Il club peloritano deve saldare gli stipendi ai tesserati e ottenere le liberatorie per presentare la domanda di partecipazione alla Serie D. In caso contrario, sarà esclusione definitiva.
L’Acr Messina è arrivato al capolinea. Entro le ore 17 di oggi, la società dovrà presentare la domanda d’iscrizione al prossimo campionato di Serie D, ma per farlo sarà indispensabile prima saldare gli stipendi arretrati ai tesserati e ottenere da loro le liberatorie. Un passaggio obbligato per formalizzare l’istanza. In caso contrario, il club rischia la scomparsa definitiva dal calcio italiano.
Come riportato da Fabrizio Bertè su la Repubblica Palermo, l’Acr, se dovesse riuscire nell’impresa, ripartirebbe dalla Serie D ma con una penalizzazione di 14 punti. Un handicap pesantissimo che renderebbe complicatissima la sopravvivenza sportiva.
Il caos è figlio della tormentata gestione societaria. A gennaio, l’Aad Invest Group ha rilevato l’80% delle quote del club, ma non ha onorato i pagamenti verso i calciatori da febbraio a maggio. I rappresentanti della nuova proprietà, Doudou Cissé e Alexandre Chateaux, si sono poi resi irreperibili. L’ex consulente Francesco La Fauci ha preso le distanze, e l’unico rimasto è Pietro Sciotto, ex presidente e socio di minoranza con il 20% delle quote.
La situazione debitoria è allarmante: secondo la Repubblica Palermo, i debiti sfiorerebbero il milione di euro. Su richiesta della Procura, la magistratura ha avviato un’indagine e il tribunale di Messina ha concesso due mesi per un piano di rientro. Ma il tempo stringe.
Il presidente in carica Stefano Alaimo, scelto da Cissé ma mai pienamente operativo (si era anche dimesso), ha di fatto rimesso ogni decisione nelle mani di Sciotto. L’obiettivo attuale della proprietà, riferisce sempre Bertè su la Repubblica Palermo, è evitare la liquidazione giudiziale. Ma per i tifosi giallorossi, l’Acr Messina è ormai «un morto che cammina».
Nel frattempo, si muove un’alternativa. Il Città di Sant’Agata, retrocesso in Eccellenza, ha annunciato il cambio di nome in Messina 1947 e punta a diventare la nuova squadra della città. Il club del presidente Maximiliano Sosa ha presentato la domanda di ripescaggio in Serie D e potrebbe ereditare, anche simbolicamente, l’eredità calcistica del capoluogo peloritano.
Ma tutto dipenderà dalle prossime ore. Se l’Acr non salderà i debiti e non presenterà l’iscrizione entro oggi, sarà fuori. Il 16 luglio la Covisod si esprimerà sulle domande pervenute. Per i club retrocessi dal professionismo, come l’Acr, è prevista un’ulteriore scadenza al 21 agosto: entro quella data, sarà obbligatorio pagare anche gli stipendi di giugno e versare i contributi al Fondo fine carriera.
Il destino dell’Acr Messina è appeso a un filo. E il tempo sta per scadere.