Messina, Coppola crede nel progetto Racing: «Ora si può solo risalire»

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Ripartire dalle basi, ricostruire identità e passione, guardare al futuro con pragmatismo. È questa la linea tracciata da Carmine Coppola, che come racconta la Gazzetta del Sud, crede fermamente nel “progetto Racing” e nel rilancio complessivo del Messina, dalla prima squadra al settore giovanile.

 

Carmine Coppola non ha dubbi: il Messina può e deve tornare a guardare avanti. Lo fa capire chiaramente proprio mentre in società si lavora su più fronti per dare stabilità e prospettiva al club, con un’attenzione particolare al settore giovanile, del quale l’ex capitano è stato nominato responsabile. Un percorso che, come sottolinea la Gazzetta del Sud, parte prima di tutto dal cuore della città.

«Nell’ultimo mese questa nuova proprietà ha fatto qualcosa che non si vedeva da tempo – spiega Coppola – riportare il brand Messina al centro. Siamo tornati a parlare di calcio, ed è un aspetto fondamentale. C’è adrenalina, quella che ti fa guardare avanti con curiosità e voglia di costruire».

Il lavoro, però, è appena iniziato. Coppola è consapevole delle difficoltà ereditate: «Bisogna recuperare i disinnamorati e riaccendere la passione. Racing ha preso una società con meno 14 in classifica, ma sanno perfettamente cosa serve. Messina non può stare in queste categorie». L’obiettivo, evidenzia la Gazzetta del Sud, è ricostruire quello “zoccolo duro” di sostenitori che in passato ha fatto la forza del club, perché il seguito del pubblico incide anche sulla sostenibilità degli investimenti.

Dopo anni di quella che Coppola definisce una “gestione condominiale”, ripartire non è semplice. «Abbiamo toccato il fondo, ora si può solo risalire. Io sento che qualcosa si sta risvegliando, ma bisogna andare avanti a piccoli passi», aggiunge l’ex centrocampista, simbolo di un Messina che oggi cerca di ritrovare se stesso.

La presenza a Milazzo, nell’ultima trasferta, insieme al direttore sportivo Luca Evangelisti e al consulente RCG Maurizio Mantineo, è stata significativa. «Quando arriva il Messina – racconta Coppola – tutti giocano la partita della vita, ed è normale. Il Milazzo meritava forse qualcosa in più, ma noi abbiamo preso un punto e ce lo teniamo». Un pareggio che pesa, soprattutto alla luce del percorso affrontato dai calciatori.

«Questi ragazzi hanno raccolto 28 punti, ma per me valgono 78 – sottolinea Coppola alla Gazzetta del Sud – perché hanno iniziato senza chiarezza, senza società, senza stipendi. Alcuni sono sulle gambe perché non hanno fatto preparazione estiva, altri sono arrivati da poco e sono stati buttati subito nella mischia». In questo contesto, l’obiettivo resta uno solo: la salvezza, per poi programmare un futuro degno della città.

Il nuovo incarico nel settore giovanile rappresenta per Coppola un ritorno alle origini. «Mi è sempre piaciuto lavorare con i ragazzi. Stiamo costruendo un’Academy in Australia che poi estenderemo in altre parti del mondo. Vedere la maglia del Messina all’estero è emozionante». Una visione internazionale che accompagna la rinascita del club.

Non mancano le domande sulla fiducia accordata alla nuova proprietà. Coppola risponde senza esitazioni: «Do credito a Davis e Pagniello perché solo dei folli avrebbero puntato su una squadra quasi fallita. Nessun imprenditore locale ha messo mano al portafoglio. Loro hanno fatto sì che Messina non morisse». Una scelta di coraggio che, secondo la Gazzetta del Sud, rappresenta oggi la base su cui costruire il rilancio.

«Sono attenti a ogni aspetto societario, a volte parliamo fino alle tre di notte. Per chi ha fatto calcio è normalità, ma qui non lo era più. Stiamo ripartendo da zero, ma la volontà c’è», conclude Coppola. Un messaggio chiaro: il Messina è ancora ferito, ma non rassegnato. E il progetto Racing, passo dopo passo, prova a ridargli un futuro.

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