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Palermo, De Zerbi: «Ho in testa un’idea di calcio ben precisa»

Palermo, De Zerbi: «Ho in testa un’idea di calcio ben precisa»


Il nuovo tecnico rosanero è stato presentato questo pomeriggio presso la sala stampa del “Tenente Onorato di Boccadifalco”.

Giornata di presentazioni in casa Palermo, dove quest’oggi a incontrare la stampa è stato il nuovo allenatore Roberto De Zerbi. A introdurlo è stato il direttore sportivo DanieleFaggiano.

INTRODUZIONE FAGGIANO «Non è mai facile lasciare la strada vecchia e prendere quella nuova, c’è rammarico per come è finita con Ballardini. Non entro nel merito di queste situazioni. Abbiamo ponderato, con il presidente, la sua scelta. Può essere uno degli allenatori emergenti a livello nazionale. Siamo contenti e soddisfatti. Qualcuno penserà che siamo stati sfrontati o troppo avanti e lungimiranti. Spero che i risultati ci diano ragione. Non ho dubbi sulla sua idea di gioco e sulla sua voglia di lavorare. Siamo tutti convinti che possa fare il bene del Palermo».

Dopo questa premessa, è stata la volta del tecnico ex Foggia. Questi gli argomenti trattati durante la conferenza:

GRAZIE FOGGIA «Sono contento di questa opportunità importante e mi sembra giusto premettere che è una soddisfazione che voglio condividere questa gioia con i giocatori che ho allenato per due anni. È giusto ringraziare tutta la gente di Foggia perché mi hanno dato tanto». Apro questa nuova avventura con entusiasmo. So dove sono venuto, conosco le difficoltà, però so anche di avere il coraggio e le idee per essere sempre me stesso. A 37 anni mi si è presentata questa occasione».

ZAMPARINI «Io sono abituato a partire da zero, Zamparini non l’ho mai avuto come presidente, ma lui è l’artefice principale della mia scelta. Con me finora si è comportato benissimo, abbiamo parlato di calcio ed è stato importante parlare con lui. Penso che la squadra che ho mi permetta di fare quello in cui credo. Quello che è il passato mi interessa poco. Poi vedremo se cambierò idea, ma al momento questo è il mio pensiero».

ORGANIZZAZIONE «Mi sono subito reso conto della grandissima organizzazione societaria, parlo di dirigenti, struttura medica e quant’altro. Io non voglio cancellare il ricordo di nessun allenatore. Non è detto che la squadra si leghi a me, questo dipenderà dai giocatori è successo anche a me di essere lasciato. Io voglio essere me stesso e comportarmi come ho sempre fatto in questi anni».

FISIONOMIA «Non so quanto tempo ci vuole per dare una fisionomia alla squadra. Conosco bene quelle che sono le mie idee e anche l’impatto che voglio dare. Questo dipende anche dalla disponibilità dei giocatori, questo è il calcio. Se ho accettato, però, penso di poterlo fare in tempi ragionevolmente veloci».

LA FORMAZIONE LA FACCIO IO «Io sono uno disponibile al dialogo e al confronto con tutti. Due occhi non vedono come quattro, sei o otto. Con Zamparini ci siamo parlati. Io ho un carattere ben definito, sono difficilmente manovrabile, ma questo non mi compromette niente. Quando parti a 37 anni è chiaro che se non vuoi ascoltare nessuno dimostri anche poca intelligenza. Questo non vuol dire nulla però».

STILE DI GIOCO «Il mio non è un calcio solo offensivo. Sull’idea che voglio portare avanti non scendo a compromessi. So che stravolgere tutto all’inizio è pericoloso e non voglio farlo. Il mio obiettivo è che i calciatori si divertano e abbiano la volontà di fare la partita. Chiaramente rispettando l’avversario perché la categoria è difficile e troveremo anche squadre che sono più forte di noi. La mentalità non dipende dai valori, ma da quello che hai in testa».

DIFFERENZE CON FOGGIA «Il Foggia era in serie C, ma c’è sempre un pallone e due porte, lo sport è uguale. Naturalmente lì ho guidato la squadra sin dal ritiro, qui invece la prendo in corsa. Il confronto deve innanzitutto aiutare me stesso. Ho un’idea di gioco già fissa in testa e i principi voglio che rimangano i medesimi».

CONTRATTO «Non è giusto parlare delle condizioni contrattuali: quello che mi son detto col presidente è servito perché lui scegliesse me e perché io accettassi il Palermo. Quella in Sicilia, per me, non deve essere una passeggiata. Io metto la mia professione al primo posto, ma le condizioni contrattuali le ho discusse con lui».

CONDIZIONE SQUADRA «Ho trovato poco perché tra le varie difficoltà ho preso la squadra nella settimana peggiore. Trajkovski, Quaison e Morganella sono infortunati, poi ci sono anche molti nazionali che sono partiti. C’è molta qualità, l’importante è far rendere i giocatori al meglio. Se ad esempio faccio rendere Diamanti al meglio, ne ha vantaggio lui, ne ha vantaggio il Palermo e anche io. Lui in campo può far tutto e abbiamo tanti esterni d’attacco di qualità. Si possono cercare anche altre soluzioni al classico centravanti che tenga palla. Cerchiamo di favorire i giocatori secondo le loro caratteristiche».

NAPOLI «Napoli? Non riesco a essere emozionato perché non ho il tempo. Non riesco a godermi l’arrivo in serie A perché c’è tanto da fare. Il fatto della squalifica mi brucia perché mi impedisce di vivere un momento storico della mia vita. Tra le squadre affronteremo quella peggiore, perché è tra le più organizzate».

GIOCA CHI MERITA «Io parto da zero con tutti, se un giocatore ha 17 anni e merita allora gioca, se uno ha 32 anni e non merita non gioca. Faccio tutte le scelte in quest’ottica».

GRADIMENTO DEL PALERMO DA TEMPO «Qualche chiamata l’ho avuta, magari tanti non credono alla scelta che ho fatto, ma sono rimasto a Foggia volutamente, perché non avevo ancora concluso il mio lavoro. Poi Foggia è la mia città calcistica, perché sono cresciuto lì. Sapevo del gradimento del Palermo, ma nulla di più di un sentito dire».

OBIETTIVI «Con il presidente abbiamo parlato solo della tipologia di gioco. Se mi chiedete quali obiettivi possiamo raggiungere, io non sarei in grado di dirlo perché non conosco ancora i giocatori. L’obiettivo passa dall’organizzazione. Se si perdono due partite di fila io non penso a cambiare filosofia di gioco».

SQUADRA CON PERSONALITA’ «Faccio fatica a rispondere nell’immediato perché mi mancano ancora dei giocatori e quindi dobbiamo preparare la partita contro il Napoli un po’ così. In linea generale, voglio una squadra con una personalità chiara. Ci si può anche difendere, non per forza bisogna fare la partita. Bisogna comunque giocarsela, pensando di poter difendere, ma anche di poter far male in qualsiasi momento».

IDEA DI GIOCO «Non cambio mai l’idea di aver la palla. Ho fatto difesa a tre o a quattro, centrocampo a tre o a due, ma mi interessa più come si sta in campo, la disponibilità nel farsi dare la palla e volere fare la partita. Dobbiamo essere propositivi».

ETA’ MEDIA «L’età media giovane ha dei pro e dei contro: il giocatore giovane è spensierato, quindi pensa di meno e in alcune occasioni aiuta. Vitiello, Diamanti, Gazzi, Gonzalez sono giocatori importanti perché hanno esperienza, se loro aiutano se stessi, ne giova tutta la squadra. Ci sono giocatori che possono fare la differenza, ma ognuno deve guardare al suo».

TERZINI «I terzini possono difendere e attaccare, credo che Rispoli e Aleesami abbiano la gamba per fare tutta la fascia. Chiaramente è questione di equilibrio, quando va uno l’altro si ferma o comunque capirà cosa deve fare. I miei esterni devono fare tutto e devono sapere fare tutto».

HAMSIK «Mi fa piacere incontrare nuovamente Hamsik, vuol dire che sono diventato vecchio visto che lui gioca ancora e io alleno».

QUALCUNO POTREBBE RESTARE FUORI «Le idee le avevo già in testa quando ho firmato, ma non sono partito da Milano pensando alla possibilità di modificarle. Se saremo in tanti qualcuno starà fuori».

IMPEGNO «Io mi sto giocando tanto, non ho voglia che le cose vadano male. Poi sarà il campo a definire tutto quanto».

Luca Di Noto
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