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Serie D
Aiac, Bellomo a GS.it: “Giusta ripartenza professionismo e stop dilettanti. Allenatori? Dobbiamo imparare...”

Aiac, Bellomo a GS.it: “Giusta ripartenza professionismo e stop dilettanti. Allenatori? Dobbiamo imparare...”


Le esclusive di Goalsicilia.it-Il consigliere nazionale.

Punto della situazione sul calcio dilettantistico con Roberto Bellomo, Consigliere nazionale dell’Aiac (Associazione Italiana Allenatori Calcio). Queste le sue parole a Goalsicilia.it.

Roberto, che ne pensi dell’ufficialità della ripartenza per A, B e C?

“I professionisti hanno esigenze importanti, dai diritti televisivi al resto, ci sta che ripartano. Aggiungo inoltre che hanno a disposizione medici, con conseguenti controlli, possibilità che nel mondo dilettantistico spesso non ci sono. È giusto che ripartano anche perché, come ben sappiamo, il professionismo trascina i dilettanti”.

Ritieni al contrario corretto lo stop ai campionato dilettantistici insomma...

“Beh sì. Purtroppo per ripartire occorrono condizioni ottimali che nei nostri campionati è difficile trovare. Vai in campi decenti e campi, diciamo, poco decenti. Fare dei protocolli ad hoc per i dilettanti in questo momento è impossibile. Bisogna considerare anche le scuole calcio in questo calderone, è come le scuole sono rimaste chiuse è giusto che anche queste lo restino”.

Si poteva fare qualcosa di diverso?

“Si poteva sfruttare questo momento di sosta in modo migliore, magari per rinnovare strutture e organizzazioni societarie. Poi l’organizzazione fa la differenza”.

In che senso?

“Per esempio in Veneto le scuole calcio, grazie a borderò di rendicontazione mensile degli incassi, avranno dei contributi. Noi per esempio abbiamo creato uno sportello per gli allenatori dilettantistici che riceveranno i 600/800 euro dal Governo perché magari correttamente il club di appartenenza era iscritto al Coni. Questo spero insegni a tanti che l’organizzazione è fondamentale”.

È possibile che sia arrivato il momento di fare una scrematura di quelle società dilettantistiche poco organizzate?

“Complicato. La LND vive di affiliazioni. Se la Campania ha 800 affiliazioni e la Sicilia 799, si punta ad averne 801. Molte società muoiono per non aver curato i settori giovanili e questo aspetto sì che va migliorato”.

Parliamo di allenatori...

“Già quest’anno c’era a pieno regime la norma che tutte le società dovevano avere in panchina, in qualsiasi settore, un allenatore tesserato. Bisogna farla rispettare anche nei settori giovanili perché è giusto che i nostri tecnici, che per prendere il patentino, per aggiornarsi, impiegano soldi e tempo, ne traggano beneficio”.  

Rispetto al caos che ha generato il CoronaVirus?

“La stagione sarà considerata ufficialmente terminata lo scorso 4 marzo, per questo stiamo cercando di trovare un accordo con la LND nazionale per coprire economicamente i mesi mancanti all’originaria chiusura dei campionati. Inoltre stiamo cercando di trovare un accordo per fare in modo che gli allenatori, mi riferisco alla Serie D, possano firmare dei contratti pluriennali e non solo annuali come successo finora per chi vuole imbastire un bel progetto”.

Il famoso neo degli allenatori “prestanome”. Che si può fare?

“Noi non siamo KGB o FBI, ma quelli che riusciamo a trovare li segnaliamo. Per fortuna questo fenomeno si è ridotto tantissimo negli ultimi anni. Purtroppo spesso accade che i nostri cari allenatori, che vengono sostituiti da un collega che non avrebbe titolo per stare là, alla domanda se hanno contezza della situazione spesso rispondono ‘A me non interessa’ oppure ‘Il presidente mi deve ancora pagare’. Dobbiamo tutti imparare ad avere più dignità professionale”.

Qui di seguito il video con l'intervista integrale.

Dario Li Vigni
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