Condannato per stupro il campione del Mondo: gli sponsor lo mollano | Rimasto al verde in galera

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Tribunale (LaPresse) www.goalsicilia.it

Dopo la sentenza e la condanna, l’atleta deve fare i conti anche con gli sponsor che prendono le distanze.

Negli ultimi anni, il mondo dello sport è stato scosso da numerosi casi di violenza, anche sessuale, che hanno coinvolto atleti, sportivi e calciatori. Questi episodi hanno messo in luce come il successo e la notorietà possano, in alcuni casi, essere accompagnati da comportamenti inaccettabili. Una delle vicende più note è quella del calciatore brasiliano Robinho, condannato in via definitiva in Italia a nove anni di carcere per violenza sessuale di gruppo. L’episodio risale al 2013 e ha rappresentato un caso emblematico, dimostrando come anche figure pubbliche debbano rispondere delle proprie azioni davanti alla legge.

Un altro caso rilevante è quello dell’ex pugile statunitense Mike Tyson, che negli anni ’90 fu condannato a sei anni di carcere per lo stupro di Desiree Washington, una concorrente di un concorso di bellezza. Sebbene Tyson abbia successivamente cercato di riabilitare la propria immagine, questa condanna è rimasta un punto oscuro nella sua carriera. Episodi come questi sottolineano quanto sia necessario affrontare con serietà i crimini commessi, anche quando gli imputati sono celebrità di fama mondiale.

Non solo negli sport individuali, ma anche in quelli di squadra si sono verificati episodi simili. Benjamin Mendy, ex calciatore del Manchester City, è stato recentemente processato per diverse accuse di violenza sessuale. Sebbene alcune accuse siano state ritirate o archiviate, il caso ha messo in evidenza il problema della cultura dell’impunità che può sorgere in contesti di potere e ricchezza. La giustizia ha il compito di garantire che i comportamenti predatori non rimangano senza conseguenze.

Questi episodi hanno sollevato importanti discussioni sul ruolo delle istituzioni sportive e sulla necessità di politiche più rigorose per prevenire e affrontare la violenza. Campagne di sensibilizzazione e un maggiore controllo sui comportamenti degli atleti fuori dal campo sono strumenti essenziali per costruire un ambiente sportivo più etico e responsabile.

La violenza e la condanna

Nikita Hand ha accusato il fighter di essere stata violentata quando sotto effetto di psicofarmaci e droghe durante una festa in un hotel di Dublino nel 2018. Il primo procedimento penale si è chiuso in un nulla di fatto per insufficienza di prove, la donna ha fatto anche causa civile e la Corte di Dublino le ha dato ragione.

Nonostante si sia sempre professato innocente, il lottatore Conor McGregor è stato condannato a risarcire la vittima per circa 250.000 euro e quindi colpevole del brutto fatto. Il campione di MMA, non nuovo a problemi giudiziari, è anche stato scaricato da due importanti sponsor.

Conor McGregor (Wiki) www.goalsicilia.it

Gli sponsor dicono addio

Oltre al risarcimento McGregor dovrà fare i conti anche col mancato introito di due importanti sponsor. Io Interactive, azienda che sviluppa videogiochi, ha spiegato che “In seguito alla sentenza che condanna McGregor per stupro, tutti i nostri prodotti recanti la sua immagine verranno ritirati dal mercato”.

Stesso identica situazione per l’azienda di whiskey fondata dallo stesso lottatore irlandese, Proper 12, che con la sua immagine era diventato un brand fortissimo. La stessa azienda, ormai ceduta, dopo la condanna di Conor ha spiegato che il suo nome non sarà più associati ai prodotti.