Zenga-Siracusa, rottura definitiva: «Il lavoro si paga, è una questione di dignità»
L’ex tecnico ha messo in mora il club aretuseo: contestati cinque stipendi arretrati e alcuni rimborsi spesa. La parola passa ai tribunali.
SIRACUSA – Si è conclusa nel peggiore dei modi la collaborazione tra Walter Zenga e il Siracusa, iniziata lo scorso anno con entusiasmo e grandi aspettative. L’ex portiere e allenatore ha infatti deciso di mettere in mora la società aretusea, accusandola di non aver corrisposto cinque mensilità e diversi rimborsi spesa, per una somma complessiva stimata intorno ai 25 mila euro.
Il contratto di Zenga non si limitava agli aspetti tecnici, ma prevedeva anche un ruolo nella promozione del brand Siracusa e nel reperimento di sponsor e partnership. Secondo l’ex allenatore, il club non avrebbe rispettato gli impegni economici, mentre il presidente Ricci replica sostenendo che Zenga si sarebbe limitato a presenziare in città solo due weekend al mese, con tutte le spese a carico della società.
Il messaggio social
La controversia, destinata a spostarsi ora nelle aule dei tribunali, è stata accompagnata da un lungo sfogo pubblicato da Zenga su Instagram. «Il lavoro si paga – ha scritto –. Chiedere ciò a cui si ha diritto è una questione di dignità e rispetto. Un datore di lavoro ha il diritto di essere scontento di un dipendente, ma in quel caso lo comunica e adotta le iniziative del caso. Quello che un datore di lavoro non fa è usufruire delle prestazioni di un dipendente senza pagarlo, salvo poi sollevare obiezioni quando gli viene chiesto di rispettare il contratto».
Zenga ha aggiunto: «I fatti sono fatti e verranno accertati nelle sedi competenti. Le cifre di cui si parla nei media sono inferiori a quelle reali. Ringrazio chi mi ha espresso solidarietà e supporto, a chi invece mi ha insultato auguro di non trovarsi mai in una situazione simile».
Il futuro
Il caso Zenga-Siracusa rischia di trasformarsi in un contenzioso lungo e complesso, con ripercussioni anche sull’immagine della società. Per ora resta una certezza: l’esperienza aretusea dell’ex “Uomo Ragno” si è chiusa nel segno della frattura.