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Eccellenza B
Biancavilla, Millesi a GS.it: 'Qui progetto serio. Addio all'Acireale non è dipeso da me. Sul Catania...'

Biancavilla, Millesi a GS.it: 'Qui progetto serio. Addio all'Acireale non è dipeso da me. Sul Catania...'


Le esclusive di Goalsicilia.it-Intervista all'ex centrocampista etneo 

Una carriera prestigiosa e una voglia matta di continuare a giocare. Dopo una vita tra Lega Pro e Serie B all'Avellino, l'esordio in A col Catania e le esperienze con Spezia e Salernitana, Francesco Millesi è ripartito dal massimo campionato regionale siciliano. Dopo l'esperienza all'Acireale, ora ha scelto il Biancavilla. Il centrocampista, ha ripercorso la sua carriera ai microfoni di Goalsicilia.it

Come nasce l'ipotesi Biancavilla?

"Intanto non mi volevo più allontanare da casa anche perché sto facendo il corso da allenatore qui a Pedara. Poi perché quando sono stato contattato dalla società, mi hanno esposto il loro progetto, serio e duraturo, che mi ha intrigato".

A dicembre sembravi vicino alla San Pio X...

"Mi sono allenato con loro e c'era l'intenzione di restare. Però c'era indecisione societaria tra i due presidenti, era tutto bloccato. Colgo l'occasione anzi per ringraziare la dirigenza ed il mister Pidatella che mi hanno accolto e dato la possibilità di allenarmi. Però, un giocatore che ha passione e vive di calcio, non poteva rischiare di restare fermo quindi ho optato per Biancavilla".

Mercoledì, nel recupero, hai avuto subito modo di affrontare il tuo ex Acireale...

"Sono contento di essere tornato al Tupparello anche se da avversario. Mi è dispiaciuta la contestazione: ho sentito termini come 'traditore', ma posso confermare che non sono aggettivi che mi appartengono. Anzi, un giorno mi piacerebbe sapere da chi e perché è stato sancito questo addio. È stato un fulmine a ciel sereno che da professionista, consapevole che sarei stato costretto a due mesi di stop, ho accettato perché voglio bene alla piazza".

La tua carriera è indissolubilmente legata all'Avellino...

"Avellino è tutto per me. Una piazza e una maglia che mi ha consacrato come giocatore e come uomo. Ho indossato una maglia gloriosa e ho indossato anche per due anni la fascia di capitano. Per me è tutto un ricordo bellissimo e inoltre mi ha permesso di arrivare in Serie A a Catania".

Nella stagione 2004/2005 avete battuto nei play off per la promozione in B il Napoli di De Laurentis e Reja...

"È stato un anno fantastico dall’inizio alla fine. Anche dal punto di vista personale ho fatto 11 gol. E poi vincere quello spareggio con una corazzata è una perla indelebile. Dopo quella stagione ho avuto anche la possibilità di passare alla Roma di Spalletti. Era tutto fatto col direttore Pradè, per un triennale. Poi ho perso il treno perché l'Avellino non ha trovato il mio sostituto".

La tua esperienza al Catania forse conferma il detto che 'nessuno è profeta in patria'...

"Il Catania è stato per me il dolce e l'amaro. Ho realizzato i sogni da bambino di giocare con la maglia della mia città in Serie A, ma dal punto di vista professionale mi ha rallentato la carriera. Però non rinnego nulla delle mie scelte. Quell'anno avevo diverse richieste di società importanti ma ho scelto col cuore".

All'Avellino hai avuto modo di conoscere Zeman...

"Il mister era un idolo per me che lo seguivo quando era alla Roma. Mi trovavo in C2 all'Igea Virtus, stavo per andare al Taranto ma poi mi chiamò proprio lui e mi portò ad Avellino insieme al direttore Pavone. Per me fu una cosa molto gratificante".

C'è una aneddoto che ci vuoi raccontare sul mister?

"Sicuramente sul ritiro, battibeccavo spesso col mister (ride, ndr). Avevamo la palestra a due centimetri, ma lui la teneva chiusa. Ci costringeva a lavorare a corpo libero e a carico naturale, con i compagni sulle spalle e sui gradoni. Poi era rigido con l'alimentazione: fin da subito ci ha proibito caffè, carboidrati e ci faceva vivere di brodini e frutta. Mi ha insegnato tanto sotto il profilo tecnico e umano. Gli sarò sempre grato".

Sempre in Irpinia, hai giocato insieme a Rastelli e Pisacane. Ti fa piacere quanto stanno facendo a Cagliari?

"Con il mister abbiamo un grande rapporto. In campo abbiamo vinto tanto, anche se insieme abbiamo sofferto per la retrocessione con l'Albinoleffe dove non è bastata una mia doppietta al ritorno. Quando la società poi doveva scegliere l'allenatore tra lui e Gautieri, io essendo il capitano, mi sono esposto per far sì che prendessimo Rastelli che aveva fatto bene a Portogruaro. Si è confermata la scelta giusta perché poi abbiamo vinto un campionato molto difficile. Si merita la Serie A. Così anche Fabio che è un ragazzo bravissimo, esemplare e professionale".

Vittorio Damiani
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