“Riaprire l’indagine dopo 20 anni”: torna in tribunale il processo Calciopoli | Sul banco degli imputati non solo la Juventus

Dopo quasi 20 anni si torna a parlare di Calciopoli, chiesta a gran voce una riapertura delle indagini.
Calciopoli è stato uno degli scandali più gravi nella storia del calcio italiano, emerso nel 2006. L’inchiesta ha rivelato un sistema illecito in cui dirigenti di club, arbitri e funzionari federali manipolavano designazioni arbitrali per influenzare i risultati delle partite.
Le conseguenze per le società coinvolte sono state severe. La Juventus è stata retrocessa in Serie B, le sono stati revocati i titoli di campione d’Italia 2004-2005 e 2005-2006, e le è stata inflitta una penalizzazione di 9 punti nel campionato di Serie B 2006-2007 . Altre squadre, come Fiorentina, Lazio, Milan, Reggina e Arezzo, hanno ricevuto penalizzazioni in punti, ma hanno evitato la retrocessione diretta.
A livello individuale, le sanzioni sono state altrettanto gravi. Luciano Moggi e l’ex amministratore delegato della Juventus, Antonio Giraudo, sono stati radiati dal calcio italiano. Anche altri dirigenti e arbitri sono stati sanzionati, con pene che variavano dalla sospensione a sanzioni pecuniarie.
Calciopoli ha avuto un impatto duraturo sul calcio italiano, minando la fiducia nel sistema e portando a riforme nel processo di designazione arbitrale e nella governance delle leghe calcistiche. L’eco dello scandalo si è protratta per anni, con dibattiti legali e sportivi che ne hanno discusso le implicazioni e le conseguenze.
Il nodo intercettazioni
Le intercettazioni telefoniche sono state al centro delle polemiche dello scandalo Calciopoli. Nel 2006, l’inchiesta rivelò un sistema illecito di manipolazione delle partite attraverso contatti tra dirigenti, arbitri e funzionari federali. Tuttavia, emersero controversie riguardo alla gestione e selezione delle intercettazioni. Secondo quanto riportato da “Tuttosport”, alcune telefonate ritenute rilevanti, furono inizialmente segnalate dai carabinieri ma successivamente non trasmesse ai pubblici ministeri.
Inoltre, la trasmissione televisiva “Report” ha rivelato che delle 170.000 intercettazioni effettuate, solo 25 riguardavano la Juventus, mentre molte altre, potenzialmente significative, furono omesse. Questo squilibrio ha alimentato sospetti di un trattamento parziale delle prove, con alcune telefonate non prese in considerazione.
“Bisogna riaprire le indagini”
Molti tifosi sui social chiedono la riapertura delle indagini su Calciopoli, sostenendo che le intercettazioni telefoniche non furono utilizzate in modo equo. In particolare, si lamenta che alcune conversazioni che coinvolgevano dirigenti dell’Inter, non furono prese in considerazione, mentre quelle relative alla Juventus furono ampiamente diffuse.
L’avvocato Silvia Morescanti, difensore dell’ex designatore Paolo Bergamo, ha sollevato dubbi sulla gestione delle intercettazioni. In un’intervista ha dichiarato che furono consegnati al procuratore Borrelli alcuni atti ufficiali ma che furono ignorati, suscitando perplessità sulla completezza dell’inchiesta.