suo carisma. Proprio il tecnico è intervenuto ai microfoni di Goalsicilia.it nella settimana che porterà al big match contro il Bari.

Domenica sarà una grande partita.

“A livello tecnico loro sono di altra categoria. Noi cercheremo di fare del nostro meglio ma sappiamo che, se loro saranno in giornata, per noi diventa una gatta da pelare non di poco conto”.

Parliamo di una nota dolente. Dove si gioca domenica?

“Ah non lo so (ride ndr), io sto allenando ma non compete a me il campo di gioco”.

Si va verso il ‘Presti’ a porte chiuse. Sarebbe un peccato giocare una partita del genere senza pubblico.

“Ancora più del solito, è sempre un peccato. Stiamo facendo qualcosa di bello e vorremmo farlo per qualcuno”

Quanto ti pesa questa situazione?

“Tantissimo, il calcio è lo sport nazionale ed è fatto per il pubblico, se il pubblico non ci può essere, il calcio non ha motivo di esistere. Stiamo facendo un cammino più per noi stessi che per gli altri, a me piace allenare per gli altri”.

Può essere il Gela l’anti Bari?

“Anti Bari non esisterebbe in nessuno dei nove gironi, purtroppo però ad Agosto è andata così. Secondo me non bisognava accettare questa situazione, non so da dove è arrivata, però una volta che partecipano al campionato, penso che il primo posto spetta a loro”.

Col primo posto del Bari e dei play off di D che non garantiscono la promozione, si rischia di giocare per niente.

“Si può sperare nella graduatoria ripescaggi visto che ogni anno servono squadre da ripescare, meglio trovarsi in una posizione alta di graduatoria”.

Fin qui il cammino del Gela è super positivo.

“Stiamo lavorando al meglio, ogni allenamento mi soddisfa sempre di più. In partita è difficile ripetere il grande lavoro della settimana ma ci stiamo togliendo delle belle soddisfazioni. Forse non ho mai avuto un gruppo che mi segue con così tanta attenzione e voglia di lavorare”.

Come hai trovato questa categoria?

“Ovviamente c’è differenza a livello organizzativo e logistico, il campo è sempre uguale però…è ovvio, il professionismo mi manca un po’ (ride ndr)”.

Ti stai trovando bene in Sicilia?

“Fuori di dubbio, non ci avevo mai lavorato. Ci sono nato e cresciuto e quindi non vedevo l’ora di fare un’esperienza qui con i vantaggi e gli svantaggi che ci sono”.

Problemi e società dimissionaria, come vivete questa situazione dall’interno?

“Ho un ruolo diverso da quello degli altri: i calciatori a dicembre, in caso negativo, potrebbero svincolarsi tutti e trovare un’altra sistemazione, per me è diverso, io, per lo meno in Italia, non posso allenare da nessun altra parte, quindi forse ci tengo più di chiunque altro. E’ una cosa che ci dispiace, però comprendiamo le ragioni. Stiamo parlando di calcio e la politica non può mai avere la meglio sul calcio, qui il problema mi sembra politico”.

Hai qualche sassolino da toglierti dalle scarpe?

“Si dice che polemizzo sempre, io quando mi viene chiesto, dico quello che succede. Se mi danno due rigori che non ci sono e un’espulsione contro lo devo dire e devo constatare che in undici contro undici il Messina perde con tutti e avrebbe perso anche con noi. Se uno dice la verità, non polemizza, io sono sereno e tranquillo invece sembra che stia tutto il giorno a rompere muri o inventarmi cose”.