Paternò, la protesta dei tifosi scuote la città: «Non siamo un hobby, siamo identità»
Ancora un’estate senza certezze. Ancora un luglio carico di dubbi e attese. A Paternò il calcio è sospeso, in bilico tra silenzi societari e il timore di un futuro che non arriva. Ma a rompere il silenzio, stavolta, sono i tifosi. E lo fanno con un comunicato durissimo, diretto, che ha già fatto il giro dei social e delle piazze.
Un grido che arriva dalla pancia della città, firmato dai gruppi organizzati della Curva Sud, dagli Irriducibili, dal Gruppo Solitario e da tantissimi sostenitori del Paternò Calcio: «Siamo stanchi. Stanchi di vivere ogni luglio tra incertezze. Una città come la nostra non merita questo limbo».
Una presa di posizione che va oltre il campo e i risultati. Non si parla di moduli, formazioni o mercato: si parla di appartenenza. Di amore per una maglia che viene prima di tutto. «Seguiamo il Paternò ovunque, sotto la pioggia o col sole, su campi polverosi e in stadi che sembrano cattedrali. Non per vanità. Ma per appartenenza», scrivono i tifosi.
Nel cuore della Serie D, Girone I, dove la passione si confonde con la polvere e il sacrificio è parte del gioco, la voce del popolo rossoblù si fa sentire forte: «Il Paternò per noi non è un passatempo. È una scelta di vita. È sacrificio. È identità. È sangue».
Non manca un riferimento diretto a chi gestisce la società: «A chi vive di poltrone, sponsor e chiacchiere da salotto, noi rispondiamo con la presenza. Il nostro premio è esserci. Sempre. Ovunque».
Un messaggio che suona come un ultimatum, ma anche come un patto: il Paternò non si tocca. «Questa maglia non è un vestito da indossare solo quando fa comodo. È una pelle che non si toglie. Chi non è disposto a sudarla, può anche girarsi dall’altra parte. Noi no. Noi ci saremo sempre».
Nel pieno della crisi e delle incertezze che avvolgono tante piazze della D siciliana, da Trapani a Licata, da Siracusa a Giarre, i tifosi del Paternò ricordano a tutti – società, istituzioni, e anche ai nuovi possibili acquirenti – che questa non è solo una squadra di calcio. È il cuore della città.
Il comunicato si chiude con una richiesta chiara: rispetto. Per chi ha fatto del tifo una missione e della passione una ragione di vita. Per chi è pronto a rinunciare a tutto, tranne che a quei novanta minuti con la sciarpa al collo.
Nel frattempo, il futuro del club resta incerto. Ma una cosa è certa: il Paternò non è solo una squadra. È il suo popolo. E il suo popolo non arretra. Mai.