Estorsioni e minacce a stampo mafioso: la società costretta a vendere al prezzo più basso | Ennesimo scandalo tutto italiano

Ennesima pagina nerissima per il calcio italiano con la criminalità che nulla dovrebbe avere a che fare con il mondo dello sport.
L’inchiesta “Doppia Curva” ha svelato un sistema criminale radicato nelle curve di San Siro, coinvolgendo capi ultras di Inter e Milan. Le indagini hanno portato all’arresto di 19 persone, accusate di estorsione, usura e associazione a delinquere con l’aggravante mafiosa, in particolare legata alla ‘ndrangheta calabrese.
Gli arrestati gestivano attività illecite come la rivendita di biglietti, l’imposizione di “pizzo” sui parcheggi e la vendita di prodotti all’interno e nei dintorni dello stadio. Le indagini hanno rivelato anche episodi di violenza tra fazioni rivali e ritorsioni contro chi non rispettava gli obblighi imposti dai capi ultras.
In risposta a queste attività illecite, le società calcistiche di Inter e Milan hanno deciso di costituirsi parte civile nei procedimenti giudiziari. L’obiettivo è chiedere il risarcimento dei danni economici e reputazionali subiti a causa delle azioni dei gruppi ultras coinvolti.
Il processo ha visto anche la partecipazione di figure legate al mondo dello spettacolo, come l’ex bodyguard di Fedez, coinvolto in attività di supporto ai gruppi ultras. Questi sviluppi evidenziano la complessità e la diffusione del fenomeno, che va oltre il contesto sportivo.
La mafia e il calcio
Nel panorama calcistico italiano, diversi club sono stati coinvolti in episodi di infiltrazione da parte della criminalità organizzata. Un esempio significativo è rappresentato dalla Vigor Lamezia, squadra calabrese che, nel 2015, è stata coinvolta nell’inchiesta sul calcioscommesse “Dirty Soccer”. La società fu retrocessa dalla Serie C alla Serie D per illecito sportivo.
Un altro caso emblematico riguarda il Marina di Gioiosa Jonica, squadra militante in Prima Categoria calabrese. Rocco Aquino, capo-locale della ‘ndrangheta di Marina di Gioiosa Jonica, è stato presidente del club e ha utilizzato la squadra per raccogliere fondi illeciti. Le indagini hanno rivelato come la criminalità organizzata sfruttasse il calcio per i propri interessi economici e sociali.
Presidente Foggia minacciato
La Procura Distrettuale Antimafia di Bari ha svelato un piano estorsivo orchestrato da quattro ultras legati alla batteria mafiosa Sinesi-Francavilla, diretta espressione della temuta “Società Foggiana”. Gli arrestati avrebbero minacciato attentati e violenze per costringere il presidente del Foggia, Nicola Canonico, a cedere la società a un prezzo inferiore al suo valore di mercato.
Le indagini hanno portato all’amministrazione giudiziaria del club, un provvedimento mai applicato prima in Italia a una società calcistica. Contestualmente, sono stati emessi 52 provvedimenti di Daspo nei confronti di pregiudicati per reati di mafia e spaccio di stupefacenti. Questo intervento sottolinea l’impegno delle autorità nel contrastare le infiltrazioni mafiose nel mondo dello sport.