È un vero e proprio terremoto giudiziario quello che scuote l’Acr Messina

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È un vero e proprio terremoto giudiziario quello che scuote l’Acr Messina. Come riportato dalla Gazzetta del Sud, la Procura della Repubblica ha depositato una richiesta di liquidazione giudiziale (l’ex procedura di fallimento) per la società calcistica peloritana, fissando la prima udienza per il 10 giugno davanti alla sezione fallimentare del tribunale civile di Messina.
I numeri allarmanti della crisi

La richiesta, firmata dalla procuratrice aggiunta Rosa Raffa e dal sostituto Fabrizio Monaco, si fonda su un’indagine con ipotesi di reato per bancarotta fraudolenta, supportata da accertamenti condotti dalla Guardia di Finanza. I numeri tracciati dai magistrati sono chiari:

Debiti verso l’Erario: 514.485 € nel 2021, 677.531 € nel 2022, 763.390 € nel 2023.

Debiti previdenziali: 238.891 € nel 2021, 438.220 € nel 2022, 381.850 € nel 2023.

Perdite di esercizio: 525.275 € (2021), 866.558 € (2022), 184.690 € (2023).

Patrimonio netto negativo: -163.200 € (2021), -821.739 € (2022), -1.006.431 € (2023).

Stato d’insolvenza e crisi strutturale

Secondo la Procura, «lo stato d’insolvenza» dell’Acr Messina risulta evidente da diversi indicatori economici: in primis una esposizione debitoria “ingravescente” verso il Fisco, un rapporto negativo tra costi e ricavi, e un indice di disponibilità pari a 0,610, ben sotto la soglia minima di equilibrio finanziario (1,00), a testimonianza dell’incapacità di fronteggiare i debiti di breve termine.
Un’indagine figlia di mesi di criticità

La richiesta di liquidazione poggia anche su una più ampia inchiesta, che ha coinvolto la AAD Invest Group e personaggi come Doudou Cissè, presunto acquirente dell’Acr mai realmente subentrato, e l’attuale presidente Stefano Alaimo, che ha già rilasciato dichiarazioni alla Procura. Il quadro tratteggiato suggerisce una gestione societaria confusa, appesantita da responsabilità pregresse e da una proprietà giudicata «non in grado di garantire l’operatività dell’impresa».
Le conseguenze

Se il tribunale accoglierà la richiesta della Procura, l’Acr Messina sarà formalmente dichiarato fallito, e scatterà la liquidazione dei beni. In parallelo proseguirà l’inchiesta penale per bancarotta fraudolenta, con possibili risvolti giudiziari anche per i vertici societari. Un destino che rischia di segnare la terza sparizione del calcio professionistico a Messina in meno di due decenni.

Un altro colpo durissimo alla storia sportiva di una città già provata da anni di incertezza e malagestione.