Un’altra battaglia, un altro punto che lascia sensazioni contrastanti. Dalla trasferta di Enna, il Messina torna con il pareggio e con l’immagine indelebile della splendida rovesciata di Tesija, autore del gol che ha evitato una sconfitta immeritata. Un gesto tecnico da copertina che salva il risultato e tiene accesa la fiammella di un gruppo che, nonostante tutto, continua a lottare.

Come evidenzia la Gazzetta del Sud, resta il rammarico per le occasioni sprecate: con Paternò ed Enna, i giallorossi avrebbero potuto raccogliere qualcosa in più. Ma nel cammino di una stagione lunga e complicata, il mantra di mister Pippo Romano resta valido: “se non puoi vincere gli scontri diretti, non devi perderli”.

Nel Girone I, l’equilibrio domina. Senza la penalizzazione, l’ACR sarebbe oggi a quota 9 punti, in mezzo al gruppo di sei squadre alle spalle del trio di testa. Ma con i “se” e con i “ma” non si costruisce la classifica, e adesso la concentrazione deve andare tutta al prossimo, attesissimo impegno: il derby contro la Reggina.

Domenica al “Franco Scoglio” arriverà una delle favorite per la promozione, reduce dal successo sul Ragusa ma ancora indietro in graduatoria con 8 punti. Gli amaranto, feriti da un avvio sottotono, arriveranno affamati e determinati a vincere una partita che per i tifosi vale doppio.

Il Messina, però, promette battaglia. Davanti al proprio pubblico — che a Enna si è fatto sentire con quasi 200 presenze — i giallorossi inseguono ancora la prima vittoria casalinga della stagione. Il derby potrebbe essere l’occasione giusta per sbloccarsi, in un clima che si annuncia caldo nonostante il probabile divieto di trasferta per i sostenitori calabresi.

Ma mentre la squadra prepara la sfida sul campo, fuori si gioca un’altra partita, forse ancora più importante: quella del futuro societario. Come ricorda la Gazzetta del Sud, entro 24 ore dalla gara scadrà il termine per la presentazione delle offerte di rilancio per l’acquisto del complesso aziendale sportivo, attualmente in liquidazione giudiziale.

L’avviso, diffuso dal curatore Maria Di Renzo, fissa paletti chiari: 210 mila euro la base d’asta e 640 mila euro di garanzia a copertura dei debiti sportivi (cifra che potrebbe ridursi con l’escussione della fideiussione precedente). Non ci sono scorciatoie né margini di manovra alternativi.

Servono, in totale, circa 500 mila euro più le spese di gestione per rilevare la società. Un sacrificio economico rilevante, ma anche un’opportunità per chi crede ancora nel valore e nel potenziale del calcio messinese. «È vero, il Messina oggi è penalizzato e barcollante — scrive la Gazzetta del Sud — ma resta pur sempre il Messina. Chi vuole davvero salvarlo, adesso ha il modo per dimostrarlo».