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Terlizzi si racconta a GS.it da Palermo a Catania fino a Trapani: ­“Anni bellissimi, la Sicilia è casa mia­“

Terlizzi si racconta a GS.it da Palermo a Catania fino a Trapani: ­“Anni bellissimi, la Sicilia è casa mia­“


Ospite del "A tu per tu Instagram di Goasicilia.it" parla l'ex difensore

"La Sicilia è casa mia, Roma e la Sicilia per me sono sullo stesso piano". Christian Terlizzi, ex difensore che ha scritto pagine importanti negli ultimi anni del calcio siciliano, parla a Goalsicilia.it. CLICCA QUI per il video dell'intervista. 

PALERMO "In rosanero ho passato anni fantastici, una maglia che mi ha fatto arrivare nel calcio 'che conta', ho fatto tanta Serie A, la Coppa Uefa. Sono arrivato a Palermo da sconosciuto, la società ha creduto in me, mister Baldini, il direttore Foschi e il presidente Zamparini e ho fatto un'ottima stagione contribuendo alla Promozione in Serie A, peccato per quell'infortunio al ginocchio che mi ha fatto chiudere la stagione ai box".

QUATTRO GOL NELLE PRIME QUATTRO GARE DELLA SERIE A 2005/2006 "Avevo preso il posto di Luca Toni nel pullman e mi ha portato bene (ride ndr). Poi in una partita di Coppa Italia col Bari, mister Del Neri, mi aveva lasciato in panchina per farmi riposare visto che giocavo sempre in campionato però, avevamo due attaccanti squalificati e sul 3-2 per il Bari, il mister mi ha detto 'riscaldati che entri, però davanti' (ride ndr): è andata bene, sono entrato ho fatto un assist e un gol e poi il mister mi ha mandato dietro a difendere".

CATANIA "In rossazzurro c'era mister Baldini e Atzori come secondo, mi hanno chiamato e sono stato subito disponibile a raggiungerli dopo l'anno alla Sampdoria. Catania è una grande realtà e ho passato quattro anni bellissimi sotto l'Etna.

PAPU GOMEZ E GLI ARGENTINI IN ROSSAZZZURRO "Quando sono arrivato c'erano solo Llama e Izco poi sono arrivati Silvestre, Carboni, Ledesma, il Papu, Maxi Lopez, Alvarez, Andujar...All'inizio c'era una sorta di rivalità tra gruppi ma poi abbiamo instaurato un bellissimo rapporto, andavamo a cena tutti insieme e si stava bene. Il Papu? Quando è arrivato si interstadiva a puntare l'uomo, ci ha messo un po' per capire il tatticismo e la disciplina del calcio italiano, è stato un po' tappato all'inizio ma si vedeva che aveva qualità oltre la media e poi è un ragazzo umile, disponibile e i risultati sono stati la naturale conseguenza".

TRAPANI "In granata ho capito che allenandomi bene avevo ottimi risultati, ho vissuto stagioni importanti, poi ho avuto problematiche extra campo, legate al contratto ma i primi anni sono stati bellissimi. Quella finale play off persa? Entrambe le squadre avrebbero meritato la Serie A, un piccolo episodio ha aiutato il Pescara".

TIFOSI GRANATA "Da quando c'è la curva dietro la porta, il 'Provinciale' è un fortino. Trapani è una piazza importante, la società ha perso tantissimo dopo l'addio dei Morace ma spero possano trovare la quadra giusta".

CITRO E QUEL PALLONE BUTTATO IN CAMPO IN FINALE PLAY OFF "Sono stato a vedere allo stadio quel Frosinone-Palermo, a fine partita siamo andati a cena e c'era anche Nicola, gliel'ho detto subito che ha fatto una cosa neanche da prima categoria (sorride ndr). Però Nicola è un bravissimo ragazzo, mi ha detto che in quel momento era preso dall'euforia, l'ha fatto inconsciamente...si è scusato e anzi mi ha chiesto di portarlo a Palermo".

RIVALITÀ TRA PIAZZE "Io faccio il calciatore, per me non esiste odiare una squadra perché ho giocato in una piazza rivale. Sono stato forse l'unico giocatore a vestire tre maglie siciliane importanti e in qualsiasi derby mi hanno sempre applaudito, vuol dire che qualcosa di buono l'ho lasciato dove ho giocato. Se tu porti rispetto, te lo portano: io non ho mai regalato biglietti a nessuno ma sono sempre stato naturale, spontaneo e questo è stato apprezzato".

CRISI CALCIO SICILIANO "In Sicilia, i primi anni in cui ci giocavo, c'erano quattro realtà importanti e il calcio è un bene per le città. Mi dispiace il Palermo in D ma oggi c'è una società importante e credo che possa ritornare presto dove merita. A Catania mi sono scontrato tanto con Pietro Lo Monaco però gli va dato atto che ha creato un impero in rossazzurro, poi altri hanno messo bocca dove non dovevano e gliel'hanno smantellato, hanno rovinato il sistema".

FUTURO "Nel calcio devi instaurare rapporti, devi essere uno che chiama e che si ruffiana, io non sono così. Vorrei fare qualcosa nel calcio ma partendo perché qualcuno crede in me, non perché sono 'amico di'...La gente mi vuole bene e mi stima perché sono così, discuto, ti dico quello che penso, sono diretto ma poi non porto rancore. Mi piacerebbe fare l'allenatore".

MODELLI "Ho avuto tanti allenatori bravi, ognuno mi ha lasciato qualcosa. Del Neri per esempio grande mister e grande persona, lui, Iachini e Giampaolo tatticamente hanno qualcosa in più degli altri, Maran è fortissimo nella gestione del gruppo. Non devi copiare nessuno, devi prendere le idee che ti hanno lasciato gli altri ma poi avere la tua mentalità e il tuo modo di allenare".

SETTORE GIOVANILE "Il mio modo di vedere la scuola calcio è diverso da quello che vedo in giro. Bisogna 'costruire' i ragazzi, dargli delle regole e farlo diventare uno sportivo: non tutti potranno fare i calciatori ma avranno imparato il rispetto e lo stare in gruppo. La prima cosa da fare sarebbe sviluppare la motoria dei ragazzi, ora troviamo bimbi che fanno fatica a fare una capriola, la motoria invece è alla base di tutto. Adesso nella scuola calcio lavorano molto tatticamente per vincere le partite e i tornei, ma una scuola calcio che lavora bene deve concentrarsi sullo sviluppo del ragazzo".

Vittorio Damiani
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