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Di Gaetano a GS.it: “Bilancio positivo col Santa Maria. La Serie D ritrova piazze siciliane importanti. Sull'Akragas...”

Di Gaetano a GS.it: “Bilancio positivo col Santa Maria. La Serie D ritrova piazze siciliane importanti. Sull'Akragas...”


Le esclusive di Goalsicilia.it-Il tecnico palermitano.

“Il bilancio di quest’anno non può che essere positivo. La partenza è stata un po’ stentata, ma la squadra era tutta nuova e bisognava trovare l’amalgama giusta. Dopo una partenza stentata abbiamo fatto bene, piano piano siamo venuti fuori con grandissime prestazioni, soprattutto contro le grandi”. Non ha dubbi mister Francesco Di Gaetano, che quest'anno in Serie D ha guidato il Santa Maria Cilento. Una stagione giudicata positiva, al termine della quale ha annunciato il suo addio. Adesso un po' di riposo, prima di una nuova avventura. Queste le sue parole a Goalsicilia.it:

Mister, mi sembra di capire che sei contento della stagione alla guida del Santa Maria Cilento…
“È stato un crescendo, con un pizzico di fortuna avremmo fatto qualcosa in più, ma abbiamo avuto tanti infortuni traumatici. Infortuni che ci hanno privato di giocatori importanti, che ci hanno messo un po’ in difficoltà. Abbiamo raggiunto l’obiettivo in anticipo e di questo siamo felici. Fino all’ultima giornata di campionato siamo rimasti gli unici ad averli battuti, poi ci è riuscito anche il Trapani”

E da palermitano quanto è grande la soddisfazione di aver battuto un Catania ritenuto imbattibile?
“Da tifoso dovrei dire che è stata una vittoria che valeva doppio, ma io mi ritengo un professionista e dico che è stata una grande soddisfazione perché abbiamo avuto la meglio contro una squadra fortissima, che non c’entrava nulla con questa categoria. Aver battuto questo Catania è stata una soddisfazione importante, anche a livello di fiducia e autostima. Serviva la classica gara perfetta, abbiamo giocato in modo vivace, rispondendo sempre colpo su colpo, a prescindere dall’avversario”.

Giocare a viso aperto dunque, con un’identità ben precisa…
“Quella è la mia mentalità, la mia filosofia di gioco. Abbiamo fatto tante buone partite, se non perfette quasi. Abbiamo messo sotto squadre veramente importanti. Il rammarico è magari dato dal fatto che fuori casa potevamo fare meglio: tante volte siamo stati in vantaggio e ci siamo fatti rimontare, lì sta la differenza tra una squadra esperta e una che deve crescere. Abbiamo buttato al vento tante possibili vittorie”.

E cosa pensi di questo campionato di Serie D? Tutto come pronosticato o possiamo individuare alcune sorprese e delusioni?
“La sorpresa in parte è stata il Locri, anche se mi aspettavo un campionato del genere perché avevano cambiato veramente poco rispetto all’anno scorso. Questo fa sì che una squadra possa dare continuità al progetto. La delusione forse può essere rappresentata da Trapani e Lamezia. Io pensavo che il Trapani sarebbe arrivato secondo a ridosso del Catania e non con tutti questi punti di distacco. Il fatto di aver vinto i play off un po’ rende tutto meno amaro, però sappiamo quanto contano i play off in Serie D… Penso che Trapani e Lamezia potessero fare meglio. Il Catania ha fatto quello che tutti ci aspettavamo, facendo il vuoto dietro di sé”.

Una Serie D che l’anno prossimo ritroverà l’Akragas
“Era ora. Tutti sanno quanto sono legato all’Akragas, per affetto, perché mio padre ha allenato lì, perché ci ho vissuto quando ero piccolo e quando l’ho allenata. Poi mi piacerebbe fare chiarezza sugli aspetti che mi hanno portato ad andare via prima di andare a Cittanova”.

Dicci pure…
“In seno alla società c’era confusione, ma è stato fatto passare un messaggio sbagliato, ovvero che sono andato via perché avevo già una squadra di Serie D. Posso assicurare e giurare che non era così. sono andato via da lì perché mi sono reso conto che non potevo dare nulla a quella squadra, che ero saturo dall’anno precedente e stavo male. Sarei stato un danno per l’Akragas, per il bene di quella squadra ho preferito fare un passo indietro. Poi è arrivato il Cittanova, ma è successo quando si è saputo che io avevo lasciato Agrigento. La gente purtroppo è male informata, ritengo giusto fare chiarezza”.

E in vista del prossimo anno valuteresti la possibilità di tornare ad Agrigento?
“Valuterei sicuramente l’opportunità, la situazione. Questo vale per tutte le possibilità che mi si offrono, è giusto ascoltare quando ti propongono un lavoro. Poi sta a te valutare progetti e contesti. La piazza di Agrigento è importante, sa rispondere presente ed è abituata a fare calcio da secoli”.

In D torna anche la Nuova Igea Virtus, altra piazza di tradizione…
“Anche questa è una realtà importante, con trascorsi importanti, un club storico che ha fatto anche la Serie C. Quando la Sicilia si presenta ai nastri di partenza con piazze piene di gloria, questo rappresenta un momento di crescita”.

A centrare il salto di categoria proveranno anche Enna e Siracusa che però dovranno affrontare i play off nazionali…
“Enna e Siracusa secondo me sono squadre forti per la categoria, anzi direi più che forti. Entrambe hanno sciupato l’occasione di avere la meglio durante la regular season. Entrambe possono avere qualche rammarico, ma ritengo che abbiano tutte e due le potenzialità e la forza di arrivare in finale e giocarsi una finale tutta siciliana. Entrambe magari faranno gli scongiuri (ride, ndr)”.

Quanto contano forza e qualità in queste partite?
“Non sempre sono caratteristiche determinanti. In questo tipo di gare conta tanto arrivare nella migliore condizione fisica, prepararsi bene e correre più degli avversari. Questo ti dà un vantaggio, una marcia in più”.

Quali possono essere le insidie che nascondono l’Ercolanese per il Siracusa e la Promosport per l’Enna?
“So che l’Ercolanese è un’ottima squadra, il campionato campano ha un livello alto tanto quanto quello siciliano, sotto l’aspetto agonistico e qualitativo. L’Ercolanese ha inoltre dei trascorsi importanti e sono abituati a fare calcio. La Promosport è una realtà giovane, che ha alle spalle una grande società. Magari hanno grande voglia di arrivare e grande entusiasmo, questo potrebbe fare di loro un cliente altrettanto scomodo”.

Tu a Biancavilla hai centrato i play off con una squadra che era per lo più composta di giovani in rampa di lancio…
“Quando sono arrivato lì c’era gente di qualità e tanti giovani. I grandi però mi hanno aiutato tanto ad arrivare fino in fondo. Mi riferisco a Vitale, Viglianisi, Ancione, Diop, Savasta, Lucarelli… La squadra qualitativamente c’era, ma si trovava in una condizione psico-fisica che non gli apparteneva. Lì ci siamo messi a lavorare in un certo modo e da palermitano avevo a che fare quotidianamente con dei catanesi. Si è creato comunque un legame forte al di là della sana rivalità sportiva, con molti di loro ci sentiamo ancora. Quando si vengono a creare questi rapporti qui, è difficile per gli avversari. In campo ognuno lotta per il compagno: se avessi detto a qualcuno di buttarsi sull’Etna durante l’eruzione per vincere la partita lo avrebbero fatto, questo per far capire il tipo di rapporti che si erano creati”.

E sul futuro cosa mi dici? È possibile un tuo ritorno in Sicilia?
“Allenare in Sicilia, in Trentino o all’estero per me cambia veramente poco. Allenare è ciò che amo e lo farei ovunque. In Sicilia c’è stima reciproca con qualcuno, questo posso dirlo, e qualche telefonata c’è stata. Le chiacchierate si fanno, ma a volte restano tali. È ancora presto per valutare”.

Quindi ti godi un po’ di relax?
“Voglio un attimino ricaricare le batterie dopo una stagione che ha avuto un dispendio di energie non indifferente. È chiaro che qualche chiacchierata la faccio, ma non voglio prendere una decisione affrettata. L’anno scorso mi sono accordato subito con il presidente Tavassi per il Santa Maria e poi sono sfumate altre occasioni ambiziose. Però con lui c’era stata la stretta di mano e per me la parola è sacra. Adesso voglio aspettare, mi sto disintossicando dal calcio”.

Luca Di Noto
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