La ‘spina dorsale’ del Palermo funziona: da Posavec a Nestorovski…
Primo successo in campionato dei rosa-l’editoriale
Il Palermo torna da Bergamo con tre punti in tasca, anzi, torna da due trasferte di fila contro due dirette concorrenti da imbattuto. Anzi, sì ancora “anzi”, il Palermo ed il Napoli sono le uniche squadre di A ad avere giocato finora tre trasferte e ad essere imbattute. Per intenderci hanno fatto peggio Inter, Lazio, Torino, Sampdoria, Sassuolo, Cagliari e Crotone. Scusate se è poco…
Per carità, non bisogna vedere una squadra di campioni adesso, come non era giusto definirli brocchi dopo la sconfitta con il Napoli, ma una cosa è sotto gli occhi di tutti: si comincia a vedere una squadra. De Zerbi sta infatti plasmando gli uomini che ha a disposizione a sua immagine e somiglianza: grinta, tenacia, fame, agonismo, il tutto condito da voglia di gestire il gioco e qualche sprazzo di tecnica. Una squadra sicuramente in crescita che sta cominciando a contare sulla spina dorsale.
SPINA DORSALE: Sì, intesa sia come “coraggio” e voglia di lottare, ma soprattutto intesa come linea immaginaria che congiunge il portiere al più avanzato degli attaccanti. Posavec contro Pinilla e compagni si dimostra ancora una volta determinante, l’errore con il Napoli sembra più che superato, dimostrandolo a suon di parate ma anche sotto il punto di vista della tranquillità che infonde al suo reparto. Percorrendo qualche metro troviamo Goldaniga, tra i migliori in campo a Bergamo, capace di annullare il bomber cileno prima e Paloschi poi, sfiorando anche il gol in proiezione offensiva.
Percorrendo qualche metro troviamo Bruno Henrique, a dire la verità ancora un po’ in ombra, ma al suo fianco Hiljemark ha percorso tanti chilometri e Chochev ha disputato una gara ordinata, forse tra le migliori in maglia rosa. E che dire di Diamanti, ancora non in perfette condizioni, ma quando accarezza la sfera fa intuire anche a chi di calcio non ne capisce granchè che lui sa giocare al calcio.
Un paragrafo a parte lo merita Ilija Nestorovski. Ha vissuto un mese d’agosto all’ombra di tanti nomi come Balotelli, Ciofani, Galabinov, Bergessio e chi più ne ha più ne metta. Ha dovuto sopportare i mormorii dei tifosi che già lo definivano il “nuovo Farias”. Poi segna un bel gol contro il Crotone, rilascia un’intervista in italiano e comincia a fare un pizzichino di simpatia. Ma soprattutto, minuto 90 dell’Atleti Azzurri d’Italia, calcio d’angolo per il Palermo. Sguardo d’intesa con Jajalo, colui che batte il corner, movimento sul primo palo e taaaac, tocco di giustezza (come dicono quelli bravi) sul primo palo di destro (piede non suo) e corsa sotto lo spicchio dei tifosi siciliani presenti a Bergamo. Non è né Luca Toni né Amauri, ma… Beh, cosa inserire dopo il “ma” lo decideremo a fine campionato…