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Trombatore a GS.it: ''Doloroso lasciare il Rosolini, ecco come sono andate le cose''

Trombatore a GS.it: ''Doloroso lasciare il Rosolini, ecco come sono andate le cose''


Le esclusive di GS.it-Intervista all'ex tecnico granata

"Le belle storie hanno un inizio e una fine. Voglio salutare la città e soprattutto i miei ragazzi, spero che ognuno di loro conservi dentro di sè un bel ricordo di me come allenatore e come persona". Dopo cinque anni è giunta al capolinea il matrimonio tra il Rosolini e mister Trombatore. Proprio l'allenatore ai microfoni di Goalsicilia.it ha parlato di questi concitati ultimi giorni.

Mister cosa è successo?

"Si è parlato di abbandono ma è una parola che non si addice alla mia persona. Non sto lasciando alla 'Schettino' una nave che sta affondando, ma una squadra che dopo il girone di andata ha fatto 23 punti, settima in classifica. I risultati sono buoni e in linea con gli obiettivi prefissati a inizio campionato. In questi cinque anni che ho fatto l'allenatore del Rosolini non mi sono mai tirato indietro e ci sono stati sicuramente momenti più difficili. Questo era tutt'altro che un momento difficile. Chi mi conosce sa che sono sempre stato in prima linea a combattere"

Ma qual è la ragione di questo divorzio?

"Da un po' di tempo sono oggetto di critiche dal punto di vista delle scelte tecniche e professionali. Tutto ciò ha sminuito la mia posizione. Sono orgoglioso del mio lavoro e dei miei record: il Rosolini non aveva mai fatto cinque anni in Eccellenza e neanche aveva mai fatto 23 punti dopo il girone di andata".

Ti sei dato una spiegazione a queste continue critiche?

"Non me lo spiego, io però da parte mia voglio e devo solo ringraziare la società e il presidente Errante perchè sono stati loro a farmi intraprendere la carriera di allenatore. Io ho lasciato il calcio giocato quando era ancora integro fisicamente perchè il Rosolini mi ha voluto fortemente. Io ero scettico, volevo magari aspettare un po' di anni prima di allenare, ma il presidente mi ha sempre sostenuto".

Guardando la classifica non c'era motivo di criticare il lavoro tuo e della squadra...

"Il presidente ha affermato che la squadra è forte e che si aspettava di più. A inizio campionato l'obiettivo era la salvezza tranquilla, siamo settimi, penso che abbiamo rispettato la la linea. Se sono cambiati gli obiettivi in corsa non lo so. Dopo il Palazzolo il presidente ha dichiarato che avremmo finito la stagione tutti insieme a meno che io non avessi voluto lasciare. Poi mi ha ribadito questo concetto e io l'ho preso quasi come un invito ad andare via. Magari ho interpretato male, ma cosa dovevo fare? Lavorare in condizioni che potevano danneggiare la squadra? Io vivo di calcio e per me è una scelta sofferta, non sono abituato a non allenare, sono anche ancora scosso a livello emotivo. Mi è stato additato di avere un carattere spigoloso, io ne sono consapevole, ma queste sono delle scuse".

Qual è il tuo rammarico più grande nel lasciare la squadra a campionato in corso?

"Dopo tanti anni e dopo tanti sacrifici dei ragazzi e della società, era arrivato il momento in cui potevamo toglierci qualche soddisfazione in più. Il nostro obiettivo era migliorare quanto fatto la scorsa stagione. Sono ragazzi che ho cresciuto negli anni e il rammarico più grande è quello di lasciare loro. Sono stati cinque anni stupendi, se ripenso a tutti i momenti passati insieme...".

Pensi che il Rosolini avrà problemi a salvarsi?

"Assolutamente no. Con 23 punti fatti, ne bastano altri 12/13 per salvarsi. Se non si salva direttamente, si salva grazie alla regola dei dieci punti di distanza, perché dietro vanno a rilento. A 36 punti ci si salva".

Del gruppo di bassa metà classifica, chi non rischia di impelagarsi nei bassifondi?

"Penso che il Taormina ne uscirà fuori perché ha un buon allenatore e una società che gli ha riconfermato la fiducia. Ha ragione mister Coppa quando dice (ai microfoni di Goalsicilia) che quando avrà tutti gli effettivi a disposizione, farà un altro tipo di risultati".

Cosa c'è nel futuro di mister Trombatore?

"Intanto mi voglio riposare un po' e godere la mia famiglia e la mia compagna che ho sacrificato un po'. Continuerò però a studiare perché c'è sempre da migliorare e mi piace sempre allargare il mio sapere, se uno si sente arrivato è finito. Però se arriva un progetto ambizioso e vengo coinvolto, mi butto a piè pari dando tutto me stesso come fatto a Rosolini".

Vittorio Damiani
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