Conti in perdita dal 95: “Moratti l’artefice dei debiti” dell’Inter | Oggi la società “rischia il fallimento”

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L’ex presidente nerazzurro Moratti (LaPresse) Goalsicilia

Ancora Inter al centro dell’interesse social e non solo per la conclamata situazione debitoria, qualcuno dà colpe anche a lui. 

Negli ultimi anni l’Inter ha messo in atto un percorso di ristrutturazione finanziaria notevole. Al 30 giugno 2024, il debito complessivo ammontava a circa 734,8 milioni di euro, con un indebitamento finanziario netto di –277,1 milioni e un patrimonio netto consolidato negativo di circa 99,7 milioni. Rispetto al bilancio precedente, si è però osservata una significativa riduzione: il debito complessivo infatti è diminuito.

A spingere il miglioramento è stato l’aumento record dei ricavi: per la stagione 2023‑24 l’Inter ha registrato un fatturato di circa 473 milioni, con un utile operativo, grazie anche a plusvalenze sui giocatori, e perdite ridotte a circa 36 milioni.

Parte di questo risultato è stata sostenuta dall’entusiasmante corsa alla finale di Champions League, che ha generato incassi televisivi vicino ai 115 milioni. Rimane però una questione rilevante: il bond da circa 400‑415 milioni emesso nel 2022, con scadenza nel 2027 e un tasso attorno al 6,75%, garantito sui diritti media e sponsorizzazioni.

La situazione dell’Inter è migliorata grazie a ricavi record e a una riduzione del debito, ma permangono criticità legate al rimborso del bond. Il piano di Oaktree punta a stabilizzare il club sfruttando liquidità da Champions, sponsorizzazioni e rinegoziazioni finanziarie.

Gestione Thohir e Suning

Durante la presidenza di Erick Thohir, l’Inter ha subìto un processo di ristrutturazione finanziaria. Thohir acquisì il 70 % del club pagando circa 75 milioni e assumendo circa 180 milioni di debiti, finanziati anche tramite prestiti da Goldman Sachs con garanzie sulle entrate future.

Con l’arrivo di Suning, Zhang Jindong investì inizialmente circa 270 milioni per la quota di maggioranza e altri 495 milioni in capitali e prestiti, rimborsando Thohir e finanziando infrastrutture e mercato. Tuttavia, i ricavi aumentarono ma i costi, soprattutto salariali, crebbero e il debito netto salì da 107 milioni (era Moratti) a 255 milioni sotto Suning.

Massimo Moratti (Lapresse) Goalsicilia

Era Moratti, critiche social

Massimo Moratti è stato presidente dell’Inter per quasi 18 anni dal 1995 al  2013, ed è ricordato come il più vincente della storia nerazzurra, con 16 trofei conquistati: 5 scudetti, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe italiane, 1 Champions League, 1 Coppa Uefa e 1 Mondiale per Club. Il suo impegno finanziario è stato enorme, con iniezioni personali di circa 1,5 miliardi  di euro, sempre finalizzate a far crescere il club.

Tuttavia sui social qualcuno ha scritto: “L’Inter non ha un bilancio attivo da quando è arrivato Moratti”, e altri commenti asseriscono: “Da lui sono iniziati i problemi dei nerazzurri”. Si tende però a dimenticare che ogni grande società ha debiti, e sotto Moratti quel debito era costantemente coperto da risorse familiari. Oggi è ricordato con affetto dai tifosi, anche per la passione e il senso di appartenenza che ha saputo trasmettere.