
Il 2025 si chiude nel peggiore dei modi per il Paternò. Il clima che si respira in casa rossazzurra è pesante, quasi surreale, per una società alle prese non solo con una crisi di risultati, ma soprattutto con profonde difficoltà organizzative. Un assetto societario mai realmente stabile e una gestione che, come evidenzia La Sicilia, non ha ancora trovato continuità.
Dopo l’ennesima sconfitta è arrivata la decisione più drastica: le dimissioni dell’allenatore Peppe Mascara, seguite dall’azzeramento dell’assetto tecnico-dirigenziale annunciato dal presidente Yahya Kirdi. «Siamo assolutamente determinati a risalire la china – ha dichiarato Kirdi a La Sicilia – e per superare questo momento critico stiamo provvedendo a dotare la società di una rosa efficace e di uno staff dirigenziale competente e compatto». Parole già ascoltate in passato, ma che al momento si scontrano con una classifica impietosa.
Il Paternò è infatti ultimo, nonostante gli investimenti già sostenuti dalla proprietà. Alla ripresa degli allenamenti, inoltre, alcuni calciatori non si sono presentati, manifestando la volontà di cambiare aria. Al “Carone” di Ragalna a guidare le sedute è al momento Ciccio Millesi, già vice di Mascara, in attesa che la società sciolga le riserve sul nuovo allenatore dopo le inattese dimissioni dell’ex attaccante del Catania, arrivato a racimolare appena 4 punti in 10 gare.
Mascara era giunto a Paternò con grandi aspettative, ma non è mai riuscito a trovare una reale sintonia con il direttore sportivo Concetto Papa. Le scelte di mercato non hanno prodotto gli effetti sperati, con diversi calciatori rivelatisi inadeguati al progetto di rafforzamento, anche per difficoltà di ambientamento e comunicazione. Emblematico, come ricorda La Sicilia, il caso dell’attaccante macedone Strahinja Krstevski: una sola apparizione contro la Reggina e un bottino di appena tre gol segnati dal 2021 a oggi. Troppo poco per colmare il vuoto offensivo di una squadra che, insieme al Ragusa, vanta il peggior attacco e la peggior difesa del campionato.
La squadra prosegue intanto la preparazione sotto la guida di Millesi, che ha diretto anche una doppia seduta. Gli allenamenti continueranno fino al 30 dicembre, poi lo “sciogliete le righe” prima di riprendere il 2 gennaio, a ridosso della prima gara del girone di ritorno contro la Vibonese.
I prossimi quindici giorni saranno decisivi per il futuro del Paternò. Il 31 dicembre incombono le scadenze federali, fondamentali per certificare il pagamento di stipendi e contributi ed evitare ulteriori penalizzazioni. Parallelamente, per tentare di salvare la stagione, la società dovrà intervenire sul mercato con innesti in grado di fare realmente la differenza. Un’operazione complessa, vista la situazione attuale, ma ritenuta l’unica strada percorribile per scongiurare uno scenario simile a quello vissuto dall’Akragas nella scorsa stagione, che rivoluzionò la classifica.
Un timido segnale di discontinuità si è visto domenica scorsa contro la Nissa, con il ritorno in campo di Davide Cicero e Fabio Virgillito, due elementi che avevano già manifestato la volontà di proseguire il progetto. I primi interventi organizzativi hanno migliorato l’accoglienza e l’immagine societaria, ma, come sottolinea La Sicilia, da soli non bastano per vincere le partite.
Resta infine il nodo del rapporto con la tifoseria, ormai ridotta a numeri esigui e fortemente critica verso alcune figure dell’entourage societario. I cori di disappunto hanno colpito il presidente Kirdi e il suo vice Kamal, che hanno lasciato lo stadio in anticipo. Un epilogo amaro, soprattutto se si pensa all’entusiasmo di luglio, quando l’arrivo del magnate sirio-canadese a Palazzo Alessi, accolto insieme all’amministrazione comunale, aveva fatto sognare un Paternò ambizioso e protagonista nella lotta al vertice. Un sogno che, oggi, appare lontanissimo.
