Di Mauro: «Non ci sono le condizioni per continuare. Non iscriverò la squadra, attendo offerte»

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Dopo una stagione difficile, conclusa con una salvezza conquistata all’ultimo respiro, il presidente dell’Acireale, Di Mauro, ha annunciato pubblicamente la volontà di non iscrivere la squadra al prossimo campionato di Serie D. La dichiarazione arriva a pochi giorni dalla salvezza aritmetica, ottenuta in un finale rocambolesco, segnato da una rimonta negli ultimi minuti dell’ultima partita.
Una salvezza costruita nella tempesta

La stagione dei granata è stata segnata da grandi difficoltà sin dall’inizio: una partenza ritardata, una gestione complessa e un ambiente spesso incandescente. Nonostante questo, la squadra è riuscita a risalire la classifica, inanellando dieci risultati utili consecutivi e mostrando compattezza e determinazione. L’attaccante simbolo della squadra è rinato nel girone di ritorno, contribuendo in modo decisivo a una salvezza che sembrava compromessa.

La società, lo staff e i calciatori hanno lavorato senza sosta, cercando di tenere la barra dritta in mezzo a una stagione piena di turbolenze, culminata con un finale da film, con il gol decisivo arrivato all’ultimo giro di lancette.
La scelta del presidente

Nonostante il lieto fine sportivo, Di Mauro ha ribadito la sua posizione: senza offerte concrete per il passaggio di proprietà, l’Acireale non sarà iscritto al prossimo campionato. Il termine ultimo per manifestare interesse è fissato al 10 giugno 2025. Le eventuali manifestazioni dovranno pervenire esclusivamente via PEC all’indirizzo acirealecalcio@legalmail.it.

Dopo quella data, il presidente si riterrà libero di valutare anche proposte di cessione del titolo sportivo in altre piazze.
L’attacco alla Curva Sud

Particolarmente duro l’intervento di Di Mauro contro una parte della tifoseria, accusata di aver abbandonato la squadra nel momento più delicato della stagione: «So che una parte della tifoseria è stata vicina alla squadra e alla società, e ne sono contento, ma non posso ignorare quello che è accaduto. C’è stato un episodio terribile domenica: nel momento in cui i calciatori avevano più bisogno di sostegno, alcuni tifosi li hanno metaforicamente calpestati con cori minacciosi e insulti. Erano cori prolungati, con insulti vergognosi a mia madre nel giorno della festa della mamma. Non posso passarci sopra».

Il presidente ha respinto al mittente le giustificazioni di chi ha tentato di minimizzare l’accaduto, sottolineando come questo clima abbia minato in modo irreparabile la possibilità di proseguire con serenità il progetto sportivo.
Un progetto spezzato

«C’erano tutte le condizioni per fare bene – ha aggiunto Di Mauro –: professionisti, investitori, idee chiare. Ma col tempo il progetto è stato minato, fino a ricevere un colpo al cuore. Sono certo che più di una persona abbia voluto questo. E sarà a loro che dovrà essere chiesto conto dell’eventuale scomparsa del calcio che conta ad Acireale.»
Ultimatum

Il futuro dell’Acireale è appeso a un filo. Il presidente ha ribadito la volontà di vendere, ma ha avvertito: se entro il 10 giugno non arriveranno offerte concrete, e se le uniche voci continueranno a riguardare presunti investitori o cordate inesistenti, la società non sarà iscritta al prossimo campionato. Una prospettiva che aprirebbe scenari cupi per il calcio cittadino.