Canicattì, Cordaro a GS.it: “Qua si fa professionismo, società d’altra categoria. Futuro? Non smetto e vorrei allenare…”
Qualcuno lo dava per finito, non solo ha fatto zittire i detrattori ma si è dimostrato ancora un
Qualcuno lo dava per finito, non solo ha fatto zittire i detrattori ma si è dimostrato ancora una volta uno dei calciatori più talentuosi del panorama calcistico regionale. Ci riferiamo a Mariano Cordaro, fantasista del Canicattì, con cui abbiamo fatto il punto della situazione. Queste le sue parole a Goalsicilia.it.
Mariano, domenica scorsa 3-0 sul Kamarat: è così netto come sembra?
“Per carità, non ci hanno mai impensierito più di tanto, ma nella prima frazione abbiamo avuto qualche difficoltà a concretizzare mentre nella ripresa dopo aver sbloccato si è messo tutto in discesa”.
Avete vissuto un’annata altalenante, ora però siete in serie positiva da ben sette giornate. Cosa è cambiato?
“Credo ci sia stata una svolta dal punto di vista mentale. La squadra è giovane, la maggior parte dei ragazzi non ha mai lottato per obiettivi di alta classifica. Ci può stare che nei momenti clou è mancata un po’ d’esperienza, ora invece c’è grande consapevolezza dei nostri mezzi. Se in passato capitava che perdevamo o pareggiavamo per piccoli errorini, ora siamo più bravi a gestire”.
Tra l’altro in ben sei gare su sette di questo filotto non avete subito gol…
“Aggiungo che lo abbiamo subito col Dattilo, con cui abbiamo pareggiato, ma con grande rammarico perché abbiamo sprecato di tutto e avremmo meritato i tre punti”.
In questo momento siete quinti…
“Adesso i play off dipendono da noi, ma purtroppo non solo. Nel senso che se la distanza dal Licata sarà superiore a 10 punti ahimè non si giocheranno spareggi. Al momento è di 9 punti, puntiamo a mantenerla tale”.
Adesso Campofranco, poi la capolista Marsala…
“Contro chi giochiamo non importa, noi vogliamo solo fare sei punti. Certo se il Licata facesse un mezzo passo falso domenica e noi battiamo il Campofranco a quel punto saremmo dentro, ma non credo che i gialloblù inciamperanno”.
Che giudizio dai a questo campionato?
“Si è confermato quello che pensavo ad inizio stagione. Rispetto a qualche anno fa il livello si è abbassato, da metà classifica alla zona retrocessione i punti di distacco non sono tanti e ancora ci sono tanti verdetti da definire. Il livello non è altissimo, le partite sono sempre equilibrate ma credo verso il basso”.
E che giudizio dai alla vostra stagione?
“Avremmo potuto raccogliere di più. Sul piano del lavoro e dell’organizzazione siamo tra le società top del girone. Non è stato facile amalgamare un gruppo di giocatori mix tra chi arrivava dalla Promozione, giovani e altri che non avevano mai lottato per obiettivi importanti. Purtroppo abbiamo sbagliato partite con squadre di bassa classifica, mentre negli scontri diretti sono arrivati sempre ottimi risultati”.
Che insidie può nascondere la partita col Campofranco di domenica?
“Ogni partita può nascondere difficoltà se non giochi col piglio giusto. Per esempio a Monreale abbiamo vinto ma non era così scontato, poteva tranquillamente finire 0-0 e nessuno avrebbe potuto dire nulla. Il Campofranco sta lottando per non retrocedere direttamente, magari ha una situazione difficile dal punto di vista societario, ma ha degli elementi ottimi che se fossi allenatore chiamerei nella mia squadra”.
L’anno scorso avevi il dubbio se continuare o meno, adesso?
“Nella scorsa stagione il dubbio era fondato, mi ero lasciato andare perché giocavo a Favara da anni, mi ero un po’ appiattito. Quest’anno ho trovato nuovi stimoli, ti dico sinceramente che qui si fa professionismo non Eccellenza, questo Canicattì ha una società che merita altre categorie. Sette allenamenti a settimana, palestra, programma di lavoro puntiglioso, ritiro pre-partita. Ho ripreso a giocare a buoni livelli, peso 10 chili in meno dell’anno scorso (ride, ndr). Sono passato dal volere smettere a volere continuare il più a lungo possibile”.
Quindi continui?
“Il mio obiettivo è prendere il patentino per potere anche allenare, ma sicuramente voglio continuare a giocare”.
Un doppio ruolo alla Contino a Favara, allenatore/giocatore, ti attrae?
“Mi piacerebbe ma sin da inizio stagione, a campionato in corso non lo farei. Se dovessi essere io a costruire la squadra, facendo per bene il mio lavoro, l’idea mi alletta”.