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Serie D
Brucculeri a GS.it: ‘’Tutto sull’addio al Gela. Tifosi splendidi, ho sbagliato...’’

Brucculeri a GS.it: ‘’Tutto sull’addio al Gela. Tifosi splendidi, ho sbagliato...’’


Le esclusiva di Goalsicilia.it-L’ex tecnico dei biancazzurri.

È tra i migliori allenatori del nostro panorama calcistico, ma attualmente non siede su una panchina. Parliamo di Totò Brucculeri, che ha riportato il Gela in serie D ed è stato esonerato nei primi giorni di settembre. Queste le parole del tecnico in esclusiva a Goalsicilia.it.

Mister, partiamo da te. Come stai vivendo questi mesi lontano dal campo?

“In maniera serena e tranquilla. Ovviamente mi manca, ma mi sto dedicando alla campagna che è importante. Lontano da tutti ed in contatto con gli animali, che sono più fedeli di molte persone”.

Hai ricevuto proposte?

“Sinceramente sì.”

Però...

“Non è andata a buon fine perché ancora non sono riuscito a smaltire gli ultimi tempi”.

Come giudichi questa serie D? Igea Virtus prima da neopromossa...

“Voglio fare i complimenti al mio amico Peppe Raffaele, sta facendo un grandissimo lavoro. È un ragazzo che se lo merita, gli auguro il meglio. Per il resto non mi sono interessato a nulla, non mi permetto di sindacare sul lavoro altrui, anche perché non sono all’altezza di potere allenare in serie D...”.

Noto un certo sarcasmo...

“La serie D è troppo grande per me, io sono un tecnico di categoria inferiore...”.

Lo ritieni tu o qualcun altro?

“Ovviamente io. CI sono altri che sono molto più bravi di me. Non me l’ha detto nessuno, ma per quello che mi è successo devo recitare il mea culpa. Sono andato via da Gela perché avrò sbagliato io...”.

Non posso non chiederti appunto del “tuo” Gela...

“Mio non è. Il Gela è dei gelesi, io faccio parte del passato. Ho fatto lì due anni importanti, l’affetto resta grande nei confronti della città”.

Solo della città?

“Tifosi stupendi, mi hanno voluto bene”.

E i calciatori?

“Sono legato a quelli della vecchia guardia, magari qualcun altro non ha sopportato il peso di una grande personalità. Io non sono ruffiano per antonomasia, se devo dire una cosa, la dico in faccia. Non sono di quelli che pisciano dal balcone per poi dire ha piovuto”.

Il direttore Martello...

“Se lui è a Gela il merito è mio. Comunque ritengo che alla fine è un bravo ragazzo”.

 Ti dispiace sia finita così?

“Assolutamente no. Perché se ho sbagliato, è giusto che abbia pagato”.

In cosa pensi di avere sbagliato?

“Il carattere un po’ particolare che mi ritrovo, forse ha pesato nella testa di qualcuno, quindi è giusto che tocchi a me recitare il mea culpa. Anche questo mi è servito a crescere”.

Cosa non rifaresti?

“Trasformerei la mia personalità nell’essere ruffiano. Io non porto sponsor, oggi lavorano soprattutto allenatori di questo tipo. Tengo a precisare che non mi riferisco a nulla di specifico, faccio un discorso generale”.

Questo ti fa rabbia?

“No. Perché tanto, anche se portano sponsor, quando finiscono i soldi li mandano a casa”.

Loro però allenano e tu sei a casa...

“È giusto sia così. Anche perché, ribadisco, quando esauriscono le somme che portano, poi vanno a casa”.

In un ipotetico domani ti chiama il presidente Tuccio e ti dice “torni?”. Che rispondi?

“Sì, come amico per andare a pranzare insieme. Il rapporto di lavoro si è chiuso”.

Con chi ti sei lasciato, diciamo meno bene, nell’ambiente gelese?

“Mi sono lasciato bene con tutti. Ho un ricordo splendido di gente meravigliosa che mi ha voluto bene. Ed è facile ricordarti di chi ti ha voluto bene, chi non te ne ha voluto non te lo ricordi più...”.

Su mister, togliti un sassolino dalla scarpa...

“(ride, ndr) Ho un piede ermetico, ho un 41, per cui non ho piedi larghi e sassolini non ne entrano. C’è qualcuno che ha i piedi grandi e tanti sassolini, ma non riesce a toglierli perché non ha personalità”.

Mister, di solito tu non hai peli sulla lingua...

“Infatti, credimi che chi sa leggere capisce tutto quello che ho detto...”.

Il Gela sta andando molto bene. Credi che almeno una fettina di meriti ti spetti?

“No, i meriti ce li hanno gli altri, io non ne ho nessuno. Anzi ringrazio il presidente Angelo Tuccio perché questi anni mi hanno fatto crescere molto, sia a livello professionale che caratteriale”.

Dario Li Vigni
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