La forza del Catania passa da Dini: «I numeri sono della squadra»

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Numeri da una parte, orgoglio dall’altra. La prima parte di stagione di Andrea Dini è stata scandita da cifre che parlano da sole: dieci gare interne senza subire gol, nove vittorie e un pareggio, rete inviolata in quattordici delle diciannove partite del girone d’andata. Eppure, come racconta La Sicilia nell’intervista esclusiva al portiere del Catania, collegato da Dubai per gli ultimi giorni di vacanza, non c’è spazio per l’autocelebrazione.

Anzi, la frase che sintetizza il suo pensiero arriva in chiusura: «Più che per uno 0-0, firmerei per un 5-4». Un concetto chiaro, che va oltre la media personale. «Conta il risultato – spiega Dini – i numeri restano fine a sé stessi se non accompagnati dall’obiettivo comune».

La solidità difensiva è sotto gli occhi di tutti, ma il portiere rossazzurro tiene a puntualizzare: «La rete inviolata non è “mia”, ma di tutto il gruppo». Una linea ribadita più volte nel corso dell’intervista rilasciata a La Sicilia: «I numeri parlano da soli ed è una cosa bella che va riconosciuta alla squadra. Ci rende fieri e sappiamo qual è la strada da seguire per arrivare fino in fondo».

Fondamentale anche il lavoro quotidiano con il preparatore dei portieri. «Il rapporto è ottimo – racconta Dini – ci confrontiamo tanto, sia in campo sia fuori dal lavoro quotidiano». Ma la forza del Catania sta soprattutto nel collettivo. «Conta il rapporto con i ragazzi. Non solo il reparto arretrato: è la squadra che parte dalle punte e arriva fino al portiere. A volte basta una parola, non per forza un intervento, per salvare un gol».

Solido anche il rapporto con il collega di ruolo Bethers. «Con Klavs c’è un rapporto bellissimo – sottolinea – condividiamo la stanza nei ritiri, siamo cresciuti molto insieme. Ha grande prospettiva e rivedo in lui un Dini di qualche anno fa».

Ripercorrendo il girone d’andata, Dini evita di isolare singoli episodi, come il rigore parato a Sorrento o la fase difensiva vista a Cerignola. «Sono tante situazioni vissute sul campo – spiega a La Sicilia – comunichiamo, siamo messi bene tatticamente. Ci sono particolari che a occhio nudo non si percepiscono, ma che fanno la differenza».

Le sensazioni con cui il Catania ha chiuso l’andata e ripreso gli allenamenti sono chiare: «La vera sensazione è quella di esserci sempre come squadra. C’è la voglia di respirare quell’aria e di fare qualcosa di importante».

Emblematica, in questo senso, l’ultima immagine del 2025: il saluto ai tifosi sotto la pioggia dopo il successo sull’Atalanta Under 23. «Spero che siano orgogliosi di quello che stiamo facendo – dice Dini – perché se viviamo un momento così importante non è solo merito nostro, ma anche loro. In trasferta si sente la mancanza di chi ci sostiene».

Un sostegno condiviso anche dal presidente Pelligra, presente in tribuna nell’ultima gara. «Quando torna è sempre un piacere – racconta il portiere – anche da lontano non perde mai di vista il nostro lavoro».

La difesa cambia interpreti, ma il rendimento resta elevato. «Chiunque scenda in campo fa di tutto per mantenere lo standard – ribadisce – ognuno spende fino all’ultima goccia di sudore. La testa fa sempre la differenza».

Con Catania e Benevento in vetta alla classifica al giro di boa, Dini guarda avanti con pragmatismo. «La classifica dipende dal prossimo avversario – ripete – pensiamo a noi, a vincere ogni partita. Se vinci sempre, alla fine vinci il campionato».

Infine, il legame con la città. Dini non si sottrae alle iniziative sociali e vive Catania a pieno. «Mi fa toccare con mano la città in tutte le sue forme. Qui si respira calcio, i colori sono tatuati sulla pelle. Dopo l’allenamento tornare a casa e stare bene è la cosa più bella». Un segnale di appartenenza che, come conclude La Sicilia, racconta un Catania sempre più consapevole e un portiere che mette il gruppo prima di tutto.

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