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Pizzo a GS.it: “Collaboro con l’Atalanta e molti ragazzi fanno gola. Punto situazione su tanti giovanissimi siciliani...”

Pizzo a GS.it: “Collaboro con l’Atalanta e molti ragazzi fanno gola. Punto situazione su tanti giovanissimi siciliani...”


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Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Marco Pizzo, ex osservatore della Federazione Italiana per le zone di Calabria e Sicilia per segnalare i ragazzi più interessanti da inserire nelle varie nazionali giovanili fino ad arrivare all’Under21. Attualmente responsabile dell’area tecnica della società RG, con lui abbiamo fatto il punto della situazione, queste le sue parole a Goalsicilia.it.

Marco, come mai non sei più osservatore della Federazione?

“Con la retrocessione del Trapani purtroppo non ci sono più squadre siciliane in A e B e quindi si è interrotto il rapporto con la Federazione. Spero che almeno una tra Palermo e Catania salga in B così da poter rientrare”.

Non sei rimasto fermo...

“No, ho sposato un progetto molto interessante. Collaboro con la RG Siracusa che è affiliata all’Atalanta, monitoriamo e formiamo i ragazzi in prospettiva nerazzurra”.

Ho sentito che alla RG nonostante lo stop causa Covid non si è fermato proprio tutto...

“Assolutamente, si sta facendo un ottimo lavoro. Abbiamo guardato il bicchiere mezzo pieno e cerchiamo di sfruttare la situazione per far crescere i ragazzi”.

In che senso?

“Non si possono fare allenamenti di gruppo e quindi si punta tanto sull’individuale. Insomma puntiamo sull’aspetto tecnico di ogni singolo ragazzo e credimi stanno crescendo parecchio. Finora avevo avuto a che fare, giusto per farti due nomi, con i vari La Gumina e Da Graca che sono arrivati in A vedendo diciamo il prodotto finito. Adesso stiamo cercando ci costruire già dalla base”.

Secondo te perché, rispetto ad un passato non troppo lontano, i giovani sono sempre più bravi tatticamente ma hanno meno qualità?

“Perché manca la strada. Fino a 20/25 anni fa i ragazzini trascorrevano 2/3 ore al giorno a giocare per strada e quindi ti formavi quasi spontaneamente dal punto di vista tecnico. Il muro spesso era un tuo compagno, giocavi partite fino a 10 e poi dopo un’ora prolungavi a 20. Oggi forse tutto questo manca sia per i pochi spazi ma anche per le distrazioni diverse che hanno gli adolescenti”.

Immagino che anche in altre squadre ci siano giocatori seguiti...

“Beh sì, nella RG ci sono 5/6 profili molto molto interessanti. Nella Panormus ci sono Sinagra e Viola. Il Calcio Sicilia ha una vera promessa come Martinez. Nell’agrigentino Raimondo Filippazzo con il Porto Empedocle sta facendo cose egregie e spiccano Rizzo e Castronovo”.

Perché questi ragazzini 13/14enni vanno all’Atalanta e le siciliane Palermo e Catania che vogliono rilanciarsi non ci puntano?

“Difficile, sicuramente ci sono alcuni ragazzi che meritano di giocarsela a livelli importanti già adesso. Purtroppo Palermo e Catania, investendo soprattutto sulla prima squadra, dedica poche risorse al Settore giovanile”.

Però poi a Palermo si elogia Accardi cresciuto in rosa, a Catania Pecorino è l’esempio lampante di quanto possa essere importante coltivare i propri giovani...

“Hai ragione, ma purtroppo alcune società non hanno abbastanza attenzione al proprio vivaio. In alcuni casi non si ha pazienza di aspettare la formazione di questi ragazzi”.

Insomma si continua ad investire poco sul Settore giovanile...

“L’esempio che risalta all’occhio è quello del Palermo di qualche anno fa con Baccin responsabile. Zamparini investiva oltre 1 milione nelle giovanili. I rosanero hanno vinto la Coppa Italia di categoria, hanno fatto la finale del Viareggio e fatto crescere tanti profili che ora giocano nelle massime categorie. Quando cresci in casa un Pezzella, un La Gumina e poi lo rivendi, rientri di tutte le spese. Sono contento per loro ma anche per me sono belle emozioni, l’esempio più recente è Da Graca che è già andato in panchina con la Juventus in Champions”.

Di fatto si è tutti fermi da quasi un anno causa Covid, può avere delle ripercussioni?

“Purtroppo sì. Tu pensa che è saltato il Torneo di Natale che solitamente si gioca a dicembre con i 2006 più forti di tutta Italia ed è spostato forse a maggio o giugno. La nazionale Under15 avrà qualche problema perché arriverà a scontrarsi con altre nazionali con pochissimi minuti sulle gambe. Perdere un anno di calcio, formazione, crescita ed esperienza, ovviamente può incidere”.

Dario Li Vigni
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