Come scrive Manuel Mannino su La Sicilia, la terza sconfitta nelle ultime quattro partite rappresenta più di un semplice campanello d’allarme per il Palermo di Inzaghi. Dopo dodici giornate, il rendimento dei rosanero si è improvvisamente inceppato e il 2-1 subito dalla Juve Stabia ha mostrato crepe già emerse nella gara di Catanzaro. «Non è solo una questione di approccio – sottolinea Mannino – perché, come in Calabria, anche al “Menti” il Palermo non è mai riuscito a entrare in partita».
Nonostante Inzaghi abbia schierato la formazione titolare, senza esperimenti o turn-over, la prestazione è apparsa apatica e priva di intensità. In campo sono scesi i giocatori più esperti, il cosiddetto “zoccolo duro”, insieme agli innesti estivi più importanti. Ma, come evidenzia La Sicilia, «la squadra ha mostrato un atteggiamento arrendevole, indolente, prima e dopo il vantaggio siglato dal giovane Cacciamani, appena 18 anni».
I numeri fotografano la crisi: a Castellammare di Stabia, il Palermo ha chiuso la gara con un solo tiro nello specchio – nel primo tempo – e nessuna conclusione nella ripresa. Il dato sugli expected goals (xG) si è fermato a 0,40, segnale di un attacco sterile e poco incisivo. «È il sintomo – scrive Mannino – di un difetto ingombrante che accompagna la squadra da un mese: quando il pallone arriva negli ultimi trenta metri, raramente si assiste a una giocata pericolosa».
L’articolo di La Sicilia sottolinea come la mancanza di verve sia diventata il problema principale. Nelle prime otto giornate, il Palermo aveva mostrato intensità e fame, qualità che Inzaghi considera essenziali per vincere in Serie B. Ora, però, sembra che la squadra abbia perso la capacità di cambiare ritmo e di reinventarsi. «C’è la chiara percezione che gli avversari corrano di più e meglio», scrive Mannino.
L’incapacità di Pohjanpalo di rendersi pericoloso, la scarsa lucidità di Brunori e l’assenza di alternative tattiche pesano come macigni. «Una volta smarrita questa chiave – conclude La Sicilia – il Palermo non riesce a trasformarsi, né a tirare fuori dal cilindro un piano B».
Il tempo stringe e la classifica si allunga. Ora, più che mai, la palla passa a Inzaghi e ai suoi uomini.