Repubblica: “Messina, futuro appeso a un filo. Restano sette giorni per evitare il fallimento”

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Il futuro dell’ACR Messina resta drammaticamente sospeso. Come riporta Fabrizio Bertè sulle pagine de la Repubblica – Palermo, l’udienza che avrebbe dovuto delineare il destino del club giallorosso si è risolta con una fumata nera. Martedì mattina, in tribunale, l’udienza è durata poco più di un’ora e non ha portato ad alcuna decisione definitiva: il giudice Daniele Carlo Madia si pronuncerà entro la prossima settimana.

Il club era rappresentato dagli avvocati Gianpiero Picciolo e Giuseppe Cicciari. Assenti tutti i soggetti principali: l’ex presidente Pietro Sciotto, il suo successore Stefano Alaimo, e gli amministratori Doudou Cissé e Alexandre Chateaux dell’AAD Invest Group, che dallo scorso gennaio detiene l’80% delle quote societarie. Di questi ultimi, come sottolinea Fabrizio Bertè nel suo articolo su la Repubblica – Palermo, non si hanno notizie da mesi.
Tra crisi e penalizzazioni: il rischio Eccellenza è concreto

I legali della società hanno chiesto l’accesso a uno strumento di regolazione della crisi, una formula prevista dal nuovo codice dell’insolvenza che si pone tra il concordato preventivo e la liquidazione giudiziale. Tale procedura consentirebbe alla società, ma anche a Sciotto che detiene ancora il 20% delle quote, di stilare un piano per il rientro dai debiti, stimati in circa un milione di euro. Il club, infatti, non avrebbe versato o avrebbe versato solo parzialmente sei mensilità fiscali. «Il Messina ha chiesto di accedere a un percorso controllato che possa garantire la continuità dell’attività aziendale», ha spiegato l’avvocato Cicciari.

Sullo sfondo pende la pesantissima penalizzazione di 14 punti, già inflitta per gravi ritardi nei pagamenti. Eppure, come spiega ancora Fabrizio Bertè su la Repubblica – Palermo, una decisione favorevole del giudice potrebbe permettere al club di ripartire dalla Serie D, iscrivendosi regolarmente entro il termine di 35 giorni.
Rischio fallimento e nessun salvatore all’orizzonte

Se invece l’istanza venisse respinta, si aprirebbe la strada verso l’ennesimo fallimento e, nella migliore delle ipotesi, si proverebbe a chiedere una deroga per ripartire dal campionato di Eccellenza. Un salto indietro drammatico per una piazza gloriosa come Messina, che rischia per la seconda volta in diciassette anni di chiudere la propria storia in un’aula di tribunale.

Nel 2008, fu il turno del Football Club Messina dei fratelli Franza: anche in quell’occasione il tribunale certificò lo stato d’insolvenza e avviò l’esercizio provvisorio sotto il controllo di un curatore fallimentare. Il club riuscì a salvarsi sul campo e il ramo sportivo venne poi ceduto all’ACR in un’asta pubblica.

Oggi però, a trentacinque giorni dalla chiusura delle iscrizioni e con quattordici punti di penalizzazione già sul groppone, è difficile immaginare un’operazione simile. I tempi sono troppo stretti e gli investitori appaiono scoraggiati. Come conclude Fabrizio Bertè su la Repubblica – Palermo, il Messina rischia davvero di scomparire di nuovo, e forse per sempre, dal calcio nazionale.