
Come evidenziato da La Sicilia, per la Nissa non è il caso di scomodare il mito dell’araba fenice, ma poco ci manca. In questo campionato è la quarta volta che la squadra risorge dalle proprie ceneri: alla 3ª giornata dopo il ko con la Reggina contro il Gelbison; alla 10ª contro il Messina dopo la sconfitta con l’Igea Virtus; poi contro l’Athletic Palermo dopo il ko con il Gela; e infine la vittoria di Enna, 3-4, una settimana dopo il pesante 1-3 contro l’Acireale.
Una serie di rinascite che, come sottolinea La Sicilia, dimostrano la resilienza di questa squadra, ma aprono anche interrogativi su cosa sarebbe accaduto se questi quattro ko non fossero arrivati. Il campo decide, certo, ma le sconfitte non possono essere semplicemente archiviate.
Secondo l’analisi de La Sicilia, la classifica alimenta rammarico: Igea Virtus e Milazzo sono rivelazioni consolidate, il Savoia una conferma, mentre la Nissa resta «l’incompiuta». Di Gaetano, nella sua semplicità e competenza che non sfociano mai in arroganza, ha avuto la fiducia di dirigenti e tifosi per dare finalmente continuità a un progetto tecnico ancora irrisolto.
La vittoria di Enna può rappresentare il punto di svolta. L’esempio più evidente è Pietro Terranova: l’attaccante di Paceco aveva segnato 4 gol in campionato, ma nell’ultima giornata ne ha realizzati tre in un solo match, giocando accanto a Sarao e non più “esiliato” sulla fascia. Un exploit che, come riporta La Sicilia, mostra quanto possa incidere se utilizzato nel ruolo più congeniale.
Tuttavia non si possono ignorare le discontinuità: due gol subiti in otto minuti nella rimonta dall’1-3 al 3-3 e, in generale, una fragilità difensiva evidente. La Nissa è infatti — come ricorda La Sicilia — la squadra tra le prime tre in classifica ad aver perso più partite (quattro) e ad aver subito più reti (18).
La sensazione è quella di un gruppo che possiede qualcosa in più delle rivali, ma che non è ancora riuscito a esprimerlo con continuità. Il campionato è lungo: restano 19 partite e 57 punti da assegnare.
