Fatture false registrate a bilancio: un investigatore privato mette nei guai l’Inter | Ha scoperto tutto
Il club nerazzurro resta al centro dell’attenzione mediatica e social soprattutto dopo le recenti inchieste di Report.
L’inchiesta “Doppia Curva” si riferisce a una vasta inchiesta giudiziaria che ha scosso il mondo degli ultras milanesi, coinvolgendo sia la Curva Nord dell’Inter che la Curva Sud del Milan. L’indagine ha rivelato una serie di attività illecite gestite dalle tifoserie organizzate.
Tra i reati contestati figurano associazione a delinquere, estorsione, usura e, in alcuni casi, l’aggravante del metodo mafioso, con collegamenti accertati con la ‘ndrangheta. Gli ultras, secondo l’accusa, avrebbero gestito in modo illegale il business dei parcheggi, la vendita di gadget e bevande all’esterno dello stadio, e avrebbero esercitato pressioni e violenze.
I provvedimenti per gli ultras di San Siro sono stati severi. I capi ultras di Inter e Milan, Andrea Beretta e Luca Lucci, sono stati condannati a 10 anni di carcere ciascuno. Beretta è stato condannato anche per omicidio e associazione a delinquere di stampo mafioso, mentre Lucci per tentato omicidio e associazione a delinquere. Sono stati inoltre notificati numerosi Daspo.
Le società calcistiche, Inter e Milan, si sono costituite parte civile nel processo, e i club sono stati risarciti per i danni subiti dalle attività illegali dei gruppi ultras. L’inchiesta ha messo in luce la necessità di spezzare i legami tra il mondo ultras e la criminalità organizzata.
Recoba e inchiesta passaporti
Il caso del passaporto di Álvaro Recoba, noto anche come parte dello scandalo “Passaportopoli”, scosse il calcio italiano all’inizio degli anni 2000. Recoba, attaccante uruguaiano dell’Inter, si trovò al centro di un’indagine per aver utilizzato un passaporto comunitario ottenuto in modo illecito, al fine di essere tesserato.
Le conseguenze furono significative: Recoba fu squalificato per un anno (poi ridotto in appello), mentre l’Inter fu multata di 2 miliardi di lire per responsabilità oggettiva. Il caso evidenziò le pratiche irregolari di alcune società per aggirare le norme sui tesseramenti.
A Report parla l’investigatore privato
Nell’ambito di inchieste legate al cosiddetto “spionaggio Telecom-Pirelli”, l’investigatore privato Emanuele Cipriani ha rilasciato dichiarazioni che hanno messo in luce pratiche controverse. In un’intervista a Report, Cipriani ha affermato di aver ricevuto incarichi investigativi su ex calciatori. L’aspetto più controverso è che, nonostante l’incarico fosse stato veicolato da Pirelli (all’epoca sponsor e azionista di riferimento dell’Inter), le fatture per queste attività sarebbero state emesse direttamente all’Inter.
Questa circostanza ha sollevato interrogativi sulla reale committenza delle indagini e sulla trasparenza delle operazioni. Le indagini di Cipriani includevano pedinamenti, appostamenti sotto casa dei giocatori e acquisizione di informazioni da banche dati, con l’obiettivo di monitorare la loro vita privata e le loro frequentazioni. Il caso ha portato a processi e condanne per diversi protagonisti dello scandalo “Dossier illegali”.