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Akragas: urge chiarezza, l'alternativa è il precipizio

Akragas: urge chiarezza, l'alternativa è il precipizio


L'editoriale sul momento della squadra biancazzurra al termine del girone d'andata.

Spendere parole sul match odierno contro il Monopoli, è opera quasi superflua e priva di ogni significato, che imporrebbe anche la ripetizione di quanto già scritto nelle scorse settimane dopo gli oramai tanti k.o. interni dell’Akragas.

La sfida contro i pugliesi ha segnato la fine del girone d’andata e quindi è forse più il caso di tracciare il bilancio al giro di boa del campionato e di certo, tirando le somme, il bilancio è negativo: 17 punti, appena tre vittorie e classifica pericolosa in cui urge vincere per uscire dalle sabbie mobili. Preoccupa soprattutto il rendimento interno: all’Esseneto nel girone d’andata sono scese tutte o quasi le dirette rivali per la salvezza, nel girone di ritorno verranno ad Agrigento le squadre più importanti e sarà dura fare punti in casa. In poche parole, i biancazzurri dovranno conquistarsi i punti salvezza lontano da Agrigento, visto che in questa prima parte di stagione invece solo una volta gli uomini di Di Napoli sono usciti con il bottino pieno dalle mura amiche.

Se fino a qualche settimana fa era giusto dare tempo alla squadra, riconoscendo l’impegno di mister e giocatori nel cercare di portare a casa i punti, adesso però, nel pieno del mese di dicembre non si può più certo parlare di attesa di tempi migliori, né può bastare il solo impegno dei giovani biancazzurri: vero che l’Akragas aspira alla salvezza, è pur vero però che i tanti punti persi impongono più di una riflessione visto che anche l’obiettivo minimo rischia di poter diventare molto difficile da raggiungere. La giovane età della rosa ha indotto ad aspettare chi ancora non ha espresso critiche sull’andamento della stagione, ma alla luce degli ultimi risultati parlare di ‘semplici episodi’ non appare più in linea con la realtà e con le esigenze di una squadra che deve salvare una categoria importante e difficile, quale la Lega Pro.

Appurato quindi che il bilancio di metà stagione è negativo, è bene da subito individuare le cause e, guardando il match contro il Monopoli, esse salgono tutte a galla e vanno ben oltre l’aspetto tecnico: a luglio la società ha voluto assemblare una rosa di giovani, un azzardo dovuto al risicato budget ma anche un rischio che gli stessi dirigenti, in primo luogo lo stesso Tirri, hanno voluto coraggiosamente assumersi; ebbene, questo azzardo potrebbe diventare salto nel buio se non si mettono i giovani biancazzurri nelle condizioni di crescere. I volti di molti giocatori, durante e al termine della sfida contro il Monopoli, erano emblematici rispetto alla situazione, esprimevano tutta la tensione accumulata in queste settimane, tutta la pressione arrivata sopra le spalle dei ragazzi guidati da Di Napoli. In parole povere, le incertezze societarie e il clima poco sereno degli ultimi mesi hanno creato un ambiente poco consono alla crescita ed alla maturazione dei giocatori dell’Akragas, lo spogliatoio e tutto ciò che ruota attorno ad esso appare provato, mentre la città si distacca sempre di più dalla squadra.

Un contesto, quello della società biancazzurra, costituito da quei dubbi e quelle tensioni che non hanno permesso la crescita della squadra: è dura potersi allenare serenamente sapendo di un presidente onorario pronto a non mettere più sul piatto i soldi necessari per il futuro, di un presidente del CDA dimissionario dopo duri attacchi della tifoseria e, in generale, di un ambiente in cui ogni minimo dettaglio fuori posto rischia di mettere ogni cosa in discussione.

Poco in questo contesto può fare mister Di Napoli, molto poco possono fare i giocatori che, per carità, anche oggi hanno cercato fino alla fine il pareggio; molto meno ancora possono fare gli stessi tifosi, alcuni dei quali forse realmente ingenerosi verso parte della società, ma a cui, nel complesso, è impossibile attribuire grandi responsabilità su una stagione che sembrava promettere bene e che lentamente va scivolando verso un pantano da cui serve uscire subito.

Negli altri anni, la fine del girone d’andata coincideva quasi sempre con la pausa natalizia e quindi la possibilità di riflessione in attesa del calciomercato di gennaio; quest’anno (purtroppo) già giovedì si torna in campo e si giocherà anche a poche ore dal Capodanno per una malsana e perversa emulazione di tutto ciò che proviene dalla Premier League. Pur tuttavia, in casa Akragas è necessario fermarsi un attimo e cercare adesso di rimettere a posto tutti i pezzi di un puzzle messo in disordine da continue folate di vento che hanno imperversato nelle ultime settimane: in primo luogo, urge chiarire posizioni e ruoli all’interno della società, apparsi un po’ confusi dopo dimissioni annunciate e poi ritirate da parte del presidente Alessi e dopo l’uscita di scena proclamata da Giavarini; occorre poi ritrovare serenità in seno alla stessa società, dopo che in alcune dichiarazioni delle settimane scorse si fa riferimento alla necessità di avere tutta la squadra dirigenziale più costantemente presente e vicina alla squadra; inoltre da più parti si invoca maggiore chiarezza sulle prossime mosse: ingresso di nuovi soci, destino dell’Akragas nel dopo Giavarini, situazione inerente la concessione dello stadio alla società e situazione inerente l’avvio o meno dei lavori per l’indispensabile impianto di illuminazione sono solo alcuni degli argomenti da cui i tifosi si aspettano informazioni utili per capire il futuro del sodalizio biancazzurro.

Queste questioni appaiono decisive, prima ancora dell’aspetto tecnico e del probabile intervento sul mercato di riparazione, per ritrovare serenità e far avvicinare nuovamente i tifosi allo stadio; è impensabile perdere ancora punti in casa, così come è improponibile continuare ad annaspare rischiando di precipitare lentamente sul fondo della classifica. La svolta in casa Akragas deve avvenire adesso, dopo potrebbe essere troppo tardi.

Mauro Indelicato
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