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Il calcio siciliano dalla B all’Eccellenza è moribondo: ma c’è una soluzione?

Il calcio siciliano dalla B all’Eccellenza è moribondo: ma c’è una soluzione?


Editoriale.

Qualcuno si chiederà perché questa immagine tratta dal film Titanic, spiego subito. Quando ho pensato al calcio siciliano, ecco il flash di questa scena: qualcuno su una zattera relativamente tranquillo, qualcun altro immerso nell’acqua gelida che in pochissimo tempo morirà. La situazione del calcio siciliano è questa, dai professionisti in giù sono davvero poche le situazioni con camino e cioccolata calda, anzi per il periodo meglio dire con sdraio in riva al mare e cocktail. Provo a fare un po’ di ordine.

SERIE B: Già il non partire dalla Serie A fa riflettere, fino ad una decina d’anni fa la situazione era ben diversa. In ogni caso tra i cadetti troviamo il Palermo che, ok da un punto di vista sportivo sta inseguendo l’obiettivo, ma ha una situazione societaria in bilico vista la volontà di Zamparini di cedere il club.

SERIE C: Cominciamo a scendere di categorie e aumentano i caos. Fatta eccezione per il Catania, che dal punto di vista sportivo è ancora in corsa per l’obiettivo promozione, e soprattutto per la Sicula Leonzio che è solida tra le mani del presidente Leonardi, per le altre le nubi sono fitte. L’Akragas è retrocessa a causa soprattutto dei ben noti problemi societari, si parla da mesi di una cordata iraniana che “a giorni chiude”, ma ‘sti giorni non si sa bene quando saranno. Il Siracusa è relativamente tranquillo sotto la gestione del patron Cutrufo, ma lui stesso ha dichiarato che senza la mano di altri soci dovrà limitarsi ad un campionato pressoché tranquillo con una rosa imbottita di giovani. Il Trapani, che ha fallito l’obiettivo promozione, è nel caos. Il Comandante Morace ha consegnato la squadra al Sindaco e del “Doman non v’è certezza...”.

SERIE D: Difficile qui trovare una squadra siciliana del tutto tranquilla. Forse un’eccezione è rappresentata dalla Sancataldese che come sempre proseguirà nel progetto degli ultimi anni con il lancio di tanti giovani. Paceco e Palazzolo sono retrocesse, il Troina in caso di mancato ripescaggio potrebbe perdere il presidente Alì e di fatto tutta la baracca. All’IgeaVirtus la famiglia Grasso ha lasciato dopo 7 anni di successi, e ora? Boh... A Gela i Mendola hanno fatto un passo indietro e davvero cosa succederà è impossibile prevederlo. Ad Acireale si sta provando a costruire qualcosa con l’aiuto della città, ma non è facile. Le neopromosse. A Marsala, dopo qualche giorno di semi-caos, tutto sembra essere tornato nella norma, adesso si starebbe pensando a programmare la nuova stagione. Discorso diverso per il Città di Messina, che potrebbe: o fondersi con l’AcrMessina che dunque navigherebbe in acque più solide, o addirittura rinunciare al titolo di D per concentrarsi sul Settore giovanile.

ECCELLENZA: Qui non entriamo nel dettaglio di tutte le squadre, ma con la stagione che deve ancora iniziare le situazioni in bilico sono già tante. Basti pensare che il Real Rometta, neopromosso, starebbe pensando a non iscriversi. Che l’Alcamo senza l’intervento di nuovi soci potrebbe cedere il titolo a qualche comune limitrofo. Che nel Licata si sta vivendo una spaccatura interna e così via. Insomma esistono davvero poche isole felici o pseudo tali.

Insomma il calcio siciliano è sull’orlo dell’annegamento, con una mano ancora aggrappata alla zattera ma tutto il resto del corpo immerso nell’acqua gelida. Cosa si può fare per cambiare rotta non spetta a me dirlo, sinceramente non saprei trovare una soluzione neanche scervellandomi. Certo l’idea che molti genitori siano convinti di avere Del Piero per figlio e che presunti allenatori pensino solo a vincere senza far crescere i propri giocatori non aiuta, no non aiuta...

Dario Li Vigni
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