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Serie D
Gela, il disimpegno della famiglia Mendola: “Nessun presupposto per continuare. Cediamo il club a zero euro”

Gela, il disimpegno della famiglia Mendola: “Nessun presupposto per continuare. Cediamo il club a zero euro”


Attraverso una conferenza stampa, la dirigenza annuncia l’addio al club biancazzurro: “Speriamo qualcuno si faccia avanti”

Giornata di conferenza stampa in casa Gela. Nel corso di un incontro con i giornalisti, la dirigenza biancazzurra ha annunciato il proprio disimpegno, confermando l’addio al club. Il primo a presentare la situazione è stato il presidente AngeloMendola. Questi i principali argomenti affrontati:

ADDIO “Facciamo questa conferenza stampa in merito alla gestione del Gela calcio e noi dobbiamo dare dei chiarimenti sul futuro. Ad oggi il gruppo Mendola lascia il Gela, in quanto non ci sono i presupposti per andare avanti. Mi dispiace dire questo, ma è così. Questo comporta un danno alla città, ma ci sono i presupposti che qualcuno si faccia avanti. C’è circa un mese e mezzo per iscrivere la squadra”.

NESSUNA POLEMICA “Non vorrei fare polemiche dopo tante conferenze stampa fatte nei mesi passati, ma ribadisco che da parte nostra non ci sono i presupposti. Non abbiamo più l’entusiasmo che avevamo prima. Si era parlato di un progetto a lungo termine, ma dopo la chiusura dello stadio non abbiamo più avuto riscontri dall’amministrazione e lo stadio è ancora chiuso”.

IMPOSSIBILITA’ DI DIALOGO CON L’AMMINISTRAZIONE “Fare un programma è difficile perché non sappiamo dove giocare l’anno prossimo. Il nostro gruppo quindi si fa da parte. Magari qualcun altro avrà le capacità di fare calcio a Gela. Noi purtroppo con quest’amministrazione non ci riusciamo. Mi dispiace tanto, con tutte le difficoltà avute abbiamo finito il campionato al settimo posto, giocando dodici partite fuori casa”.

DOVE GIOCARE? “Non è possibile investire non conoscendo la politica. Io da gelese non riesco a capire chi è il sindaco, chi ci rappresenta e chi sia l’assessore allo Sport. Noi non sappiamo a chi rivolgerci e questo ci ha provocato un danno, perché senza uno stadio non si può andare da nessuna parte. Io vorrei chiederlo a voi giornalisti… Dove andiamo a giocare? A Licata? Io con i miei fratelli avevo già dato le mie dimissioni tre mesi prima, perché preferisco dedicarmi alle mie imprese che mi dànno da mangiare. Abbiamo investito sullo sport per divertirci e dare una risposta alla città. Ma l’investimento deve essere fatto nella maniera giusta, non a perdere”.

CESSIONE QUOTE A ZERO EURO “Qualcuno può farsi avanti, noi cediamo le nostre quote a zero. Basta mandare una PEC al Gela Calcio oppure al sindaco a cui consegniamo la squadra. Facciamo un appello all’amministrazione che venga incontro alla società, affinché il titolo rimanga a Gela. Per questo gruppo però è difficile andare avanti, perché non sappiamo come giocare. Entro il 30 giugno o la prima settimana di luglio bisognerebbe avere il nulla osta del Comune da consegnare alla Lega. E questo ancora non c’è. Speriamo che qualcuno si faccia avanti per proseguire”.

APPELLO PERCHE’ IL CALCIO CONTINUI “Noi non stiamo accusando nessuno, stiamo semplicemente facendo un appello perché qualcuno si presenti, prenda le quote e faccia continuare il calcio a Gela. Poi che si giochi a Licata, a Troina o a Siracusa sarà un discorso della nuova proprietà. Ma chiaramente sarà un disagio per i tifosi, perché dovranno seguire fuori casa la propria squadra del cuore”.

NESSUNA POSSIBILITA’ DI RIPENSAMENTO “Presupposti per cambiare idea? Noi vogliamo uscire di scena perché siamo stufi di tutto questo. Non abbiamo lo stadio, manca il nulla osta e quindi gli investitori sono tutti persi. È vero che può succedere di tutto in tre mesi, ma in questo modo non possiamo andare avanti. Ci facciamo da parte per questo motivo. E, ripeto, ci sono 35-40 giorni per ottenere il nulla osta per il campo e poi completare l’iscrizione entro l’11 o 12 luglio. La colpa non è nostra, noi avevamo l’entusiasmo giusto anche per vincere il campionato. E anzi devo ringraziare la squadra per come ha concluso la stagione”.

Nel corso dell’incontro con i giornalisti, è intervenuto anche l’avvocato Fabio Fargetta, vicepresidente della società, che ha precisato quanto segue:

NESSUNA POSSIBILITA’ DI SVILUPPO DEL PROGETTO “Abbiamo rassegnato quelle che erano le volontà della dirigenza attraverso un comunicato stampa uscito dopo l’incontro col sindaco. Il progetto che si aveva in mente, quello di essere una squadra con i conti a posto e tutto il resto, in questo posto non vede sviluppo. Tutto infatti si ripercuote sui bilanci della società. Oggi anche l’iscrizione è un problema perché non abbiamo una data per la disponibilità del campo. Non possiamo più convincere gli sponsor per un problema di credibilità, perché non possiamo dire che potremo ottemperare ai nostri impegni. Con lo stadio chiuso e tutto quello che è successo è difficile trovare qualcuno che possa sostenere il nostro progetto. Per questo la dirigenza ha deciso di fare un passo indietro”.

CI TIRIAMO INDIETRO IN MANIERA RESPONSABILE “Il calcio non è uno spettacolo gratuito e questo lo sanno tutti. Per andare avanti ci vogliono i quattrini e noi non possiamo più andare a bussare da chi ci aveva dato la disponibilità. E il perché l’ho già spiegato. Noi non possiamo portare avanti un tipo di progetto del genere. Il nostro disimpegno non arriva perché noi non vogliamo fare calcio, ma perché le cose non vanno nel verso giusto. Le scelte sono due, indebitarsi oppure constatare che il nostro progetto per questa città non va bene. Noi ci stiamo tirando indietro in maniera responsabile e con grande anticipo e non l’ultimo giorno per finire con qualche ricatto nei confronti di qualcuno”.

Luca Di Noto
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