Di Gaetano a GS.it: "A Trapani anni fantastici. Un giorno voglio allenare l'Akragas. Faggiano..."
Intervista esclusiva a Francesco Di Gaetano, ex vice di Boscaglia al Trapani
Dopo una vita al Trapani, prima storico vice di Boscaglia, poi allenatore della Primavera granata, Ciccio Di Gaetano si trova a cominciare la nuova stagione ai box: “Non sono abituato, questa situazione per me è nuovissima. In tutta la mia vita sportiva non mi era mai successo di non andare in ritiro precampionato a luglio. È la prima volta, si dice che nella vita bisogna provare tutto, ok l'abbiamo provato, mi auguro che non accada più (ride, ndr)”. Con il mister, abbiamo poi fatto una chiacchierata su diversi temi interessanti.
Mister, lei però è sempre pronto a ripartire...
“Durante il campionato, quando le cose non vanno bene o le squadre non raccolgono risultati, le società si guardano intorno ed è normale che chiamano un po' in giro. Con qualcuno mi sono già sentito, con altri non si sono trovati accordi, perché comunque in queste categorie ci sono situazioni strane. Non sempre si lavora per meriti... Allenatori siamo in tanti e io conto solo sulla mia competenza”.
In estate ci sono stati contatti fitti con l'Akragas...
“Mio padre ha allenato lì, ci ho vissuto un anno e ci ho giocato tante volte da avversario, ho un bel ricordo di Agrigento. Mi sarebbe piaciuto tornarci: quest'estate ci siamo incontrati, abbiamo fatto una chiacchierata, è stato diciamo un modo per conoscerci ma poi giustamente loro hanno preferito un altro allenatore. Finalmente hanno trovato la prima vittoria, si stanno mettendo nella giusta strada”.
Rimane però una porticina aperta verso Agrigento?
“Nella mia carriera calcistica spero un giorno di poterla allenare. Noi siciliani siamo legati alla terra, alle origini, quindi per quanto mi riguarda le squadre siciliane avranno sempre la precedenza”.
Conosce bene il campionato Primavera. Quanto in realtà è utile ai giovani e quanto lo sarebbe invece abolirlo per passare alle cosiddette squadre “B”?
“Secondo me bisognerebbe fare entrambe le cose. Il passaggio tra Primavera e Serie A o B è notevole e il giovane non arriva pronto. Serve un passaggio intermedio e potrebbe essere rappresentato dalle squadre “B”. Molte società nei settori giovanili improvvisano, non c'è più professionalità nelle scuole calcio. Serve gente professionista”.
Si aspettava il passaggio di Francofonte dal Trapani alla Juventus?
“Durante l'anno spesso si è allenato con noi della Primavera, si vedeva che ha grosse possibilità. Ma anche lui ha molto da migliorare. Le potenzialità ci sono, molto dipende da lui. Questa è un'età difficile, ma lui è un ragazzo che si impegna e ascolta”.
È stato al Trapani nel momento più intenso della storia granata...
“Questi anni sono stati un susseguirsi di emozioni, dalla D alla B. Il primo anno che abbiamo vinto la C2 non me lo scorderò mai. La finale play off con l'Avellino è stata un qualcosa di eccezionale. Partita indimenticabile il 3-2 al 95' in casa contro il Latina. Non ci scordiamo la delusione contro il Lanciano, ma anche quello ci ha fatto arrivare all'apice che è stato rappresentato dalla promozione in B a Cremona”.
Dopo tanti anni si sono separate le strade con Boscaglia...
“Di lui mi porto dentro tante cose belle. Abbiamo condiviso tante grandi stagioni, i campionati li abbiamo vinti insieme. A Brescia ha fatto un buon campionato. Hanno fatto tante grandi partite, ma lo conosco, so come lavora e me l'aspettavo. Quest'anno non so che obiettivi ha il Novara, ma c'è anche lì il giusto mix per fare bene”.
C'è qualcosa dietro a questa separazione?
“No, nel calcio come in ogni lavoro uno si può scegliere i propri collaboratori. Nella vita nulla dura per sempre. Ci siamo lasciati bene, ci sentiamo spesso. Anche io magari avrei avuto bisogno di separarmi”.
L'anno scorso ha avuto modo di confrontarsi con Cosmi...
“Il mister l'ho conosciuto più fuori dal campo, ogni giorno eravamo insieme. È una persona vera, per come la vedi è. Un personaggio che sa lavorare, è stato un piacere averci a che fare. È uno che capisce di calcio o non avrebbe toccato i livelli l'anno scorso portando il Trapani nel punto più alto della sua storia”.
Si aspettava il passaggio di Faggiano dal Trapani al Palermo?
“Il lavoro è questo, siamo professionisti. Aveva fatto bene in questi anni, era normale che l'avrebbero prima o poi chiamato dalla serie A. Forse non mi aspettavo i tempi, in un periodo di mercato, magari non era l'ideale. Il direttore sarà sempre grato alla città e alla società perché gli hanno permesso di essere lì dov'è oggi»”.