Dopo sei sconfitte in sette partite, per il Siracusa arriva la sfida che può cambiare la stagione — e forse anche il futuro del tecnico Marco Turati. Nonostante la fiducia più volte ribadita dal presidente Paolo Ricci, il match di domani contro il Catania assume il valore di uno snodo decisivo.
La classifica è impietosa e, come ammette lo stesso allenatore, «i complimenti non fanno punti». Contro i rossazzurri, formazione costruita per lottare ai vertici e tecnicamente superiore, il margine d’errore dovrà essere ridotto al minimo.
Alla vigilia della gara, Turati ha parlato con i giornalisti soffermandosi su concentrazione, equilibrio e spirito di squadra: «Mi aspetto un Catania forte – ha dichiarato –. I numeri lo dimostrano: è la squadra che ha subito meno tiri e riesce a far gol praticamente in tutti i modi. Ma non ci diamo per battuti e anche domani proporremo quello su cui lavoriamo quotidianamente».
Il tecnico siracusano ha poi sottolineato la vicinanza del pubblico: «Vogliamo dare una gioia alla nostra gente, che in settimana ci ha fatto sentire tutto il suo calore. Come sempre, abbiamo preparato un piano A e un piano B, in base a come si svilupperà la partita».
Turati riconosce la forza dell’avversario ma invita i suoi a giocare con coraggio e attenzione: «Non si può pensare di non concedere nulla a una squadra così forte, che ha tante armi per far male. Dovremo cercare di tenere i loro attaccanti il più lontano possibile dalla nostra area: più resteranno fuori dai nostri sedici metri, meglio sarà per noi».
Per il Siracusa, quella contro il Catania è una partita dal peso specifico enorme: non solo per la classifica, ma anche per il destino del suo allenatore.