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Palma a GS.it: ­“­Non sono riuscito a dare quello che volevo ad Acicatena. Mi auguro Serafino salvi la squadra. Lotta salvezza...“

Palma a GS.it: ­“­Non sono riuscito a dare quello che volevo ad Acicatena. Mi auguro Serafino salvi la squadra. Lotta salvezza...“


Le esclusive di Goalsicilia.it-Intervista all'ex ds dei catenoti

Arrivato in corsa, sceso poco dopo. Santo Palma, ha legato questa stagione a quella dell'Acicatena con poca fortuna per tutti i protagonisti della storia. Dimessosi due settimane fa, il ds catanese, ai microfoni di Goalsicilia.it, ha spiegato cosa lo ha portato a prendere questa scelta.

Al giorno d'oggi è difficile che si trovi qualcuno che dia le dimissioni e lasci la poltrona...

"Io la ritengo una cosa normale, indipendemente dal posto dove si è e nella piazza in cui lavori.  Quando ti dimetti vuol dire che c'è qualcosa che non va".

Quali sono le motivazioni che stanno dietro questa tua decisione?

"Non mi era mai capitato, in vent'anni che faccio il direttore sportivo, di non riuscire a dare alla mia squadra quello che è il mio carattere e le mie caratteristiche. Ho sempre avuto squadre di 'grande battaglia', 'dure a morire': in due mesi invece all'Acicatena non sono riuscito a trasmettergli questi miei valori e quindi ho ritenuto giusto alzare la mano e assumermi le mie responsabilità, da qui le mie dimissioni...Se non porti risultati è giusto fare un passo indietro".

Però non nascondiamoci: le colpe non sono tutte di Santo Palma, anzi...Cosa c'è che non funziona realmente all'Acicatena?

"Se lo sapessi o se lo avessi capito, non ci troveremmo in questa situazione".

C'è qualcosa che non rifaresti di questi mesi?

"No, non mi sono mai pentito delle mie scelte che siano giuste o sbagliate, vedo tutto come una crescita. Questi due mesi mi hanno fatto capire tante cose che probabilmente non avevo ancora capito".

L'Acicatena, con il ritorno anche di mister Serafino, si può salvare?

"Ho mandato un messaggio al mister il giorno dopo il suo ritorno: gli ho augurato il massimo dicendogli che, secondo me, la squadra si può salvare, bisogna solo trovare la quadra giusta. Gli ho chiesto di salvare la squadra perché è una cosa che sento anche mia".

A proposito di lotta salvezza, chi rischia di più?

"Bene o male sono tutte squadre allo stesso livello, si vive di momenti: due su quattro, tra Enna, Acicatena, Gela Fc e Pedara, salveranno la stagione ai play out in 90 minuti, le altre due dovranno lasciare la categoria".

Diamo uno sguardo in alto invece, chi vince il campionato?

"Ho sempre messo il Paternò, fin dall'inizio della stagione, un passo avanti a tutti: è la società meglio organizzata, quella che ci prova da più tempo di tutti e che si è mossa meglio di tutti. C'è un grande presidente, una grande città alle spalle, un'ottima dirigenza...L'unica pecca è aver cambiato tre allenatori ma la squadra e la società sono così forti da aver fatto sì che questo non sembrasse un problema".

Chiudiamo con uno sguardo al tuo futuro...

"E' sempre un'incognita, viviamo un calcio molto malato, quasi grave. C'è qualche contatto ma sono approcci molto piccoli che da qui a qualche mese potrebbero diventare altro o sparire del tutto. Adesso, da domenica, mi vado a vedere un po' di partite di Serie D, userò questi mesi per questo".

Vittorio Damiani
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