Chiede gli stipendi arretrati la Folgore licenzia Kokanzo “Non può fare il sindacalista”

Nel suo reportage pubblicato su Repubblica Palermo, Fabrizio Bertè racconta la vicenda che ha travolto la Folgore Castelvetrano e il centrocampista John Kokanzo, classe 1999, licenziato dopo aver dichiarato pubblicamente di non essere stato pagato. Come ricostruito da Bertè su Repubblica Palermo, il giocatore – cresciuto nel settore giovanile del Paris Saint-Germain – ha spiegato di aver «deciso di assumersi le proprie responsabilità» rendendo nota la sua situazione, provocando la reazione della presidente Margherita Barraco, che prima avrebbe minacciato una querela e poi intimato al calciatore di lasciare la squadra.
Secondo quanto riportato da Fabrizio Bertè su Repubblica Palermo, per Kokanzo l’esperienza in Sicilia avrebbe dovuto rappresentare un rilancio professionale. Il centrocampista sostiene invece di aver dovuto provvedere da solo a casa e spese familiari: «Avevo un accordo per un alloggio – racconta – ma ho pagato tutto di tasca mia». La situazione generale della squadra non appare migliore: la Folgore è ultima nel Girone B di Eccellenza con due pareggi in dieci partite e un punto di penalizzazione per ritardi nei pagamenti all’ex allenatore.
Come evidenziato ancora da Repubblica Palermo, Kokanzo non è l’unico a lamentare criticità. Il calciatore denuncia la presenza di compagni che vivevano «in una palazzina sporca, con camere condivise», costretti spesso a fare la doccia negli spogliatoi e – in alcuni casi – «rimasti senza cibo». Accuse condivise anche dal difensore Sergio Ferrando e dall’attaccante Alexandre Kore: stipendi mancanti, ritardi nei pagamenti e difficoltà quotidiane.
La presidente Margherita Barraco, intervistata da Fabrizio Bertè per Repubblica Palermo, ammette che «la società è in difficoltà», ma respinge parte delle accuse: «Siamo in ritardo con i pagamenti, è vero, ma non ho mai fatto mancare il cibo a nessuno». Sulla posizione di Kokanzo, Barraco afferma di aver coperto il mese di settembre, trattenendo però dal compenso il costo dell’alloggio utilizzato dal calciatore e dalla sua famiglia. La dirigente sostiene inoltre che alcune delle affermazioni del giocatore siano esagerate: «Ha parlato da sindacalista, senza aver vissuto con il resto della squadra».
Kokanzo ribadisce invece la propria versione: «Non voglio fare il sindacalista, voglio solo fare il calciatore. Io non sono stato pagato: questa è la verità. E questo non è calcio». Una vicenda che, come rimarca Repubblica Palermo, si intreccia con le difficoltà economiche della società e con il malessere crescente all’interno dello spogliatoio.
