Patteggiamento e sei mesi di reclusione: “reato di concorso in falso e ricettazione” | Indagata anche la società

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Polizia Carabinieri (LaPresse) Goalsicilia

La Serie A è stata spesso al centro di scandali extra calcio che ha turbato l’intero sistema e molti club del massimo campionato. 

La Serie A ha una storia costellata di scandali che ne hanno macchiato l’immagine e minato la credibilità. Tra i più celebri e dirompenti si annoverano sicuramente i due “Totonero” degli anni ’80 e il più recente “Calciopoli” del 2006, esempi lampanti di come il sistema calcio sia stato vulnerabile.

Il primo “Totonero”, esploso nel 1980, rivelò un vasto giro di scommesse clandestine e partite truccate. Calciatori, dirigenti e altri personaggi del mondo del calcio furono coinvolti, portando a pesanti squalifiche e alla retrocessione in Serie B di club blasonati come Milan e Lazio.

Un secondo scandalo legato al Totonero scoppiò nel 1986, meno eclatante del primo ma comunque significativo, con nuove accuse di illeciti sportivi e scommesse clandestine che coinvolsero ancora una volta diversi attori del calcio italiano. Questi eventi dimostrarono una persistente fragilità del sistema.

Il punto più basso, per molti, fu raggiunto con “Calciopoli” nel 2006. Un’inchiesta complessa, basata su intercettazioni telefoniche, rivelò un sistema di designazioni arbitrali “pilotate” e influenze illecite da parte di alcuni dirigenti su partite di Serie A. Le conseguenze furono drammatiche: la retrocessione a tavolino della Juventus in Serie B, penalizzazioni per Milan, Fiorentina e Lazio.

I casi di età falsificate

La Serie A è stata teatro di episodi in cui giocatori sono stati schierati con documenti falsi, alterandone l’età o la nazionalità per aggirare le normativ. Un caso emblematico è quello di Eriberto, noto poi come Luciano Siqueira de Oliveira, che ammise di aver giocato con un passaporto che ne alterava l’età di quattro anni per apparire più giovane.

Non è stato da meno il caso “Passaportopoli” nei primi anni 2000, per il quale molti calciatori, come il portiere Dida del Milan, furono tesserati come comunitari ma attraverso documentazione tutt’altro che vera. E non era da meno quanto successo con l’interista Recoba…

San Siro curva (LaPresse) Goalsicilia

Il caos Passaportopoli

Nel 2001, il calcio italiano fu scosso dallo scandalo “Passaportopoli”, che coinvolse diversi club e giocatori per l’utilizzo di documenti falsi volti ad aggirare le norme sui calciatori extracomunitari. Tra i casi più eclatanti vi fu quello di Álvaro Recoba. Il “Chino” venne accusato di aver utilizzato un passaporto italiano falsificato per essere tesserato come comunitario.

A seguito delle indagini, Recoba scelse di patteggiare la pena. Come riportato dalla “Gazzetta dello Sport”, il Giudice per le Indagini Preliminari di Udine accolse la richiesta di patteggiamento infliggendo la pena di sei mesi di reclusione, che fu poi sostituita con una multa di 21.420 euro per i reati di concorso in falso e ricettazione. Anche Gabriele Oriali, dirigente dell’Inter all’epoca, patteggiò con una pena analoga.