CATANIA – La sosta imposta dal calendario (niente sfida contro il Taranto) non raffredda le ambizioni del Catania. La squadra rossazzurra, come racconta Concetto Mannisi sul Corriere dello Sport, guarda con attenzione agli altri campi in attesa di buone notizie per difendere un quinto posto che, in ottica playoff, rappresenterebbe un vantaggio significativo nel tabellone degli spareggi promozione per la Serie B.
La crescita con Toscano: ora il Catania fa paura
L’arrivo di Domenico Toscano ha radicalmente cambiato la marcia degli etnei. L’allenatore ha trovato l’alchimia giusta, valorizzando giocatori chiave e restituendo entusiasmo a un gruppo che sembrava in difficoltà. A partire dalla difesa, oggi decisamente più solida grazie anche al contributo del portiere Dini e all’autorevolezza ritrovata di Ierardi, Di Gennaro, Celli e Del Fabro. Anche i giovani Gega e Allegretto hanno dato il loro apporto con buone prestazioni.
Centrocampo collaudato, attacco in ripresa
A centrocampo, la coppia Di Tacchio–De Rose è ormai un punto fermo. Quaini si conferma affidabile alternativa, e il recupero di Sturaro aggiunge spessore ed esperienza. Gli esterni Raimo e Anastasio garantiscono equilibrio e imprevedibilità offensiva, mentre il rientro di Guglielmotti potrebbe rappresentare un’ulteriore freccia nell’arco di Toscano.
In attacco si registra l’importante ritorno di Roberto Inglese, mentre alle sue spalle cresce una batteria di incursori di qualità: Delmonte (anche lui in recupero), Lunetta, sempre prezioso per duttilità e sacrificio, insieme ai giovani talentuosi Jimenez e Stoppa, più maturi e concreti rispetto a inizio stagione.
Amichevole in vista per restare sul pezzo
In attesa del rientro in campo ufficiale, il Catania potrebbe disputare un’amichevole nei prossimi giorni per mantenere il ritmo partita. L’ufficialità è attesa a breve. La testa, intanto, resta fissa sull’obiettivo: difendere la posizione in classifica e farsi trovare pronti per un playoff da protagonisti. La sensazione – conclude il Corriere dello Sport – è che gli etnei siano pronti a giocarsi le proprie carte fino in fondo.