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Infantino a GS.it: “Spiego motivi dell’addio alla Sancataldese. Alcune situazioni...”

Infantino a GS.it: “Spiego motivi dell’addio alla Sancataldese. Alcune situazioni...”


Le esclusive di Goalsicilia.it-L’ex tecnico verdeamaranto.

Come un fulmine a ciel sereno ieri è arrivata la notizia della separazione tra Pietro Infantino e la Sancataldese. Con il mister abbiamo fatto il punto della situazione, queste le sue parole a Goalsicilia.it.

Mister, addio inaspettato...

“Ci tengo intanto a ringraziare la città di San Cataldo perché è stata ospitale sia con me che con la mia famiglia. Un grazie lo devo anche alla società perché, credimi, è formata da persone squisite e perbene. Ringrazio anche i calciatori perché mi hanno sempre dato massima disponibilità”.

Ti faccio la domanda più banale: cosa è successo?

“Come dice anche il comunicato c’era una visione diversa tra il sottoscritto e la società dal punto di vista calcistico”.

In che senso?

“Alleno da più di 15 anni, ovviamente ho una mia idea del calcio. Se scegli un allenatore sposi la sua idea, il carattere e anche la personalità. Ho notato che c’era incertezza su quello che stavamo facendo, su come lo stavamo facendo e a che punto eravamo”.

C’è stato qualche attrito sulla costruzione della squadra?

“Sulla filosofia di gioco e sulla preparazione fisica più che altro. Siamo partiti con il lavoro precampionato il 5 agosto, escludendo il periodo del Ferragosto ed un paio di giorni liberi, ci siamo allenati di fatto per una quindicina di giorni. Loro il 25 agosto non hanno visto quanto si aspettavano a livello di gioco, di passo, di qualità”.

La decisione di separarvi è stata consensuale?

“Diciamo che io ho letto che c’erano incertezze e ho preferito farmi da parte. La Sancataldese è reduce da una retrocessione che brucia ancora e questo probabilmente ha infuso incertezza e paura allo stesso tempo, ma di certo io non ho colpe su quanto successo nella scorsa stagione”.

Ti dai delle colpe?

“Io ho sicuramente un caratteraccio. Loro sono un gruppo dirigenziale ben consolidato e non era facile inserirsi al meglio. La mia unica colpa però è quella di credere molto in quello che faccio e di avere una personalità molto forte”.

Di solito però avere una personalità è un punto di forza di un tecnico...

“Io me ne do una colpa perché forse a volte bisognerebbe essere più elastici, ma credo nel mio lavoro, in quello che faccio, nel modulo che uso. Ovviamente però ci vuole lavoro, costanza e tempo”.

La Sancataldese è considerata una delle squadre in pole per la vittoria del torneo, la rosa era già completa?

“Ottima rosa, ma mancavano un paio di pedine offensive, di qualità, che sarebbero arrivate nei prossimi giorni. Non era questo un punto di discordia, ripeto c’era nel complesso una visione diversa”.

L’addio è stata una decisione di impulso o meditata nel tempo?

“Nel corso di questo mese c’erano state alcune cose che avrei preferito fossero andate diversamente, non lo nego, poi è arrivata la classica goccia che fa traboccare il vaso. Ho detto alla società non facciamo danni, fermiamoci qui così abbiamo il tempo di rimediare, sia il club che il sottoscritto. Non sono un allenatore che ruba contratti, ripeto che la società è composta da persone perbene ed è giusto così”.

Che squadra lasci?

“Un gruppo sano che lavora e segue l’allenatore. Sono stato orgoglioso di allenarli. Dispiace che sia sul gruppo, che su me stesso, ci siano stato letture sbagliate da parte di qualche dirigente... La serietà dei ragazzi e del tecnico non deve essere messa in dubbio, specialmente nel calcio d’agosto”.

Sei amareggiato...

“Sì, perché queste cose vanno fatte con rispetto e con modo, oltre che nei posti giusti, non al bar o in tribuna. Il 25 agosto non ci può essere una visione chiara della squadra, ribadisco è calcio estivo. Tra mille virgolette, è come se prendessi Zeman chiedendogli di fare il catenaccio. Io ho la mia idea di calcio, ma ovviamente per girare tutto al meglio ci vuole tempo”.

Qualche malalingua ha sostenuto che questa scelta è figlia di qualche chiamata che avresti ricevuto da squadre di D...

“Giuro sui miei figli, assolutamente no. Anzi ti dico che 15 giorni fa mi ha contattato una società blasonata pugliese, la dirigenza verdeamaranto lo sapeva, ma ho rifiutato perché avevo preso un impegno con la Sancataldese”.

Dario Li Vigni
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