Nuovi stadi finanziati con i nostri soldi: il governo emana la legge | L’UEFA ha fatto pressioni allo stato italiano

La situazione degli stadi italiani è tutt’altro che in linea con il resto d’Europa, a detta di tutti occorre un cambio di passo.
Gli stadi italiani hanno una storia lunga, con molti impianti che risalgono alla prima metà del XX secolo. Lo Stadio Luigi Ferraris di Genova, inaugurato nel 1911, è uno dei più antichi ancora in uso. Molti altri, come il San Siro di Milano e l’Artemio Franchi di Firenze, furono costruiti negli anni ’20 e ’30.
In occasione dei Mondiali di Italia ’90, molti stadi furono sottoposti a importanti lavori di ristrutturazione per essere all’altezza dell’evento. Furono costruiti ex novo il San Nicola di Bari e il Delle Alpi di Torino (poi demolito). L’Olimpico di Roma e San Siro a Milano, tra gli altri, furono ammodernati. Questi interventi, pur significativi, non sempre si sono rivelati risolutivi nel lungo periodo.
Tuttavia, molti stadi conservano ancora oggi le caratteristiche di quegli ammodernamenti, con poche modifiche sostanziali. Alcuni impianti, pur avendo subito dei restyling, mantengono ancora le strutture di base di 40 anni fa. Questo comporta spesso problemi di funzionalità e comfort, distanti dagli standard moderni.
La situazione attuale vede un acceso dibattito sulla necessità di nuovi stadi o di ristrutturazioni profonde, per adeguare gli impianti italiani alle esigenze del calcio moderno e garantire un’esperienza migliore per i tifosi.
Gli stadi di proprietà
Avere stadi di proprietà rappresenta un vantaggio cruciale per i club di calcio. Come dimostra l’esempio della Juventus con l’Allianz Stadium, possedere l’impianto garantisce entrate dirette e maggiori dal botteghino, merchandising ed eventi extra-calcistici. Questo controllo permette investimenti mirati nelle infrastrutture e un’esperienza più coinvolgente per i tifosi.
Il calcio italiano, pur vantando una storia antica, sconta un notevole ritardo infrastrutturale rispetto ad altre nazioni europee. Molti stadi sono obsoleti, di proprietà comunale e con vincoli burocratici che ostacolano ammodernamenti. Questa situazione limita le potenziali entrate dei club e l’attrattività del campionato a livello internazionale, rendendo urgente un cambio di mentalità.
Le dure parole di Ceferin
Aleksander Ceferin, presidente dell’UEFA, ha espresso forti critiche riguardo alle infrastrutture calcistiche italiane in un’intervista esclusiva rilasciata a “SportMediaset”. Ha definito gli stadi italiani “una vergogna”, sottolineando che, nonostante l’Italia sia una delle nazioni calcistiche più prestigiose, le sue strutture sono tra le peggiori tra i principali Paesi europei.
Ceferin ha lamentato la mancanza di progressi concreti, affermando di essere “stanco” delle continue discussioni senza azioni decisive. Ha esortato a un intervento coordinato tra club, istituzioni locali e investitori privati per modernizzare gli impianti e colmare il gap infrastrutturale. Ceferin ha espresso fiducia nel governo italiano, ritenendo che ora riconosca l’urgenza della situazione.