Il campionato di Serie D, Girone I si avvia alla conclusione, ma il recente ritiro dell’Akragas ha modificato gli equilibri della classifica, influenzando sia la lotta al vertice che la corsa salvezza. Per analizzare la situazione, Stadionews.it ha intervistato Graziano Strano, ex direttore generale del club agrigentino.
Direttore, finora che stagione è stata?
“È stato un campionato articolato in più fasi. All’inizio c’erano tante squadre che volevano tentare il salto di categoria: ovviamente Siracusa e Reggina, ma anche Pompei e Vibonese. A loro si è aggiunta la sorpresa Sambiase. Meritano una citazione anche la Scafatese, che ha costruito uno squadrone grazie a uno dei direttori sportivi più importanti della categoria, Pietro Fusco. Nel corso della stagione i ruoli si sono delineati e ognuno ha perseguito il proprio obiettivo”.
Chi la spunterà tra Siracusa e Reggina?
“È una corsa a due avvincente. Difficile prevedere chi avrà la meglio, sicuramente la differenza la faranno la calma e la tranquillità societaria. A questo punto della stagione, meno si parla e meglio è. Secondo me si deciderà tutto in extremis, non vedo una delle due in netto vantaggio”.
Lotta per la salvezza apertissima…
“Con la rinuncia dell’Akragas sono cambiate molte cose. Tante squadre che sembravano vicine alla quota salvezza dovranno ancora giocarsela, a partire dal Favara, ma anche la Sancataldese e l’Acireale. Il Sant’Agata ha fatto un grande girone di ritorno e dovrà continuare così. Anche in questo caso, come nella lotta al vertice, penso che tutto si deciderà al fotofinish”.
Sei stato all’interno della società Akragas prima di fare un passo indietro. Cosa è successo quest’anno?
“Ho avuto l’onore di essere il direttore generale di questa squadra per due anni, con tutti gli intenti rispettati dal patron Deni. Purtroppo, all’inizio di questa stagione sono stati commessi errori e, a causa di scelte sbagliate – in totale buona fede – si è andati in default. Quando ho capito che le problematiche erano extracalcistiche, ho deciso di fare un passo indietro. Porterò sempre nel cuore la tifoseria agrigentina e la città di Agrigento, anche perché ormai per motivi personali vivo proprio nella città dei Templi”.